I genitori di adolescenti
hanno chiesto di rivedere casi sospetti
di suicidio e autolesionismo
Un tempo era la roulette russa resa ancor più celebre dal famoso film “Il cacciatore” con Robert De Niro, ora invece il gioco assassino corre via rete con “Blue Whale”, la balena blu, in grado di trascinare gli adolescenti fino al gesto estremo: il suicidio. Per intenderci si tratta di una sfida consumata attraverso i social che induce i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni per arrivare alla fine al tragico epilogo: togliersi la vita.
Sono decine le segnalazioni di casi sospetti arrivati alla Polizia postale, e altrettanti i messaggi di allerta inviati sul web anche da parte di genitori preoccupati. Una psicosi diffusa, dunque, e non sarà facile per gli inquirenti verificare
i collegamenti tra comportamenti alterati e la reale influenza che può provocare su di essi il terribile “gioco”.
Comportamenti folli come camminare sull’orlo dei binari mentre arriva il treno, una scena da immortalare sul telefonino e fatta girare a tutte le amicizie, ovviamente. E l’ultima prova è il suicidio.
Il cosiddetto reclutamento delle potenziali vittime è naturalmente Instagram, WhatsApp, Facebook, chat e attraverso tali social arrivano le indicazioni di questa drammatica discesa all’inferno che guida i giovani, sicuramente si tratta di ragazzi particolarmente esposti a fragilità psicologiche, da una prova all’altra dopo averli convinti di possedere segreti, confessioni, informazioni che se dovessero essere scoperte danneggerebbero seriamente la loro famiglia.
A quanto pare questi giovanissime nel percorso di morte si provocherebbero tagli alle braccia postati con un particolare hashtag #f57.
Una sorta di peste, quindi, che ha lanciato un allarme diffuso nelle scuole e nelle famiglie che hanno spinto i magistrati a indagare su molti casi sospetti. Al momento sarebbero una decina i casi presi in considerazione dalla Procura di Milano che riguardano appunto casi di suicidio e gesti di autolesionismo che hanno visto coinvolti minori.
Tuttavia non ci sarebbero riscontri precisi sul fatto che i questi avvenimenti possano essere effettivamente collegati con il fenomeno “Blue Whale”. Resta comunque il fatto che le inchieste sono aperte per istigazione al suicidio, anche se per il momento di indagati non ce ne sono e chissà quando ce ne saranno.