Che brutto clima che c’è in Italia.
Una politica calata dall’alto e tutt’altro che democratica è riuscita nel “capolavoro” di aizzare l’86 per cento degli italiani contro una fetta pressoché infinitesimale di ciò che resta, di altri italiani insomma
Sì perché, tolti coloro che nonostante le regole e i ricatti, per ragioni loro il vaccino non se lo possono fare, rimane davvero niente.
Eppure quel manipolo di testardi sulle pagine dei giornali e negli schermi delle televisioni diventano un’intera orda di fomentati, di pazzi pericolosi, di mostri da additare quasi per tutti i mali del mondo.
Mali che la politica, gli altri mali, non il Covid, non sa curare.
Tutto qua, facile facile.
Il “capolavoro” è riuscito, grazie anche alla complicità di un certo “giornalismo”, che non fa soltanto rima con servilismo ma che è addirittura complice di questo show scempio.
Il “capolavoro” doveva e deve riuscire a tutti i costi, per la stessa ragione, altrettanto semplice, addirittura lampante.
Perché deve ingigantire pure i fenomeni da baraccone, perché deve creare i mostri.
E se non li trova, se li deve inventare, li deve mandare comunque dritti in scena.
Enormi, abbaglianti:
“La colpa è loro!”
Ma di che? Del lavoro che non c’è?
Delle pensioni che non vedremo mai?
Del caro benzina o del rincaro delle utenze?
Questi sono i mali che la politica non sa curare.
Quelli di una globalizzazione che ci aveva promesso di poterci rendere tutti più ricchi e che, con il colpo di grazia di una moneta unica gestita malissimo, ci ha resi invece tutti più poveri, di colpo e definitivamente.
Questi sono i veri grandi drammi del nostro tempo, per non parlare poi del tempo delle generazioni nuove.
Ma tanto adesso, ecco l’escamotage perfetto:
“La colpa è loro”, no?
Di chi, di quanto, di quel 10 per cento?
Di tutto: “La colpa è dei no-vax!”
E tutti a belare dietro, mentre non sanno manco più come fare la spesa.
Luca Marfè – Atlantico