Vivere il territorio per vivificare
la propria vita
di Nico Ricci
Accanto a episodi esecrabili, che possono accadere ovunque, bisogna dare spazio anche ad attività ed iniziative encomiabili che sollevano gli animi e contribuiscono ad avere fiducia per il futuro.
Tutto ciò accade a Frosinone, terra di Ciociaria, terra di Santi, di Papi, di cultura, di abbazie e castelli, di fiumi e cascate, di boschi e montagne, in pratica la terra di Cicerone e san Tommaso. Ma tutto questo non basta! Infatti, oggi la gente, distratta da mille cose e soprattutto dalle difficoltà della vita, difficile ovunque, ma lì ancora di più, spesso per il pregiudizio degli altri, si dimentica della ricchezza e della potenzialità del territorio in cui abita e vive. E’ pur vero che le migrazioni, che sono state massicce negli anni sessanta e settanta del secolo appena trascorso, hanno in un certo senso snaturato la popolazione: chi era qui è emigrato, chi era altrove è immigrato. Questa situazione ha radicalmente cambiato quello che è il senso di appartenenza al territorio e alla sua storia.
E se non ci si sente di appartenere ad un luogo, spesso non lo si ama e non lo si rispetta.
Ma, quando si inizia a conoscere il luogo e la sua trimillenaria storia, allora lo si inizia ad amare, quasi in modo viscerale.
E’ il caso appunto di Frosinone e della Ciociaria. Alcuni anni orsono si è intrapreso da molte associazioni il percorso di ricoprire le radici della propria terra, del suo territorio e della sua storia, spesso eccedendo e sconfinando nel paradosso, fino ad arrivare a una riscoperta onirica e staccata dalla realtà come per il fenomeno del brigantaggio. Ma molte associazioni hanno fatto un’opera di sana riscoperta culturale del territorio.
Una caratteristica è quella, non solo di ricordare e raccontare questa provincia, ma è quella di farlo vivendola in quei luoghi, alcuni di straordinaria bellezza e altri carichi di storia. E lo si è fatto in realtà camminando proprio nella storia. Se si pensa ad Anagni, ad esempio, si pensa alla cosiddetta città dei Papi, ma anche alla straordinaria bellezza della cripta della sua cattedrale; se si rivolge l’attenzione a Cassino, il pensiero corre subito alla guerra, ma anche alla sua abbazia; se si guarda al suo capoluogo, Frosinone, il pensiero non può che correre ai due suoi santi patroni, ben due Papi, Ormisda e Silverio, padre e figlio, unico caso nella storia della chiesa, entrambi santi di grande rilievo.
Ma non solo questo. Il capoluogo può vantare un’antichità quasi pari a Roma, ma è stato il Risorgimento, il periodo storico nel quale Frosinone ha dato il meglio di se. Sembrerà strano, ma dopo Napoli e Torino, il capoluogo della Ciociaria è stato uno dei più attivi centri della Carboneria, ma ha proseguito con il mazzinianesimo, fino all’Unità italiana. E a tal proposito l’associazione Vivi Ciociaria ha organizzato una passeggiata notturna per le vie di Frosinone sui passi e nei luoghi della Carboneria. Si è percorso il cammino che quegli uomini ardimentosi solevano fare per riunirsi, cospirate ed insorgere.
Si è così riscoperta non soltanto una storia dimenticata, ma ci si è mossi attraverso quelle vie e quei palazzi in cui la storia si è svolta realmente e si è ricordato l’azione, le drammatiche vicende e le troppo spesso tragiche vite vissute che, per ideali superiori, hanno spazzato via intere famiglie, il loro benessere e la loro tranquillità. Ma anche di santi, come san Gaspare del Bufalo e la sua casa frusinate. E pure di patrioti come Nicola Ricciotti, definito dai curatori dell’edizione nazionale degli scritti di Mazzini come “una delle figure più pure del nostro Risorgimento”, di Luigi Angeloni, suo cugino, che è stato uno dei primi pensatori politici dell’Italia federale, dei deputati della Repubblica romana del 1849 (Marcocci, Turriziani, Kambo e Guglielmi), e prima ancora al console della prima repubblica romana del 1798, come Giacomo De Matthaeis.
Una storia di fatto sconosciuta non solo a chi non è della città, ma più ancora colpevolmente a chi è frusinate. Questo è il merito dell’associazione e che ha voluto come guida Domenico Ricciotti appartenente alla famiglia del patriota e conoscitore della storia e dei luoghi più nascosti del capoluogo ciociaro.
E con sorpresa di tutti ha preso parte alla camminata storica anche il Prefetto della provincia di Frosinone Emilia Zarrilli che, con una curiosità che le fa merito, ha interloquito con la guida sorprendendosi di come non fosse noto al vasto pubblico il contributo che la città e la provincia hanno dato nel corso della sua storia.