Spesso si sostiene con ragione che i social possono essere anche la cloaca nella quale scorrono i peggiori istinti umani, un fiume di vomito di cui faremmo volentieri a meno. Poi, quando ad aggravare il fetore ci si mette un personaggio famoso i miasmi sono ancora più nocivi, disgustosi, insopportabili
Che il movimento pentastellato sia da parecchio tempo caduto in rovina era noto – e non poteva essere altrimenti visto i disperati buoni a nulla reclutati dalla strada e di seguito miracolati con l’elezione in Parlamento – ma ora con il delirio pubblicato sul suo blog e su Facebook, il guru genovese ha messo una definitiva pietra tombale sulla propria indecente creatura stellata presentata con premeditato inganno anni fa agli italiani come la panacea di tutti mali della politica nazionale.
Demenziali le sparate del fondatore del movimento apparso in un video in cui difende il figlio accusato di violenza sessuale. Invece di chiedere scusa alla famiglia della giovane presunta vittima dello stupro – spetterà a un tribunale decidere su questa vergognosa vicenda – ha inscenato una inqualificabile e indecente pagliacciata.
La follia del comico è un fiume in piena che travolge la giovane e i giornalisti che avrebbero detto e scritto ogni nefandezza al solo scopo di dargli addosso con evidenti fini politici. Questo in sintesi il pensiero del barbuto che deve aver perso letteralmente la testa. Da convinto manettaro è diventato come per magia garantista per amore del figlio finito nei guai. Un repentino cambio di rotta per il giullare che evidentemente ha fiutato nell’aria un eventuale rinvio a giudizio per il proprio pargolo.
Ora diciamo che la disperazione di un padre è comprensibile ma la violenza delle parole utilizzate in quel messaggio per giustificare una violenza sessuale è inaccettabile, fuori da ogni logica. Qualsiasi persona sana di mente non può ammettere un tale comportamento. E lo stupro che la ragazza avrebbe denunciato dopo otto giorni? Troppi, a sentire il capo dei voltagabbana senza arte nè parte che manteniamo in Parlamento. Evidentemente il santone ligure è convinto che una tale tragedia come lo stupro – un terribile dramma, un dolore immenso che solo una donna che ne è rimasta purtroppo vittima può realmente comprendere e sopportarne il grave peso e le inevitabili conseguenze – sia di facile denuncia allo stesso modo come lo è un furto, uno scippo, una lite tra vicini.
Di vergogna, di umiliazione, di trauma psicologico, fisico e morale non ne tiene conto. Ma c’è di più. Il Grillo straparlante che vuol passare come maestro di vita non è inoltre a conoscenza di una questione sostanziale: il “Codice rosso”, ovvero l’articolato di legge che permette alla vittima di denunciare una violenza subìta fino a dodici mesi dall’accaduto, mentre prima il limite precedente era di sei.
Questo miserabile personaggio ha dimostrato dunque di non avere nessuna sensibilità per la sciagura, per la tragedia provocata da un tale reato. Non sa – o finge di non sapere – cosa uno stupro può provocare nella mente di una donna. E con sfacciataggine costui afferma addirittura che otto giorni sono troppi per superare lo shock di una tale violenza. Shock che invece, purtroppo, la maggior parte delle vittime di abusi non dimenticherà più per il resto della vita. Questa è la realtà. Altro che gli otto giorni che sono intercorsi tra la violenza (presunta) e la denuncia della giovane. Ecco perchè quello sproloquio lanciato in rete, il tono e l’arroganza, la brutalità utilizzata per difendere il figlio – facendo magari passare per consenziente la ragazza che alla fine potrebbe aver preso parte allegramente alla goliardata – diventa schifosamente insopportabile.
Naturalmente questa oscenità arrivata sul web avrà inevitabili ripercussioni sul piano politico. Soprattutto c’è chi si chiederà se l’indecente video metterà in pericolo l’alleanza tra Pd e grillozzi. Bene, possiamo affermare con ragionevole certezza che sicuramente non ci saranno conseguenze tali da compromettere il rapporto. Del resto i dem sono disposti a tutto pur di impedire una vittoria del centrodestra alle prossime politiche. Non è quindi un caso che Letta, palesemente imbarazzato, incalzato dai giornalisti abbia sì balbettato qualcosa ma oltre non è andato. Si è guardato bene dal prendere di petto Grillo e le sue esternazioni. Ma se le puttanate sparate dal giullare fossero state dette, per esempio, da un Salvini qualsiasi pensate che Letta avrebbe utilizzato la stessa democristiana cautela sul fatto accaduto?
Così come le varie Serracchiani, le pasionarie storiche sinistrorse sempre pronte all’insurrezione – se si tratta però di attaccare qualcuno di destra – dove sono finite? Non hanno nulla da dire su questa inaudita vergogna che calpesta la dignità della donna? Silenzi assordanti che evidenziano ancora una volta la mancanza di quel minimo di onestà intellettuale di cui la sinistra è miseramente sprovvista. Non parliamone poi delle nullità Conte e Di Maio: questi autorevoli e degni rappresentati dei peggiori saltafossi accetterebbero qualsiasi condizione, ingoierebbero anche badilate di letame pur di rimanere nei palazzi del potere. E perciò si sono guardati bene prima di attaccare di petto il loro guru.
Il tentativo disperato di rimescolare le carte da parte di Letta dopo il danno del video, ossia quando sostiene, come se nulla fosse successo, che il futuro dell’alleanza dipende dall’evoluzione del M5s, dal tentativo da parte di Giuseppi di creare un nuovo movimento è davvero patetico. Forse il segretario vuole far credere che mister pochette è in grado di realizzare “l’evoluzione” dei scappati di casa? Forse vuole far credere che il giullare, arrivato Giuseppi, come d’incanto si farebbe da parte, che rinuncerebbe a governare quella massa di trasformisti incapaci e ignoranti che fanno impallidire i tanto vituperati politici della prima Repubblica? Ma scusate, al Nazareno ci sono o ci fanno?
Possiamo comunque affermare, al di là di ogni considerazione, che Giuseppi continuerà senza difficoltà nella fiction politica da basso impero che lo vuole nel ruolo di interprete del “grande rinnovatore” dei grillozzi: come se i peggiori opportunisti e traditori dovessero improvvisamente cambiare pelle con il suo arrivo. Come è sicuro che da autentico camaleonte quale ha dimostrato di essere il “Re” degli ipocriti – sempre Conte naturalmente – nonostante la gravità dei fatti gli è già scivolato via il delirio del suo capo… perchè questa è la verità: Grillo rimarrà sempre il capo, il padrone assoluto della compagnia. E Conte dovrà rispondere a lui. Del resto l’orrenda squadra è stata voluta e creata dal giullare. Ecco allora che assume il carattere di satira quando qualche voce interna al Nazareno ha la faccia tosta di affermare che alla fine Letta ha aperto un confronto con il nuovo leader Conte e non con Grillo. Ma c’è ancora chi può credere a questi miserabili giochini? E’ in questo modo che i compagni cercano di riconquistare gli elettori perduti?
Cosicchè nel Pd non ci saranno grossi scossoni. Del resto Letta lo hanno fatto tornare da Parigi con un obiettivo ben preciso: perfezionare l’asse con i saltafossi. Dunque, che ne dica pure qualcuno, la follia del giullare non pregiudicherà in alcun modo la “straordinaria” strategia messa a punto dai dem che sbandierando ius soli, voto ai 17enni, porti aperti alle Ong e quote rosa tentano di recuperare consenso sperando di contrastare l’avanzata della destra.
Tuttavia in casa Pd c’è anche qualche timida voce che seppur con qualche disagio stigmatizza quanto sia strano che proprio il giullare, strenuo sostenitore del giustizialismo, abbia assunto una posizione nettamente contraria perchè stavolta ad essere coinvolto nel fattaccio c’è il proprio figlio. Ma tho, grazie al comico genovese abbiamo anche scoperto che si può essere giustizialisti a giorni alterni.