La sinistra contro Renzi rimpiange i tempi del Cav
“Aridatece er puzzone” fu una scritta che campeggiava alla fine del 1944 su un muraglione del Lungotevere, una frase con cui i romani, ironici e pragmatici allo stesso tempo, esasperati dalla drammatica situazione del Paese si auguravano un ritorno di Mussolini. E la storia si ripete. Sempre. Oggi gli italiani vogliono il lavoro, la sicurezza, una tassazione equa, una giustizia degna di questo nome, un futuro per i propri figli.
Qualche anno fa c’era Berlusconi alla guida del Governo e in fasi alterne è stato al potere una ventina d’anni. E in tutti questi anni è stato considerato il Belzebù della politica, l’anima grigia, l’obiettivo da abbattere.
Magistratura in primis e avversari politici gli fecero una guerra spietata e alla fine riuscirono a toglierselo di mezzo dopo la condanna per frode fiscale che abbinata alla legge Severino lo costrinse a lasciare il Parlamento. Insomma, la sinistra non riuscendo a battere l’uomo attraverso democratiche elezioni passò la mano sperando che prima o poi qualche tribunale inchiodasse Silvio. E così è andata.
Da quel momento abbiamo assistito a una girandola di personaggi che hanno presieduto vari Governi, da Monti a Letta fino a lui, il fenomeno Renzi. E tutti accumunati da un elemento non trascurabile: nessuno di questi signori è stato eletto dagli italiani.Ci ha pensato il deus ex machina, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che li ha voluti a Palazzo Chigi con autentici colpi di mano da basso impero.
Tuttavia, nonostante questi golpe alla faccia del popolo sovrano, la situazione non è certamente migliorata. Anzi, per certi versi sembra addirittura peggiorata. Le imprese che abbassano le serrande non fanno quasi più notizia, purtroppo, la tassazione strangola il cittadino, l’evasione è inarrestabile, la corruzione è un cancro che non si riesce a debellare mentre l’occupazione ha registrato sì un incremento, ma la percentuale è pari a un prefisso telefonico, come si usa dire.
Bene, un risultato poco esaltante per il Matteo nazionale che sta facendo di tutto per convincere la gente che il suo esecutivo è il migliore della storia d’Italia e nello stesso tempo amplia il suo potere occupando tutto l’occupabile. La Rai, considerata di fatto la bussola che solitamente segna la direzione riformatrice intrapresa dal Paese, è stata letteralmente colonizzata dal renzismo totalitario. Va in onda tutto ciò che richiama il bello, quello che dice che va tutto bene e che dobbiamo essere tutti felici per finire a tarallucci e vino. Evviva. Questo sì che è riformismo… per Renzi.
Intanto Santoro si incazza, giustamente, e in merito all’oscuramento dei talk che danno fastidio al regime denuncia il fatto che attorno a questa faccenda è montata una polemica voluta, pilotata, che vuole nascondere in verità il colpo di mano del Governo che ha il monopolio dei telegiornali. Di conseguenza, per Santoro, si enfatizza un nemico nei dibattiti televisivi con l’obiettivo di dirottare l’attenzione altrove affinchè si dimentichi lo strapotere dei telegiornali.
Poi c’è un’altra icona della sinistra come Saviano che richiama i compagni sulla “emergenza morale anche nel Pd che imbarca di tutto per vincere”. Stessa cosa veniva rimproverata a Silvio. Al coro non si può dimenticare di aggiungere la minoranza dem che ha solo un sogno: la vittoria dei “no alla riforma” costituzionale al referendum di ottobre. Se così fosse Renzi dovrebbe andarsene per sempre, almeno così ha promesso.
E allora? E allora “aridatece er puzzone” : andava meglio quando c’era Berlusconi?Almeno gli ex comunisti il nemico lo avevano fuori. Ora ce l’hanno in casa.