Ci sarebbe un terzo caso sospetto di contagio da coronavirus a Roma, quello di un operaio romeno, Marian C. che sarebbe entrato in contatto con la coppia di cinesi ricoverati ieri allo Spallanzani di Roma.
Il 42enne si era rivolto ieri sera all’ospedale di Tivoli poiché accusava diversi sintomi influenzali, quali la febbre alta, e ha riferito di lavorare presso il Grand Hotel Palatino, la stessa struttura dove avevano pernottato i turisti cinesi positivi al coronavirus. L’operaio sarà ora sottoposto agli accertamenti del caso e nel corso delle prossime ore sarà resa nota una sua eventuale positività al virus.
Oltre alla coppia cinese in condizioni discrete risultata positiva al coronavirus e all’operaio romeno sono ricoverati sempre al Spallanzani altri 12 pazienti provenienti da zone della Cina colpite dell’epidemia, che sono stati sottoposti ai test. Altre 9 persone sono state isolate e dimesse dopo l’esito negativo dei test. Venti contatti primari della coppia con coronavirus invece sono attualmente in osservazione. Il contagio, comunque, avviene solo da chi ha già i sintomi manifesti della malattia.
Intanto il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per 6 mesi e ha varato le prime misure atte ad affrontare il coronavirus, stanziando 5 milioni di euro. La disposizione è diretta conseguenza della decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ieri ha lanciato l’emergenza globale sul coronavirus, ed è stata presa in ragione dei primi due casi di positività ai test sul coronavirus sul territorio nazionale.
Il Ministero della Salute, dopo aver chiuso il traffico aereo da e per la Cina, ha dispiegato un gruppo di specialisti che saranno impegnati nel definire l’itinerario esatto della coppia cinese contagiata che secondo le informazioni avrebbe fatto tappa a Milano, Verona, Parma e sulla Costiera Amalfitana.