“Donald Trump si mette in aereo con la sua escort e vanno in Florida”. Queste le scioccanti parole pronunciate da Alan Friedman ieri ad Uno Mattina, nella puntata in onda sulla prima rete del Servizio Pubblico, dedicata alla giornata di addio dell’ex presidente USA e di sua moglie Melania e all’insediamento del nuovo Presidente USA Biden
In studio nessuno replica, nessuno si dissocia. Eppure tutto questo avviene davanti a giornalisti di lungo corso, volti noti della Rai, Marco Frittella (conduttore del programma) e Monica Maggioni, ex direttrice di Rainews 24, ex presidente dell’azienda di Stato, ex amministratore delegato di Raicom. Una giornalista, una delle poche donne ad aver conquistato le cosiddette poltrone del potere, che avrebbe dovuto rispedire al mittente l’orribile e sessista frase del collega, peraltro diffamatoria e la diffamazione a mezzo stampa è un reato molto grave.
Invece tutti hanno lasciato che Friedman concludesse il suo discorso. Solo alla fine la giornalista Monica Giandotti ha accennato una tiepida replica alla gravissima offesa del giornalista. Sarà forse perchè è la moglie di Stefano Cappellini, nome di peso del giornale diretto da Maurizio Molinari”, ossia Repubblica che non si è certo speso scrivendo pagine indignate sul fatto accaduto? Mah.
Quello di ieri è comunque solo l’ennesimo episodio gravissimo che si verifica nel servizio pubblico. Ci chiediamo cosa stia succedendo in Rai e perché i vertici non intervengano per fermare questa deriva. Non resta che augurarsi che dopo un fatto così grave la Rai si decida a prendere i dovuti provvedimenti ed eviti in futuro di ospitare il signor Friedman sulle reti della televisione pubblica.
In tutto questo è curioso e imbarazzante il silenzio dei radical chic della sinistra salottiera sempre pronti a dare lezioni di vita… con il doppiopesismo che contraddistingue questi campioni del comportamento. E anche questa volta non si sono smentiti. Non si registrano quindi particolari interventi di condanna per l’infelice e vergognosa uscita di questo personaggio che ha messo radici in Italia sempre pronto a dare lezioni di nauseante moralismo dall’alto della sua insopportabile presunzione. Purtroppo a sinistra sono fatti così: le donne che stanno sul fronte avversario non meritano nessuna considerazione, nessuna difesa contro attacchi volgari e offensivi. La loro dignità può finire sotto il tappeto e il radical gira la testa dall’altra parte.
Insomma, come spesso accade tutto è passato in cavalleria, qualche risatina ironica, una battutina e via alla prossima figuraccia… sempre su una rete nazionale, naturalmente. Ma proviamo un attimo a chiederci che cosa sarebbe accaduto se a essere definita “escort” fosse stata una qualsiasi esponente di sinistra.
Così mentre dagli ambienti femministi e politically correct si registra un silenzio assordante si leva – da rimarcare con grave ritardo – flebile una voce sui social. E’ quella di Laura Boldrini: “Ma si può definire Melania Trump una escort? Ci auguriamo che Friedman sia veramente inciampato sulla lingua come dice. Il linguaggio eccessivo e offensivo, che colpisce soprattutto le donne, è un male di questo tempo che va combattuto”.
Bene, nonostante le poche righe affidate a Twitter non è difficile cogliere che le parole di condanna dell’ex presidente della Camera siano inaspettatamente sommesse, misurate, timide, quasi come se la signora di Leu avesse il timore di esporsi in maniera eccessiva sul caso. E questo contrasta decisamente con il suo temperamento focoso al limite dell’esaltazione che conosciamo bene. Sempre pronta a strapparsi le vesti, a rotolarsi per terra quando c’è da scendere in piazza in difesa delle donne offese o quando c’è da accusare qualcuno di sessismo… purchè tutto questo rientri nella propria area di riferimento politico, ovviamente. E invece, ma guarda un po’ che strano, stavolta la compagna Laura ha twittato con il freno a mano tiratissimo, come se non volesse turbare le sensibilità delle compagne di partito che hanno fatto finta di niente, come se nulla fosse successo. Che si sono guardate bene dall’esporsi per la moglie del cattivone Donald causa di tutti i mali del pianeta.
Lasciando quindi perdere il doppio e triplo standard morale dei buonisti, i democratici, i severi femministi del Pd che si sono guardati bene dal rimarcare l’oscena uscita di Friedman ci si chiede come faccia la Rai a non ufficializzare una posizione netta in cui si dissocia e allontana questo commentatore una volta per tutte? Ricordiamo che per molto meno è stata cacciata gente.
Così su Melania si può dire di tutto: è bella, veste bene, ma, purtroppo per lei, non è Dem. E, colpa ancora più imperdonabile, si accompagna al più odiato presidente della storia americana. Perciò sia pure lapidata, se non altro mediaticamente. Nel silenzio generale.