Sono stati ritrovati nel Tevere i fiori lasciati dalla Lazio alla Sinagoga durante la visita del presidente Claudio Lotito. La corona era stata donata in segno di scuse per gli adesivi antisemiti affissi all’Olimpico in cui compariva Anna Frank vestita con la maglia della Roma (leggi qui). Non è escluso che i fiori siano stati gettati in acqua nella notte.

Intanto, Lotito nega di aver detto in volo da Milano a Roma “famo ‘sta sceneggiata”, in riferimento alla visita alla sinagoga. “Il rabbino sta a New York. Er vicerabbino ci sarà?”, si sarebbe domandato Lotito, durante il volo, secondo il quotidiano Il Messaggero.

A difendere il presidente della Lazio anche il parlamentare del Pd Dario Ginefra, vicino di posto sull’aereo di lunedì da Milano a Roma: “Lotito – ha raccontato Ginefra – all’atterraggio a Roma cercava disperatamente un contatto attraverso i suoi col rabbino capo di Roma che però era a New York: questo è vero, ho sentito la ricerca di un contatto. La frase ‘facciamo questa sceneggiata’, invece io non l’ho sentita”. “Mi può essere sfuggita mezza parola, ma era evidente che il presidente della Lazio – prosegue il parlamentare del Pd – cercava di trovare un’immediata risposta all’idiozia commessa da una piccola parte della tifoseria biancoceleste, e francamente da parte sua non pareva ci fosse voglia di banalizzare il gesto”.
“Non ho utilizzato nessun escamotage. Il presidente Malagò parla senza conoscere i fatti”, ha poi spiegato il presidente della Lazio rispondendo al numero uno del Coni che aveva definito “singolare” la possibilità data ai tifosi della curva Nord biancoceleste di accedere alla curva Sud dopo la squalifica del loro settore di appartenenza per cori razzisti. “Il principio è: se su 12mila persone 30 si comportano male le penalizziamo tutte? Io non ho utilizzato nessun escamotage, ho detto ‘chi vuole testimoniare la propria posizione antirazzista deve andare in curva sud’”, ha detto a Radio Capital.

“Non ho utilizzato nessun escamotage. Il presidente Malagò parla senza conoscere i fatti”, ha poi spiegato il presidente della Lazio rispondendo al numero uno del Coni che aveva definito “singolare” la possibilità data ai tifosi della curva Nord biancoceleste di accedere alla curva Sud dopo la squalifica del loro settore di appartenenza per cori razzisti. “Il principio è: se su 12mila persone 30 si comportano male le penalizziamo tutte? Io non ho utilizzato nessun escamotage, ho detto ‘chi vuole testimoniare la propria posizione antirazzista deve andare in curva sud’”, ha detto a Radio Capital.

Niente trasferta a Bologna per gli irriducibili della Lazio. Lo rende noto lo stesso gruppo ultras, dicendosi “costretto a rinunciare per non essere complici del ‘teatro mediatico’ delle ultime ore. Il nostro usuale modo di tifare oggi potrebbe esser mal interpretato da chi vuole danneggiare ulteriormente la Lazio e i suoi tifosi. In un momento cosi particolare invitiamo tutti i tifosi a cercare di non prestare il fianco a strumentalizzazioni, ricordando che per noi il bene della Lazio è assoluto e primario”.

Dopo aver ricevuto una lettera da parte del suo omologo israeliano, che si dice scioccato per gli adesivi antisemiti, il ministro allo Sport Luca Lotti  afferma che, insieme alla Lega Calcio e la Federazione, prenderà provvedimenti. “Abbiamo già predisposto la risposta al ministro israeliano. Siamo anche noi scioccati, ha fatto bene il presidente Mattarella  a richiamare l’attenzione, hanno fatto bene Lega e Comunità ebraica a dare vita all’iniziativa negli stadi”, ha sottolineato Lotti.

Al momento sono 16 le persone identificate  per l’episodio. Il lavoro sulle telecamere dello stadio ha portato all’individuazione anche di tre minori, di cui uno di soli 13 anni che non è imputabile.  (Pupia.tv)