Elezioni in Germania, vince il caos e non sarà facile formare un nuovo governo: per l’Europa rischio austerity se la Cdu tornerà a comandare
Dopo Angela Merkel, il diluvio. O meglio condizioni di instabilità ampiamente previste alla vigilia delle elezioni parlamentari in Germania che hanno confermato il clima di incertezza respirato già nei sondaggi.
I risultati parlano chiaro ma testimoniano che si apre una pagina non semplice. La vittoria dei socialdemocratici della Spd non è netta anche se sono il primo partito con il 25,7% dei voti. Appena alle loro spalle il Cdu-Csu, partito della Merkel, con il 24,1% dei voti. Decisamente il peggior risultato della storia, anche se i sondaggi fino a poche settimane fa non li vedevano oltre il 20%.
Decisivi per la formazione del prossimo governo saranno quindi gli altri partiti a cominciare dai Verdi con il 14,8% (decisamente meno delle ultime Europee). E un ruolo importante lo avrà anche il partito liberale Fdp con l’11,5% mentre l’Afd (il partito che fa riferimento ai sovranisti) ha scavallato di poco il 10%.
Il candidato Cancelliere in pectore è quindi Olaf Scholz, 63enne ex sindaco di Amburgo che guida la Spd e ha già messo le mani avanti. “Il risultato per ora non è per nulla chiaro, ma metteremo tutto l’impegno per formare un governo”.
Intanto due in realtà sono le ipotesi più accreditate al momento. La prima è quella di un governo guidato da Olaf Scholz, con la Spd alleata di Verdi e liberali. La seconda invece porta al successore di Angela Merkel nela Cdu, Armin Laschet, come Cancelliere sempre insieme a Verdi e liberali.
Da un lato quindi un governo spostato a sinistra, che in questo momento piacerebbe anche all’Europa perché significherebbe revisione del Patto di Stabilità e maggiore flessibilità per tutti. Dall’altra invece se vincesse la linea della continuità con gli esecutivi Merkel, vincerebbe anche la linea del rigore e dell’austerity che poco piace a numerosi altri Paesi.
Sullo sfondo, l’ipotesi della ‘Grosse Koalition‘, cioè ancora una volta Spd e Cdu al governo insieme. I socialdemocratici, nonostante i sondaggi fino alla data delle elezioni non prevedessero una loro vittoria schiacciante, hanno sempre respinto questa ipotesi. Ma ora c’è tempo fino alla metà di dicembre per trovare un accordo reale.
Federico Danesi