L’Australia ha una legislazione tra le più rigide al mondo riguardo agli immigrati e ai richiedenti asilo. Vige la cosiddetta “Pacific Solution”: tutti coloro (senza distinzione tra adulti e bambini) ai quali non viene riconosciuto lo status di rifugiato politico sono respinti o deportati. Entrare illegalmente in Australia è impossibile, chi ci prova è arrestato e trasferito nei centri di detenzione delle isole di Manu, in Papa Nuova Guinea e nello Stato australiano di Nauru.

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Bene, dopo la Brexit il premier del Regno Unito Boris Johnson alza ora il filo spinato lungo i propri confini che limiteranno di gran lunga gli ingressi: la selezione verrà effettuata con un sistema a punti ispirato proprio al modello severo di immigrazione australiano che favorirà i soggetti con maggiori competenze e che sanno parlare perfettamente l’inglese rispetto a chi arriva per svolgere lavori temporanei o stagionali.

Dopo il periodo transitorio, che finisce il 31 dicembre 2020, Londra introdurrà dunque le nuove regole per chi vuole lavorare nel Regno Unito. Le misure colpiranno maggiormente il personale di basso rango mentre, come detto, per il personale qualificato saranno stabiliti altri requisiti come possesso di un’offerta di lavoro con caratteristiche medio-alte e padronanza della lingua.

Il ministero degli Interni britannico ha reso noto i suoi piani riguardo ad un sistema migratorio a punti. Le nuove regole cambieranno drasticamente la legislazione migratoria e avranno un’impatto notevole sulla manodopera di basso costo proveniente dai paesi dell’Unione Europea che lavorano in fabbriche, alberghi e ristoranti.

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Conto alla rovescia, dunque, quando il nuovo sistema entrerà in vigore dal primo gennaio 2021 e porrà fine alla libertà di movimento, ripristinerà il controllo sui confini e, a detta Downing Street, recupererà la fiducia degli inglesi. Tra le novità va evidenziato che nel quadro del nuovo sistema alcuni competenze, qualifiche, stipendi e professioni saranno premiati da punti. Naturalmente ingressi in discesa saranno riservati per i medici, ricercatori, ingegneri, docenti universitari e a tutti coloro che hanno già un’offerta di lavoro con un grado di professionalità elevato.

Nota dolente: secondo le stime del governo il 70% della manodopera proveniente dall’UE non risponde ai requisiti che saranno introdotti per i lavoratori qualificati. Questi requisiti inevitabilmente aiuteranno ad abbassare tale statistica nel futuro, fanno sapere dal ministero degli interni.

Turisti e lavoratori, cosa cambia?

Sarà negato il visto per i lavoratori non qualificati mentre per i turisti, sia dall’UE e dai paesi che non fanno parte dell’Unione a cui non serve il visto, possono entrare nella Gran Bretagna per un periodo non superiore a 6 mesi, ma non possono lavorare.

Qui in Italia sono in molti a sostenere che è la fine di un’epoca, ma del resto sono le condizioni economico- sociali a livello globale che sono cambiate. Addio quindi al sapore di avventura che ha animato per decenni molti giovani che se ne andavano Oltremanica disposti a fare anche il lavapiatti pur di imparare la lingua internazionale. Adesso BoJo erige un muro, blinda i confini. Di fatto le nuove regole sull’immigrazione non hanno solamente lo scopo di controllare con maggiore rigore le frontiere nazionali ma anche quello di ridare slancio al lavoro aumentando  i livelli di occupazione della popolazione residente.

Non solo. Tra le novità che riserva la riforma c’è il passaggio che riguarda i tetti sulle offerte di lavoro. Questo significa che ci sarà un ulteriore giro di vite per gli stranieri in arrivo che troveranno le sbarre abbassate qualora abbiano ricevuto offerte di lavoro che prevedano uno stipendio annuo inferiore alle 25.600 sterline l’anno, circa 30.000 euro. Tirando alla fine le somme e considerando il valore della retribuzione offerta, oltre alla capacità di parlare in inglese e al fatto di aver ricevuto un’offerta professionale di livello si ottengono gli elementi determinanti per avere le carte in regola, ossia le caratteristiche che permetteranno di raggiungere i 70 punti necessari ad ottenere l’ambito visto.

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Senza dimenticare i documenti da esibire alla frontiera: la carta di identità sarà considerata carta straccia. Sarà necessario il passaporto in modo che i lavoratori che provengono da paesi extracomunitari non ingannino il sistema di controllo con carte di identità falsificate.

Conto alla rovescia, dunque, quando il Regno Unito  dal 2021 sbarrerà gli ingressi, dopo la fine della transizione post Brexit, ai nuovi immigrati senza i titoli elencati, inclusi quelli che dall’anno prossimo busseranno alle porte dell’isola dai Paesi dell’Ue. Il modello di accesso a punti di tipo australiano annunciato da tempo dal governo di Boris Johnson si riprende così il controllo delle frontiere dopo decenni di lassismo. Insomma, uno schiaffo a Bruxelles da parte di BoJo che riscrivere perciò le regole di quello che lui stesso definisce “il sistema migratorio distorto della libertà di circolazione europea”.