L’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, è il nuovo leader del partito dei conservatori e prossimo premier. Per lui hanno votato 92.153 membri del Conservative Party. Il suo rivale, attuale ministro degli Affari Esteri, Jeremy Hunt, ha ottenuto 46.656 voti. Mercoledì Johnson diventerà il nuovo primo ministro del paese, dopo che Theresa May, che lo ha preceduto, ha annunciato le sue dimissioni a fine maggio.

Il passaggio delle competenze dal premier in carica Tehersa May a Boris Johnson si terrà oggi, dopo che May avrà risposto per l’ultima volta alle domande dei parlamentari in Parlamento. Dopo la Regina Elisabetta II accetterà le dimissioni di May e chiederà al suo successore di formare il Governo. Riguardo alle nomine non è escluso che potrebbero essere annunciate già nella serata di mercoledì. Tuttavia, stando a ciò che dicono i media del Regno Unito, molti esponenti del partito avrebbero fatto sapere di non essere disposti a lavorare nel governo Johnson.

Erano più di dieci i candidati che potevano battersi per la leadership dei Tory come l’attuale ministro degli esteri Jeremy Hunt, l’ex ministro della Brexit Dominic Raab e il ministro dell’ambiente Michael Gove.

Infine a battersi per la guida dei Conservatori e del governo britannico sono stati Johnson e Hunt. Johnson,è risaputo, persegue una posizione più intransigente sulla Brexit a differenza di Hunt, convinto che i termini dell’accordo con Bruxelles possano ancora essere modificati.

Nel corso di una recente intervista Johnson aveva sostenuto che il Regno Unito potrebbe lasciare l’Unione Europea il 31 ottobre senza accordo con l’Ue e sempre secondo il neopremier coloro che non sono disposti ad accettare la “hard Brexit”, ossia l’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo, in realtà non vogliono affatto che il Paese lasci l’unione.

Intanto Boris Johnson è atteso da una prima sfida urgente che riguarda la gestione delle crescenti tensioni con Teheran con la petroliera britannica sequestrata dai pasdaran nello stretto di Ormuz. Un altro impegno non facile sarà appunto l’uscita dall’Unione europea dopo oltre tre anni dal voto che ha visto il popolo britannico al 52% per la Brexit e ha lasciato un Paese profondamente diviso. Una missione in cui Theresa May ha fallito. Ma ora si apre una nuova stagione, Johnson che aveva fatto una campagna per l’uscita dall’Ue promette la Brexit entro la scadenza del 31 ottobre con o senza accordo. Sarà così?