Con un discorso ‘schiattoso’, gli stellini negano la fiducia a Draghi, sfiorando il tema, questo sì vero, dell’uso smodato e intollerabile dello strumento del decreto legge per governare. E ora? Non esiste solo Mario Draghi, certo, ma Draghi è stato la prova provata della possibilità che l’Italia diventi un Paese serio e civile. Ora il proscenio sarà occupato da Giggino, Renzi, Salvini, Letta, Conte e via precipitando
Al termine di una giornata convulsa -direbbero i cronisti, e lo hanno detto-, il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso, e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni e lo ha rinviato al Parlamento.
Sorvoliamo sulle motivazioni e sul racconto degli avvenimenti, e vediamo in termini (perdonatemi!) logico-etici ciò che accade.
Cominciando dall’ineffabile professor Domenico De Masi, illustre studioso, del quale ho detto e ripetuto ho il massimo rispetto e stima, cioè, non sto facendo la solita affermazione di cortesia che non si nega a nessuno. Ma questa stima traballa molto, moltissimo, e ancora di più traballa la valutazione positiva della sua etica, perché appare più che evidente che sta facendo esattamente quello che nega di voler fare: il consulente, esterno se volete e non ufficiale, del partito (altrove il semantema sarebbe diverso), senza curarsi, però, né di spiegare il perché dei suggerimenti che dà, né di indicare il modo giusto per seguirli. Dopo di che, assiste soddisfatto e con l’occhio attento dell’entomologo, l’effetto dei suoi consigli. Peccato, lo credevo più scientifico.
Mi ha colpito il viso soddisfatto, sorridente di alcuni stellini, anzi, di alcune stelline, che seguivano -senza mascherina- il discorso della loro capogruppo, con l’aria soddisfatta di chi finalmente sente dire le cose che vuole sentire … a Napoli l’avremmo definita con una parola intraducibile ma espressiva, come poche: ‘schiattosa‘.
Sta in fatto che con una incoerenza degna di miglior causa e con un discorso che assomigliava a quello di un bambino cui il padre vieti di consumare tutte le caramelle del pacchetto, gli stellini del Senato negano la fiducia a Mario Draghi. Perché badate, e certamente di ciò De Masi non è né era all’oscuro, anzi, era proprio ciò che intendeva, gli stellini del Senato non dicono no al decreto (colpevole di contenere qualche razionalizzazione del reddito di cittadinanza e del super bonus), per dire no al quale al Senato devono negare anche la fiducia al Governo, ma dicono, con un discorso perfino interessante anche se non condivisibile praticamente in nulla, tutto ciò che nei mesi del Governo Draghi a loro non è stato ‘dato‘, proprio così, usano questo termine, lo ripeto, molto infantile, ma anche inaccettabile, i-nac-cet-ta-bi-le!
Il discorso, in altre parole, non è l’affermazione tecnica di una situazione di costrizione (devo dire no alla fiducia perché non posso dire no al decreto), ma è la rivendicazione della ‘storia‘ del partito degli stellini, con (e qui, davvero mi piacerebbe sapere che ne pensi il prof. De Masi) l’orgogliosa rivendicazione di ciò che è stato fatto dai Governi Conte-pochette nelle sue due diverse incarnazioni, di estrema destra (ve li ricordate i migranti lasciati in mare ad aspettare un porto, ecc.?) e di sinistra, fino alla ridicola incoronazione del Signor pochette a ‘riferimento per la sinistra‘! Meno male che Zingaretti ha un fratello!
E, forse rendendosi conto della assurdità di quel discorso, la capogruppo ha rivendicato che il loro partito non ha interesse alle idee, ma ai fatti, alla realizzazione delle cose.
E, di nuovo, resto stralunato. Nel 2022 ancora c’è chi afferma che si fanno le cose indipendentemente dalle idee? Posizione, lo ricorderete, cardinale del duo ineffabile Giggino-Dibba, quando abolivano la povertà grazie all’indebitamento dell’Italia fino all’inverosimile, andavano a Strasburgo a mostrare le marchette a Macron, e a Parigi a sollecitare il sostegno ai giubbetti gialli, che … li cacciarono!
Professor De Masi, questo ha insegnato agli stellini? o è colpa di Vincenzo Scotti, il presunto pensatore occulto di Giggino? Ma che gente sono costoro? Gente che non ha idee, che non fa scelte etiche guidate dalla cultura … già ‘dicesse Conte’, scriveva l’altra sera un Senatore estraneo alla sintassi italiana.
E allora, mi tocca fare un altro, per me difficilissimo e dolorosissimo passo, e cioè condividere una osservazione dell’uomo, per me, peggiore nonché della Repubblica italiana, dell’umanità, Matteo Renzi Matteo, che osserva (con un cinismo da Santa Inquisizione … quando lo fece lui andava bene?) che gli appare (ed invero è) assurdo a dir poco che il signor Federico D’Incà, Ministro dei rapporti con il Parlamento, vada in Parlamento, appunto, ad annunciare la richiesta di fiducia del Governo del quale fa parte e a nome del quale parla, per poi votare contro la fiducia … a sé stesso! Per carità, non voglio mica dire che Renzi non farebbe lo stesso (anzi, se non sbaglio lo ha fatto, quando ha silurato il pochette2), ma certo una cosa del genere è ai limiti del ricovero coatto: siamo alla schizofrenia, pericolosa. E lo stesso, fa notare il medesimo Renzi, vale per il Ministro Patuanelli (quello che Draghi chiama Stefano) ma anche per parecchi altri.
Va dato atto, alla irrilevante capogruppo del Senato, di avere detto almeno una cosa giusta, senza rendersene conto, però, e senza spiegarla: e cioè senza usarla politicamente, come avrebbe fatto se fosse capace di ‘fare’ politica e di pensarla. Quando ha detto o lasciato capire (tesi sostenuta anche dal suo Maestro De Masi) che l’uso del Decreto legge e della fiducia aveva impedito ai lucidi stellini di opporsi a certe misure, e ad altre no. Ma perché nel Governo chi c’è: io? Che ci fate lì, oltre a prendere lo stipendio?
Ha colto il punto, ma, temo, non lo ha minimamente compreso. Perché il problema è serio, serissimo e dura da tempo, come ho osservato anche io: il tema è quello dell’uso intollerabile dello strumento del decreto legge per governare. Strumento, sia chiaro alla predetta capogruppo, usato largamente sia da Conte-pochette1 che da Conte-pochette2.
Qui il discorso è molto serio e importante, perché attiene al tentativo strisciante di colpo di Stato presidenzialista … e anche su questo ho scritto molto chiaramente, dicendo anche che, io, di Sergio Mattarella non mi fido più.
Premesso che, come è evidente a tutti, la discussione vera e propria delle leggi in Parlamento, per lo più porta alla luce nonché la pochezza dei parlamentari stessi, la estrema strumentalità degli argomenti e la propensione a ‘perdere tempo’, rinviare, procrastinare, ammorbidire, bizantineggiare ogni provvedimento legislativo. Ciò è assolutamente vero, purtroppo, e la colpa, alla fine, è nostra che mandiamo quella gente al Parlamento: di ciò siamo responsabili tutti noi cittadini (compreso quel quasi 50% che ormai non vota più) e i partiti osceni dei quali disponiamo che sono concordi, tutti e unanimemente, ad impedire che vi siano mai leggi elettorali che permettano la scelta (e quindi la presentazione) di persone di -magari moderato- livello. E ciò si spiega bene col fatto che persone di livello, impedirebbero ai capi-bastone di … bastonare!
Ma, pur ciò posto, è un dato di fatto che l’uso smodato –anzi, esclusivo, se pensate che una legge ogni tanto voluta dal Parlamento finisce nella melma, basti pensare alla legge Zan, a quella sullo ‘ius scholae’, ecc.- del decreto legge, che la Costituzione vuole solo per ‘argomenti‘ -un argomento alla volta- urgenti e indifferibili. Invece, ormai, con la piena e perfino soddisfatta, partecipazione del Presidente della Repubblica, i governi degli ultimi decenni governano con i decreti legge e con l’imposizione della fiducia, per stroncare le lungaggini parlamentari: del resto siamo entrati in guerra senza la decisione del Parlamento e con la complicità del Presidente della Repubblica.
Avrei perfino potuto condividere con gli stellini un discorso su questo tema. Ma l’esaltazione dei Governi bifronte di Conte, me lo impedisce.
E ora?
Non esiste solo Mario Draghi, l’uomo del destino è una pessima idea. Ma, posto pure che Draghi come uomo di destra quale è ed era non mi soddisfaceva, è stato però la prova provata della possibilità che l’Italia diventi un Paese serio e civile, anzi, che Paese serio e civile lo è, se lo si lascia vedere.
Ora il proscenio sarà occupato da Giggino, Renzi, Salvini, Letta, Conte e via precipitando.
Oddio, in agguato c’è sempre Giuliano Amato, l’uomo del ‘sono sempre qui’.
Si noti, infine: in un momento così difficile, così pericoloso, così contestato, il Presidente del Consiglio, dopo un comunicato durissimo e forse definitivo, parlerà al Parlamento solo Mercoledì, il week-end innanzitutto! Che vergogna.
Giancarlo Guarino – L’Indro