Mentre nel mondo il Sars-Cov-19 comincia, tra alti e bassi, a fare il suo corso naturale, arrivano i vaccini realizzati a velocità supersonica. Sono sicuri? I dubbi rimangono. In compenso l’Italia, con il Governo Conte bis, sembra in bilico tra certe commedie di Luigi Pirandello e il film “Le vite degli altri”. Con le libertà personali che si vanno estinguendo in una tragedia che si colora di ridicolo
I vaccini contro il Coronavirus? Sono sicuri! Il cashback? Non sostiene le banche, ma i commercianti. La zona rossa a Natale? Bisogna evitare la terza ondata. E i ristoratori che hanno speso una barca di soldi perché sapevano che a Natale e a Capodanno avrebbero lavorato? Pazienza. I 18 pescatori di Mazara del Vallo ancora prigionieri in Libia? Vabbé, il Governo nazionale ha erogato 500 mila euro ai familiari, non si può avere tutto dalla vita! Il comitato ristretto che deve utilizzare i soldi del Recovery Fund? Lo vuole la Germania, ma non si deve dire, sennò gl’italiani si accorgono che l’Italia è un Paese a sovranità limitata.
C’è di tutto e di più, in questo Natale 2020, con il Governo Conte bis che sprofonda, trascinando l’Italia alla deriva.
L’argomento del momento è il vaccino contro il Coronavirus. Nelle scorse settimane non sono mancati i dubbi. E’ il caso del professore Andrea Crisanti, microbiologo, uno scienziato molto attento: “a gennaio senza dati non mi vaccinerei”.
Il problema è noto: il vaccino è arrivato a velocità supersonica, senza attendere i tempi necessari per una sperimentazione sicura. E c’è la segretezza sui test, che non fa che aumentare le preoccupazioni.
Visto che i vaccini sono arrivati, non sarebbe il caso di ascoltare cosa ci dice il professore Crisanti? I dati sono arrivati e ha avuto modo di studiarli?
Professore Salvatore Corrao, primario di un reparto Covid dell’ospedale civoco di Palermo e componente del Comitato Tecnico Scientifico della Regione siciliana:“Assistiamo in modo abbastanza preoccupante alla fine della medicina e della ricerca basate sulle ‘evidences’, cioè sui fatti scientifici documentabili e ad una sostanziale abdicazione alle proprie funzioni di vigilanza da parte degli organismi competenti. Se tali scelte possono essere comprensibili ancorché discutibili da parte delle aziende, non altrettanto comprensibili possono essere le reazioni di giubilo da parte delle autorità pubbliche ed in particolare di coloro che devono o dovrebbero sovrintendere alla salute dei cittadini, adoperando sempre principi di precauzione”.
Cosa pensa il professore Corrao quindici giorni dopo le sue dichiarazioni? Non sarebbe il caso di ascoltarlo? O ci dobbiamo vaccinare tutti per fede?
Sergio Abrignani, immunologo, virologo e ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano in merito alla possibilità che nel corso della vaccinazione si sviluppino altri effetti collaterali ad oggi non noti dichiara: “La risposta è sì. Ma qual è l’alternativa? Aspettare anni ed anni per attendere l’eventuale insorgenza di altri effetti collaterali e nel frattempo assistere alla morte delle persone? Le faccio un esempio. Quando si somministrava il vaccino orale contro la poliomielite, si sapeva che ogni milione di bambini vaccinati uno avrebbe contratto la cosiddetta poliomielite vaccinale, ovvero la polio causata dalla rivirulentazione del virus iniettato tramite il vaccino. Ma abbiamo smesso di vaccinare i bambini? No, perché per ogni bambino infettato dal vaccino ce n’erano migliaia che venivano salvati”.
Si potrebbe aggiungere che la poliomenite vaccinale era un possibile effetto conosciuto, mentre nulla sappiamo dei possibili effetti collaterali del vaccino contro il Coronavirus.
In questo scenario fino a che punto è normale ascoltare il vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri che afferma: “Se passiamo un anno, un anno e mezzo e poi scopriamo che meno del 30-40% della popolazione ha fatto il vaccino, una qualche forma di obbligatorietà secondo me sarà necessaria”. E in che cosa consisterebbe “una qualche forma di obbligatorietà”?
Oggi sembra di vivere con le libertà sospese in attesa. Di che cosa? Non si sa. Sembra un’atmosfera in bilico tra certe commedie di Luigi Pirandello e “Le vite degli altri”, il celebre film del 2006. Un Governo da Grande fratello che ci ‘consiglia’ come passare il Natale, che il 7 Dicembre voleva aprire le scuole e dieci giorni dopo vuole istituire la zona rossa in tutta l’Italia.
In poco più di un anno il debito pubblico italiano è passato da poco più di 2 mila e 400 miliardi di euro a 2 mila e 600 miliardi di euro. Mai, in poco più di un anno, è stato registrato un aumento così spaventoso del debito pubblico. Per fare che cosa, poi? I titolari degli esercizi commerciali colpiti dalla crisi sono stati risarciti come in Germania, con il 90% delle perdite? Ma quando mai! Abbiamo foraggiato biciclette, monopattini e banchi di scuola monoposto che nessuno vuole.
Il Governo ha detto ai ristoratori che potevano aprire e investire e ora non sa che fare. Conte e i suoi Ministri si riuniscono e parlano, parlano, parlano. I Tg li intervistano di continuo. E Governo e Tg parlano, intervistano, parlano, intervistano.
E mentre questi parlano l’Italia sprofonda.
Sulla propria pagina Facebook Salvo Fleres, ex parlamentare, e già consigliere regionale, scrive: “L’Egitto che si prende gioco della nostra magistratura sul caso Regeni, la Libia che non libera i nostri pescatori di Mazara del Vallo, la Tunisia che incassa i soldi italiani ma non filtra il fenomeno dell’immigrazione clandestina costituiscono solo tre aspetti del medesimo fallimento della politica estera del governo Conte/Di Maio. E poi c’è anche la Difesa che abbaia ma non morde e si limita a scortare le navi delle ONG o a fare qualche banale esercitazione per fingere di mostrare i muscoli che non ha. Che pena questa Italia e e che pena questa Europa che tace colpevolmente”.
Nient’altro da aggiungere.