Senato, clima rovente sulla presidenza della Commissione Affari Costituzionali

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A Palazzo Madama qualcosa è andato storto e sicuramente la responsabilità è di qualcuno che manovra nell’ombra.

E non è escluso che tra i  sospettati ci sia anche lui, Matteo Renzi che forse non aspettava altro che prendersela con il Governo. L’ex presidente del Consiglio finisce in minoranza con il voto segreto sull’elezione del presidente della Commissione Affari Costituzionali, in sostanza la commissione chiamata ad occuparsi della legge elettorale. Di fatto è stato eletto a sorpresa  il senatore di Area Popolare Salvatore Torrisi facendo fuori così il candidato del Pd e di maggioranza Giorgio Pagliari che avrebbe invece dovuto diventare lui il presidente di commissione come da accordi prestabiliti.

Naturalmente le accuse di tradimento fioccano, accuse che partono soprattutto dai renziani sempre fomentati dalle ambizioni del  capo. Non è ora un azzardo pensare che questa “sconfitta” incassata in commissione possa essere la miccia, l’espediente utile  per Renzi di attaccare ciò che lui alla fine considera l’usurpatore, ossi il premier Paolo Gentiloni.

Insomma, alzare il livello di scontro con l’attuale esecutivo potrebbe significare per Renzi e i suoi sodali vedere più vicine le tanto agognate elezioni anticipate che prima sono meglio è, magari in autunno, come si vocifera dalle parti del Nazzareno. Dal canto suo Gentiloni non nasconde di essere infastidito dopo ciò che è successo in commissione tuttavia è ancor più seccato per l’atteggiamento di Renzi che ha tutta l’aria di una sfida.

Il premier sa comunque di avere in questa fase il sostegno del Quirinale nettamente contrario a una accelerazione verso le urne. Ne è la prova infatti la sorpresa provata dal Colle quando ieri alcuni capibastone renziani hanno richiesto di essere ricevuti dal Capo dello Stato. Una richiesta rispedita immediatamente al mittente in cui la segreteria del presidente ha sostenuto che tale richiesta è  decisamente sproporzionata rispetto al problema e che riguarda esclusivamente le dinamiche parlamentari.

Non ha invece potuto sottrarsi a un confronto Gentiloni che ha ricevuto una telefonata di Orfini e Guerini che, a quanto pare, avrebbero criticato la maggioranza definendola ormai deteriorata, sfilacciata chiedendo allo stesso premier un rapido intervento.

In particolare su Alfano che come segretario di Area Popolare avrebbe dovuto  intervenire per chiedere le dimissioni di Torrisi. E Gentiloni non ha perso tempo e ha chiamato Alfano che a sua volta ha invitato Torrisi a fare un passo indietro.

Ho chiesto a Torrisi di rinunciare perché siamo leali e rispettiamo i patti e nei patti la presidenza spettava al Pd. Non era il nostro obiettivo avere il presidente della commissione. Gli ho parlato e mi ha chiesto di rifletterci 24 ore ed essendo una persona stimata ho acconsentito. Gli ho detto che per noi è una questione di principio e gli ho detto che la sua presenza alla presidenza della Commissione è alternativa alla sua presenza in Ap“. Queste le parole di Angelino Alfano nel corso di una conferenza stampa.

Dimettermi? trovate una soluzione alternativa e io passo“, ha risposto Torrisi.

Ma questo non basta per calmare le acque.  Per Orfini sono stati i bersaniani e gli alfaniani han tradire.

Pronta la replica via social di Alfano che sostiene quanto il Pd cerchi la crisi attraverso banali pretesti.

Non usa invece mezzi termini il presidente della Regione Puglia e candidato alla segreteria Pd, Michele Emiliano che si affida a Facebook. Questi sostiene che Renzi “sta creando una strategia della tensione per rompere con il governo Gentiloni”. Oggi la scusa e’ l’elezione del Presidente della Commissione “domani chissà quale altra scusa dovrà inventarsi“.

Il governatore evidenzia oltretutto che Renzi intende “puntare dritto alle elezioni anticipate di fine settembre sperando di potere giocarsi le ultime fiches di un irresponsabile gioco d’azzardo che non ha niente a che spartire con il nobile e democratico ‘gioco politico“.