20 luglio 2022: attentato (riuscito) degli stupidi contro il Paese. Draghi, senza enfasi, spiega i punti salienti del perché la sua politica è provvidenziale per l’Italia, e ha portato e porterebbe l’Italia in prima fila nel proscenio internazionale. Ma come potrebbero dei disperati che si trovano senza saperlo in Parlamento, facce prive di espressione, ottuse, chiuse, insensibili ai neuroni, capire il senso sottile di quella linea politica, e l’assoluto realismo della stessa?
Ciò che più di tutto mi ha colpito nella giornata di ieri, quella della fine del governo Draghi, sono state le facce, ahimè mostrate di rado -perché i ‘giornalisti’ nostrani si vantano di essere in TV dalle otto del mattino, ma ascoltano sé stessi, si pavoneggiano dei propri ‘pensieri’ e considerazioni al limite del comico … prevedono perfino quello che farà Mario Draghi fra tre ore e fra tre giorni … Ma ho perso il filo? No, rieccolo: ciò che mi ha colpito, quando riuscivo a vederle, sono le facce dei nostri parlamentari: facce prive di espressione, ottuse, chiuse, inadeguate. Insensibili ai neuroni.
Ma non è un problema di atteggiamento, è proprio così e trova il suo contraltare nelle facce di alcuni membri del Governo, magari dietro a tutto ciò che accade, ma come sempre di nascosto, accusati magari di cose orrende, di ‘attaccamento’ (nel senso della colla) alle poltrone e si lasciano accusare impassibili, indifferenti … inconsci. Visi, come sempre, inespressivi.
Lo spettacolo volgare al quale abbiamo assistito ieri è stato preceduto e seguito da un intervento da brividi, da levare la pelle ai parlamentari che stanno distruggendo tutto. Senza effetti però, appunto.
Attenti: non parlo del Governo, e nemmeno dei ministri, e nemmeno dell’Italia (ne parlo dopo), ma di Mario Draghi.
Tutto ciò che è accaduto, è stato ‘abilmente‘ orchestrato da chi non ha nessun senso di responsabilità verso il Paese che, stupidamente, li ha eletti.
I passi sono noti e ovvi: da un lato i continui colpi di coltellino di Matteo Salvini e soci, ormai ignorato da tutti, ma dall’altro la macchinosa scenografia degli stellini-grillini.
Inizia Giggino, il nulla conclamato, ma sempre in giacca e cravatta (che è il suo unico merito), che spacca il partito, creandone uno suo proprio privo di nome e senso. La spaccatura ha innescato il ‘sospetto‘ (un topos in politica) che si stesse cercando di isolare Conte-pochette e i suoi residui. E da qual momento Giuseppe Conte era in allarme e preoccupato, ma non faceva molto di più per fare cadere il Governo. Ma a quel punto, Beppe Grillo e Domenico De Masi (chi ha consigliato chi non lo saprei) hanno fatto il colpo grosso: la storia di Draghi che vuole che Grillo cacci Conte è fuori della realtà.
La cosa era orchestrata per creare il caso in un tizio con pochette, dal curriculum vitae di 30 pagine, che presume di essere meglio di Draghi, che non per nulla non ha bisogno di un curriculum: il suo valore (di destra o di sinistra che sia) è indiscusso, quello di pochette non saprei. Ma da lì scoppia il putiferio, fino a quando, volgarmente, di nascosto, si trincera dietro la volontà dei suoi parlamentari per negare la fiducia all’unico Governo italiano, rispettato all’estero.
E chi non ha bisogno di un curriculum, tirato in mezzo ad una canea da vicolo dei miracoli, esprime in pochissime pagine (meno di quelle del curriculum di pochette), senza enfasi, senza paroloni i punti salienti del perché la sua politica (sì, la sua, perché gli altri nel Governo contano come il due di briscola, ma non per colpa di Draghi!) è provvidenziale per l’Italia, e ha portato e porterebbe l’Italia in prima fila nel proscenio internazionale, sia europeo, sia della sciagurata guerra in Ucraina, dove l’Italia (cioè Draghi e basta … non facciamo scherzi: Draghi e basta!) ha una posizione di punta, ragionevole, seria e per la pace, specie se Giggino tace.
Ma come potrebbero mai dei disperati che si trovano senza saperlo in Parlamento, capire il senso sottile di quella linea politica, e l’assoluto realismo della stessa? E quindi sbraitano, aiutati da qualcuno fuori dal Parlamento che parla solo di culi, contro la guerra, contro le armi, contro l’aiuto razionale, appunto perché razionale incomprensibile a tutti loro … compreso Giggino che accusa altri per la poltrona, ma escludo che sappia perché. E, probabilmente, sbraiteranno contro la luna quando si dovrà ratificare (buoni ultimi) il Trattato del Quirinale, del quale nemmeno sanno che esiste: glielo spiegherà Giggino.
E quest’uomo, Draghi, sopporta le punzecchiature della Lega e di Salvini (che urlano contro i migranti), le isterie dello stesso e di Silvio Berlusconi, contro le tasse (a favore, cioè, nemmeno dell’evasione, ma della non esistenza delle tasse) e, naturalmente, contro le consorterie più o meno odiose, dei proprietari degli stabilimenti balneari (che godono di un monopolio, una cosa scandalosa) e dei soliti tassisti che nulla di più sanno dire ‘bloccheremo l’Italia’. Sopporta, dico, e con calma, stringendo i denti, spiega e pone punti fermi e poi passa agli altri … certo levandosi una pietrona dalle scarpe, quando, parlando del bonus edilizio, sottolinea che non è il bonus in sé il guaio, ma il modo pedestre in cui è stato scritto e realizzato … potete immaginare chi lo abbia scritto. Non diversamente dal reddito di cittadinanza, di nuovo durissimo nel mostrarne l’inefficienza e la pessima realizzazione.
E a questo discorso duro, durissimo, ma chiaro, limpido e (cosa sconosciuta a quei ceffi) non equivoco; le ‘risposte‘ sono sostanzialmente ‘allora non ti vogliamo‘ … tengono il punto, come i bambini che sono, e vogliono la caramella: vi abbiamo chiesto tante cose, non ci avete dato niente!
E alla fine, Draghi va in aula e ‘replica‘: tre minuti, tre o quattro schiaffoni da stordire, per ribadire che lui è una persona seria e: o con me o contro di me.
E ora, dice -ma solo lui lo dice (anche Mattarella, purtroppo non si è comportato bene)- decidete: se volete che io resti, faccio queste cose; se quelle cose non vi interessano, io non sono per voi.
Il colpo durissimo non è solo all’Italia, agli italiani che si avviano a subire una crisi dura, una inflazione quasi dimenticata, anzi, non è nemmeno all’Italia, ormai in piena decadenza. Come dicono gli stellini, un Governo non politico non dovrebbe mai opporsi alle proposte di un partito che lo sostiene … la privatizzazione della politica. Bravi.
La ‘destra‘ si sfascia un po’, e poi l’uscita di quel gigante della politica e dei tunnel sotterranei della signora Mariastella Gelmini dal partito di papà Berlusconi, ingrosserà le file del nulla, pardon, del ‘centro’.
Pare che, finalmente, Enrico Letta abbia capito che il ‘campo largo‘ era una stupidaggine, e quindi, immagino andrà alle ‘Agorà con l’accento sulla a’ per avere idee e spunti politici, ma tanto, per geniali che fossero, sarebbe sempre Letta a gestirle, e quindi a farle fallire. Per favore lasci perdere le ex sardine, anche loro straparlano e pensano solo alle poltrone.
Alla fine sarà quel che sarà, il disastro è fatto, ma il colpo durissimo è ormai stato dato a Mario Draghi, come persona, come uomo noto all’estero, in Europa, nel mondo. La sua autorevolezza, quella che gli ha permesso la frase famosa, ormai è lesa, offesa, incrinata.
Che peccato, ma anche che stupidità!
Giancarlo Guarino – L’Indro