Il ‘sistema’ Rai lo si scopre oggi? Intanto Meloni e Salvini lottano per l’egemonia del centro-destra, e Draghi e Figliuolo mettono in sicurezza il Paese

Erano altri tempi… Circostanze diverse, e ‘attori’ politici di ben altro spessore, quando Ennio Flaiano conia un aforisma-manifesto: «La situazione politica italiana è grave ma non è seria». Potrebbe essere il sintetico, esatto titolo per una cronaca politica di questi giorni: un combinato disposto fatto di mancanza (peggio: incapacitàdi serietà, che si traduce in una condizione di precarietà, e una crisi collettiva di identità.
Una situazione ben ‘descritta‘ dall’ultima polemica che campeggia su giornali e televisioni, quella che ha per protagonista il cantante Fedez.

Schermata-2018-03-11-alle-15.11.35

Al netto delle tante chiacchiere di queste ore, sembra di capire che l’essenza dello scandalo sia costituito da un ‘sistema‘: dirigenti della terza rete RAI ricordano a Fedez che esiste un ‘sistema‘ (ovviamente non scrittoma rigidamente codificato e osservato), e invitano il cantante ad adeguarsiFedez rivendica un diritto pieno di esprimersi come credeed effettivamente riesce nel suo intento: nel corso del suo intervento durante il concerto del 1 maggio dice quello che crede di dover dire. Denuncia anche le pressioni subite, e per corroborare la sua versione diffonde attraverso i social la registrazione di una telefonata intercorsa tra lui e i due responsabili della terza rete. Al di là del caso specifico, lo scandalo è l’essersi appellato al sistema‘. Il vertice RAI nega che esista un ‘sistema‘, ma è palesemente un arrampicarsi sui muri.

Anni fai tre telegiornali RAI erano lottizzati in base a un criterio spartitocratico: ‘Tg1’ democristiano; ‘Tg2’ socialista; ‘Tg3’ comunista. Tutti lo sapevano. Bruno Vespa ebbe l’imprudenza di dire esplicitamente che il ‘suo editore di riferimento era la DC’, e fu scandalo. Ma anche quello era un ‘sistema’.
Non ci sono più i partiti di un tempo, e neppure dirigenti e leader politici di quel calibro; ma il sistema‘, in quanto logica e pratica, è rimasto immutatomagari peggiorato, se possibile, grazie alla cosiddetta legge Gasparri, e poi ai ritocchi voluti da Matteo Renzi.

IM_Bruno_Vespa-1200x800
Vespa all’epoca disse che il suo editore era «il Parlamento, di cui la DC rappresentava il partito di maggioranza…La Rai è sempre stata nel bene e nel male lo specchio del Paese, e di come il Paese è stato amministrato». DC a parte, resta attuale tutto il resto. In queste ore molti protestano e levano la loro voce contro le le persone che incarnano il ‘sistema‘; ma chi le ha ‘piazzate(non solo loro, beninteso), dove si trovano, e con il preciso incarico di tutelare il ‘sistema’ stesso. Sono gli stessi che oggi protestano, e chiedono alle persone da loro ‘piazzate’ di rendere conto di quello che hanno fatto e detto. Un paradosso di ipocrita sapore.
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle chiedono scuse e dimissioni. Il leader della Lega Matteo Salvini parla di vicenda ‘tutta interna alla sinistra’. E’ evidente che tutto questo polverone viene e verrà usato perché è imminente il rinnovo dei vertici Rai.
La Rai è un’azienda politica per eccellenza: è prona a una commissione di Vigilanza, per legge. Chiedere i partiti fuori dalla Rai significa innanzitutto cambiare la legge. Se non si parte da qui, si fa solo della fuffa.

Ad ogni modo che il Primo Maggio, quello che questa ricorrenza significa, e che la politica in generale sia monopolizzata dal dibattito Fedez Sì, Fedez, è paradossale e la dice lunga di una generale situazione.
Un’occhiata ai sondaggirivelano una situazione in divenire che è destinata, probabilmente, a provocare movimenti la cui portata la misureremo a breve. Se il trend viene confermato, e soprattutto lo si vedrà in occasione delle elezioni amministrative d’autunno, nel campo del centro-destra si assisterà a un rovesciamento dei rapporti: il partito guidato da Giorgia MeloniFratelli d’Italiasopravanzerà la Lega di Salvini. Un anno fa Fratelli d’Italia era data al 13,5 per cento, più o meno la metà della Lega. Da allora una lenta, inesorabile erosione: Salvini scende al 22,3 per cento; Meloni è a quota 17,7 per cento. Tutto fa credere che la marcia di avvicinamento (e poi di ‘sorpasso’) sia destinata a proseguire. Comunque siamo già al testa a testa.

matteo-salvini
Salvini non è certo tipo da accettare passivamente la situazione; e comunque, oltre all’offensiva dell’amica-nemica Meloni, deve anche fare i conti con le istanze e le pressioni ‘interne‘ dei governisti della Lega, guidati dal silenzioso ma determinato Giancarlo Giorgetti. Sarà interessante vedere a fine 2021, chi sarà di fatto scelto, come candidato premier, dall’elettorato del centro-destra. Non c’è comunque dubbio che se Fratelli d’Italia supererà nei consensi la Lega, Meloni non ci penserà due volte a rivendicare la golden share per Palazzo Chigi. Al suo arco ha molte frecce, Meloni, a cominciare dalle mutevoli alleanze, prima con il M5S e poi con il PD: non proprio un modello di coerenza da esibire.
Facile prevedere, dunque, che Salvini farà di tutto per ostacolare la marcia della sua formale alleata, e cercherà di collocare ogni sorta di bastone tra le ruote del suo carro. La rissa sulla presidenza Comitato Parlamentare sui Servizi di Sicurezzache la Legaviolando la leggerifiuta di cedere a Fratelli d’Italiaè solo un prodromo della lotta senza esclusione di colpi cui assisteremo. Non ci sarà posizione e postazione di potere che non sarà duramente contrattata. Vale per le presidenze delle commissioni, per la RAI, per i candidati sindaci.

sp

In questo quotidiano gioco al massacrogli unici che ne escono bene, al momento sono il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il commissario straordinario per il contrasto alla pandemia, generale Francesco Paolo Figliuolo. Sarà ancora lunga, ma i primi risultati si cominciano a intravedere. «Messi in sicurezza gli over 65 la campagna vaccinale sarà aperta a tutte le classi di età», annuncia il generale Figliuolo. «Sulla somministrazione del vaccino anti Covid agli over 80 ci siamo, con copertura già dell′85 per cento; sugli over 70 siamo lì, sugli over 60 e anche sugli over 65 è opportuno insistere. Dobbiamo completare su queste classi concentriamoci sugli over 60 e over 65, poi apriremo in maniera multipla e parallela su tutte le altre classi».

vaccini
Figliuolo annuncia che con le forniture di maggio si arriverà a un totale disponibile pari a quasi 25 milioni di dosi: «Il prossimo step sarà sulle classi produttive. I vaccini arriveranno, maggio sarà un mese di transizione. Dopo pensiamo all’estate, alle vaccinazioni nelle scuole, come si faceva una volta negli anni Settanta».
Se a questi annunci verrà dato concreto seguito, ecco che tutte le polemiche di questi giorni, ci appariranno davvero, alla Flaiano, qualcosa di poco o nulla serio, anche se gravi. E legittimamente si potrà dire: grazie Presidente Draghi, grazie generale Figliuolo, che avete vinto contro la Pandemia (e chi, consapevole o no che sia, la Pandemia l’ha aiutata).

Valter Vecellio