Dopo le alluvioni ora
si contano gli ingenti danni
Dopo le alluvioni che hanno flagellato soprattutto il Piemonte, la Liguria e la Sicilia ora l’allarme sembra proprio rientrato e le previsioni fanno ben sperare. La piena del Po che fino a poche ore fa faceva paura si è spostata verso il territorio lombardo e adesso sta interessando la zona di Pavia, punto nel quale confluisce il Ticino nel grande fiume.
Nella mattinata intanto la Protezione civile della Regione Lombardia attraverso le Prefetture ha diramato un comunicato in cui si ribadisce il rischio idraulico di moderata criticità nella Bassa occidentale che interessa precisamente il cremonese, lodigiano e il pavese. Identica situazione nella Bassa pianura orientale tra le province di Cremona e Mantova che rimangono costantemente in preallarme piena del Po. Spostandosi invece verso l’area nord della Lombardia si viene a sapere che è rientrata anche l’allerta del rischio idrogeologico nelle zone tra Varese e Como.
Da registrare inoltre l’andamento della piena del Tanaro che e scesa verso Alessandria fortunatamente senza provocare ulteriori danni. Oltre alla conta dei danni altrettanto doloroso è il bilancio delle vittime. Non si hanno notizie di un agricoltore che sarebbe caduto nel Pellice vicino a Torino mentre in Liguria è morto un pescatore e all’appello mancano quattro persone. Come dispersi risultano altri due uomini in Sicilia.
Senza poi considerare il dramma di migliaia di sfollati costretti ad abbandonare le proprie case nel nordovest, le strade seriamente danneggiate per gli smottamenti, le coltivazioni ormai irrecuperabili danneggiate dalle esondazioni dei fiumi.
Anche se è ancora prematuro avere un quadro dettagliato delle perdite è utile soffermarsi proprio sui gravi danni provocati al comparto agricolo ricordando che i danni al momento stimati per quanto riguarda il settore agrumi raggiunge oltre la metà della normale produzione. A peggiorare la situazione anche i collegamenti interrotti che hanno isolato completamente le cascine agricole. Stessa drammatica condizione registrata nelle Regioni Liguria e Piemonte dove gli appezzamenti sono letteralmente allagati come finiti sott’acqua stalle, fienili, scantinati e parti produttive riparate dalle serre.
La Coldiretti è già al lavoro per fornire i primi rapporti relativi ai danni e si sta valutando la seria ipotesi di chiedere lo stato di calamità. E, purtroppo, le condizioni per tale richiesta ci potrebbero essere tutte.
Nelle prossime ore si profila oltretutto un altro pericolo nelle aree montane: l’allarme valanghe. Infatti le nevicate in questi ultimi giorni sono state particolarmente abbondanti (al Sestriere è caduto oltre un metro e mezzo di neve) e il rischio valanghe è decisamente elevato dato che nelle prossime ore le previsioni danno un sensibile aumento delle temperature.