Il cosiddetto “sistema occidentale”, in primis l’Ue  e le multinazionali del settore farmaceutico,  stanno di fatto strumentalizzando la grave situazione sanitaria a fini geopolitici, economici e di potenza. Azione di forza che inevitabilmente finisce per sostenere i colossi che producono i vaccini e che vedono nella pandemia un business di enormi proporzioni al di là di ogni previsione.

Close-up medical syringe with a vaccine.

Ora l’Italia e il resto dell’Europa hanno urgentemente bisogno di vaccini e nonostante questo scatta il boicottaggio che di fatto blocca la diffusione dello Sputnik V, il vaccino russo tanto criticato e sottovalutato – naturalmente dai padroni del mercato – anche se sta conquistando un consenso sempre più ampio.

Consenso che trova origine da uno scrupoloso lavoro compiuto dai ricercatori che attesta l’efficacia di questo vaccino: il 91,6% dei casi non ha mostrato effetti collaterali. In sostanza la protezione è superiore al 90% nelle situazioni di malattia lieve e del 100% in quelle gravi. Quindi Sputnik è assolutamente allo stesso livello dei più gettonati vaccini americani Pfizer e Moderna… sembra che al mondo esistano solo questi.

Ma qualcosa si muove dopo le incertezze e le indecisioni dell’Ue che tra burocrazia e regole comunitarie ha di fatto provocato un forte rallentamento per accaparrarsi i vaccini. L’Unione è infatti piuttosto indietro rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito nella somministrazione e con l’attuale ritmo di vaccinazioni difficilmente colmerà il distacco in tempi brevi. Di conseguenza i ritardi e le forniture inferiori al previsto da parte dei produttori di vaccini hanno messo in difficoltà i paesi europei. E le cause di questo stallo sono da ricondurre all’approccio seguito dalla Commissione Europea, approccio più cauto e orientato a contenere i costi rispetto a quanto fatto da altri paesi. Insomma, Bruxelles nel corso dei negoziati con le case farmaceutiche cercava lo “sconto comitiva” e il risultato è che noi siamo rimasti tagliati fuori dalle forniture.

PODGORICA, MONTENEGRO - FEBRUARY 23: A ampule of the Sputnik V COVID-19 vaccine at the Montenegrian Hospital on February 23, 2021 in Podgorica, Montenegro. The country administered its first vaccinations over the weekend with a supply of Russia's Sputnik V vaccine donated by Serbia. (Photo by Filip Filipovic/Getty Images)

Così per evitare il rischio di arrivare a soluzioni inconcludenti e ulteriori perdite di tempo attraverso l’acquisto centralizzato alcuni Paesi si sono aperti un’altra strada: quella del “fai da te” . Il primo ministro della Repubblica Ceca Andrej Babis sta considerando la possibilità di ricorrere a Sputnik V per accelerare la campagna vaccinale e contrastare un nuovo preoccupante aumento dei casi positivi al coronavirus nel paese. Diversi altri paesi nelle ultime settimane hanno fatto dichiarazioni simili, o altri come l’Ungheria e la Repubblica di San Marino hanno iniziato a utilizzare Sputnik, segno di un crescente interesse verso un vaccino che fino a poco tempo, come detto, era stato accolto con riserve e scetticismo.

Adesso però anche a Bruxelles pare sia suonata la sveglia per i tecnocrati del palazzo avvolti dal torpore primaverile. Dopo aver sprecato tanto tempo, più per mera diffidenza politica e interessi vari che non un reale rischio sanitario, l’Ue ha deciso di tendere una mano a Sputnik. Dalle ultime notizie si apprende che l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, si è finalmente decisa di avviare l’iter per la revisione del vaccino russo per valutarne la conformità agli standard dell’Unione europea “in materia di efficienza, sicurezza e qualità”. Che dire: meglio tardi che mai.

Auguriamoci dunque che si provveda per un cambio di passo. Del resto dal Gamaleya Institute, il centro in cui si produce il siero, arriva un messaggio ben chiaro: Sputnik può garantire all’Europa decine di milioni di dosi. Si parla di circa 50 milioni di vaccini a partire da giugno. Non male visto che l’Ue, dopo un piano vaccinale disastroso e fallimentare e dopo accordi lacunosi e raffazzonati con le varie potenze del farmaco, si è ritrovata impantanata incapace di affrontare una grave pandemia di proporzioni planetarie. In parole povere nell’Unione i vaccini sono insufficienti. Le dosi concordate – con Pfizer-BioNTech, AstraZeneca e Moderna stanno arrivando, certo, ma in formato ridotto rispetto alle aspettative.

Intanto anche Roma inizia a guardare con attenzione al vaccino di Mosca. Dopo l’imminente autorizzazione prevista a breve da parte dell’Ema si subito dopo quella dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco da dove fanno sapere che oltre al via libera verrà analizzata l’efficacia del vaccino comparandola con quelli di Pfizer e Moderna.

Insomma, in una emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il mondo si devono necessariamente  superare i ragionamenti di geopolitica. Se il vaccino Sputnik offre un alto coefficiente di efficacia e di sicurezza non dobbiamo pensarci due volte e va preso immediatamente.