di Domenico Ricciotti
La strage del mercatino di Natale a Berlino, di qualche giorno fa, dopo quelle di Parigi, Bruxelles e Nizza, ci ha fatto sentire ancora più deboli di quello che pensavamo.
La nostra civiltà ha di fatto cancellato l’idea della morte dal nostro orizzonte e quando all’improvviso noi veniamo posti davanti alla morte, magari violenta, ne siamo terrorizzati e cerchiamo di fuggire al nostro destino non pensandoci più.
Il mondo occidentale è per sua natura debole, dominato da un pensiero globale debole che si regge solo sul successo economico, sul suo effimero potere e su una idea di relativismo cosmico. Questo noi crediamo che sia giusto, perché il denaro è il potere, così come la finanza è il potere, dimenticando che la vita non è solo denaro o successo economico. Questo è il successo della società occidentale, ma per paradosso è il suo limite e la sua debolezza. L’uomo, o meglio l’umanità, ha necessariamente bisogno di altro, di qualche cosa che trascenda la materia, ha bisogno di infinito, ha bisogno di risposte che siano altro rispetto alla materia. Forse perché il successo arride a pochissimi, mentre l’umanità intera si arrabatta cercando di mettere insieme il pranzo con la cena, quando non se ne ha la possibilità di averne almeno uno.
L’Islam, lo dice il termine stesso, ha il significato di sottomissione. Tutto è sottomesso alla volontà di Allah, ovvero come Dio vuole. Nessuno vive inutilmente, tutto è deciso dal volere di Allah. La vita e la morte sono scritte fin dal principio della creazione. Se uno uccide, in realtà, compie la volontà divina. E solo chi fa parte della Umma, la comunità dei credenti e compie i cinque pilastri del buon credente (sottomissione, preghiera quotidiana, elemosina, digiuno e pellegrinaggio), allora, anche se sbaglia, avrà conquistato comunque il paradiso e godrà della vicinanza divina. Ma questo vale solo per gli uomini. Questa è la forza degli islamisti: se sbagliano, non è colpa loro, dato che si sono immolati per la verità, e dato che hanno tolto dalla faccia della terra gli infedeli, ma hanno compiuto solo la volontà di Allah. Così è scritto nel Corano. Il premio è comunque il paradiso, anche se passa attraverso il dolore, la sofferenza e la morte degli altri e di se stessi.
L’occidente, invece, ha perso la sua identità. Ha perduto il senso ultimo della rivoluzione cristiana. Ha creduto che con gli ideali della rivoluzione francese (ripetizione di quelli cristiani, ma senza la presenza del divino) l’uomo avesse conquistato il suo posto nell’universo e fosse riuscito a cacciare Dio dalla terra. Ma ecco che nella scristianizzazione, quasi completata, dell’Europa e del resto dell’occidente, è sparito il concetto di morte, di sacrificio, di dovere, di identità delle proprie radici. E l’esempio massimo si ha avuto quando dalle Costituzioni europee è sparito, per volontà soprattutto del governo francese, ogni riferimento alle radici giudaico-cristiane. Questo ha di fatto cancellato la difesa della dignità di ogni singolo uomo, visto come persona e non come individuo, consegnandolo in balia del moloch della finanza globale spersonalizzata. Da qui la distruzione della società greca e di quelle società con una economia debole, facile da essere fagocitate, lasciando così interi popoli alla fame. Il colonialismo aveva già compiuto quest’opera nel cosiddetto terzo mondo. Il comunismo lo aveva fatto nel cosiddetto secondo mondo, ma ha perso. Oggi tocca al mondo occidentale, il primo mondo, che lentamente lascia che, stato dopo stato, la finanza mondiale distrugga ogni rimasuglio di umanità.
Scristianizzandosi la società occidentale non ha più una sua identità ed è, quindi, in una posizione di assoluta debolezza e nel confronto con una identità fortissima, come l’Islam, finirà inevitabilmente per perdere. Infatti, se un debole si confronta con un forte, il debole ne risulterà sempre perdente. Invece, se due forti si confrontano, nessuno prevarrà sull’altro, nessuno sfiderà l’altro con il rischio di soccombere. E da questo confronto potrà partire un dialogo costruttivo. Però, l’occidente, avendo distrutto la propria identità cristiana, inevitabilmente risulterà soccombente alla forza violenta dell’Islam islamista e al suo governo della finanza mondiale.
Riscoprire le proprie radici, quelle cristiane che portarono per prime le idee di libertà, uguaglianza, fratellanza e umanità, è ancora possibile e, forse, solo attraversando il purgatorio del terrorismo islamista, l’occidente potrà riscoprire la sua vera identità.