Vedremo in questi giorni la ridicola gara per riservare al nemico storico un maldestro onore delle armi, un parce sepulto che sa di farisaico lontano un miglio
Non soltanto esistono gli odiatori di professione, ma, almeno dalle nostre parti, formano interi partiti e vasti schieramenti politici. L’odio verso Silvio Berlusconi, inteso proprio come uomo, più ancora che come politico e statista, ora che è passato a miglior vita, lascerà senza idee e programmi una gran schiera di persone che, finora, hanno fatto gran fracasso e messo poca sostanza nei loro discorsi da bar contro di lui.
Attenzione: mi direte che erano, appunto, soltanto discorsi da bar, ma obietterei subito che il voto popolare si basa in massima parte sulle stesse convinzioni che facilmente scioriniamo parlando di politica in modo leggero e discorsivo. Temo di non sbagliare di molto affermando che se dovessero essere ammessi alle urne soltanto coloro i quali si siano fatti un’idea compiuta e ben documentata dei partiti politici, voterebbero in ben pochi.
Ciò premesso, ossia anche considerando che le chiacchiere ed il gossip hanno, piaccia o meno, un peso determinante nel consenso o dissenso politico, resta l’odio di cui si troveranno orfani quei tantissimi che se la prendono con Berlusconi per ogni male della società.
Ipocrita onore delle armi
Contro chi rivolgeranno tanto livore e persino l’augurio di ogni male? Lo vedremo presto, anzi, sarà un’interessante cartina di tornasole per saggiare, oltre all’alto tasso di acidità che caratterizza buona parte della sinistra italiana, anche, e soprattutto, la solidità di certi programmi.
Se, fino a ieri, bastava dichiararsi “antiberlusconiani” per raccogliere ampi consensi da un popolo di sinistra privo ormai di vere figure di riferimento, ora bisognerà trovare altre battaglie da combattere. Vedremo in questi giorni, statene certi, la ridicola gara per riservare al loro storico nemico giurato una sorte di maldestro onore delle armi, un parce sepulto che sa di farisaico lontano un miglio.
Non si rinuncerà quindi a dire, almeno per qualche settimana, che sono addolorati per la sua scomparsa. Lo diranno soprattutto quelli che ce l’avevano con lui proprio come uomo, che lo volevano in galera, magari al 41-bis e quegli che appiopparono ogni sorta di perversione e malcostume, perlopiù gli stessi che per decenni lo hanno sospettato addirittura come capo supremo della mafia.
Ma adesso bisogna fare la figura dei leali avversari, quelli che, comunque, lo hanno sempre rispettato e chi gli riconoscono coerenza e dedizione alla sua idea politica. Farebbe brutto dire che lo hanno considerato una merda per tanti anni. Dopo di lui non sarà il diluvio, questo è certo, ma saranno gatte da pelare per tanti, a cominciare dai suoi.
Roberto Ezio Pozzo – Atlantico Quotidiano