Alla fine i grillini ribelli si sono fatti piacere il Mes in nome della poltrona. Anche Renzi opterà per la poltrona. Un governicchio così fa comodo a tutti, Renzi in testa. Dovrà solo faticare un po’ di più a strappargli qualche miliardo
Non avevo quasi finito l’articolo del lunedì, in cui esprimevo tutte le mie perplessità sulla capacità di questo Governo di affrontare non solo la crisi del Covid-19, non solo la crisi economica, ma anche solo la gestione ordinaria del Paese, che, puntualmente la danza riprende. La solita danza di colpi bassi, mosse e contromosse, manovrette da cortile.
Non avevo quasi finito, ripeto, di commentare con un barlume di interesse il dibattito provocato da Massimo D’Alema sul ‘cantiere della sinistra’, è vero non avevo fatto commenti sulle solite chiacchiere ambigue di Matteo Renzi e sulle fumisterie di Goffredo Bettini, ma il clima generale mi era parso interessante: si parlava di prospettive del Paese, di necessità di combattere il qualunquismo populista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni (e va bene non si poteva dire anche di Grillo, ma io potevo e infatti posso) con idee, ideali, progetti; qualcuno aveva perfino osato sussurrare la parola ideologia (zitti zitti, che se li sente il post-ideologico Giggino, gli va il lecca-lecca di traverso!), cioè sembrava di sentire parlare finalmente di politica non di cortile di servizio o almeno non soltanto. Non avevo, dico, nemmeno finito di fare quel commento, che … eccoci qui: tale e quale, tutto uguale, ricominciano i giochetti, i soliti triti, tristi, stanchi, fangosi giochetti da suburra, le solite acrobazie tattiche, le solite chiacchiere incomprensibili.
E infatti, un certo Vito Crimi, che non conta nulla ma si dà un gran daffare, garantisce (dato che non conta nulla, potete immaginare quanto conti la sua parola!) a gran voce che mai i grillini metteranno in crisi il Governo sul ‘MES trattato’, non sul ‘MES soldi’. Su quest’ultimo, auspice la fiera Meloni, sì. Perché, uno chiede, se ti danno dei soldi a tasso bassissimo, perché non prenderli e andarseli a cercare sul mercato ad un prezzo più alto? No, urlano gli stellini, in coro con la Meloni in controcanto e Salvini che fa il basso continuo, no, ci sono i controlli. E vorrei vedere, uno ti presto 37 miliardi e ti pare così strano che vuole vedere che cavolo ci fai? Vedere, non interferire. La cosa è chiarissima: l’unica condizione è spenderli per la sanità … ma i grillini vogliono le mani liberi per sprecarli come già i molti che hanno sprecato altrove, dal reddito di cittadinanza a quota cento, all’ILVA, ecc.
Ma poi, non è che se si ‘prendono sul mercato’ (frase bella ma stupida: mica uno va in piazza e dice datemi un po’ di soldi e quelli te li danno, no?) te li danno così senza controlli. Li fanno i controlli, eccome: tanto per dirne uno, lo spread. Se non sei affidabile, i prossimi li prendi al doppio del tasso di interesse! È molto più che i mitici ‘controlli’.
Ma no, loro i soldi li trovano con la patrimoniali dei riccastri italiani e con l’IMU della Chiesa (sono pure post-clericali, loro): non con le tasse eh, mai sia! Anzi, anche sta lotteria degli scontrini, che volgarità! Per fortuna che c’è sempre la soluzione Laura Boldrini a portata di mano: abolire la tassa sugli assorbenti, questa sì che è politica!
E sul ‘MES trattato’? Ah, quello mai, serve a salvare le banche … e ti pare niente, è la mano santa con queste banche disastrate che abbiamo. E anche qui ci sarebbe tanto da dire, ma lasciamo correre.
Sta in fatto che tutto ondeggia. Non perché ci sia rischio di caduta del Governo su questo, figuriamoci, ci tengono al posto i grillini, e non solo loro, ma solo perché i grillini vogliono lo scalpo del MES-soldi, cioè del prestito da non prendere. Servirebbero quei soldi a cercare di migliorare la sanità disastrata, specialmente dalle Regioni e dalla accidia e dallo sfruttamento, ma chi se ne frega, i grillini devono mostrare il pezzo di carne sanguinolenta che hanno vinto.
E sul ‘Mes trattato’ il Governo oggi non cadrà: l’intesa è stata trovata su di una risoluzione fumosa che dice tutto e il contrario di tutti ma secondo loro salva la faccia (di certo salva la poltrona) a tutti, e autorizza Giuseppe Conte a firmare la riforma del trattato sul Mes, così che i ribelli M5S sono quasi tutti ritornati al caldo ovile.
Ma poi, tornando alle ideologie. Eccoli lì, dicevo. Teresa Bellanova, il faro degli italoviventi, spara a zero contro il piano (che non c’è) del Governo sui fondi UE del Recovery Plan perché «non possiamo votare a scatola chiusa». Che vuol dire? Lo spiega subito Renzi dalle colonne del giornale agnellide: sui fondi e sulle iniziative bisogna discuterne con lui e quindi, afferma aulico: «Non divido i politici tra accentratori o decentratori, ma tra capaci e incapaci. Un premier che accentra ma raggiunge il traguardo va bene. Oggi i populisti guardano i sondaggi e gli indici di simpatia, i politici guardano il Pil e gli indici di disoccupazione. Spero che Conte voglia caratterizzarsi come politico e non come populista» e cioè? Accentramento a parte, che poi forse sarebbe un bene se non fosse l’accentramento della carica dei seicento, cioè un ‘casino’, il problema è il traguardo, dice Renzi, e allora io capirei che lui dicesse che il traguardo è diverso o che so io. Eh no, lui dice che alla identificazione del traguardo (ma sostanzialmente delle tappe intermedie, le uniche che gli interessino) vuole partecipare lui.
Insomma, tradotto in linguaggio semplice e comprensibile alle persone normali, si tratta semplicemente del fatto che Renzi vuole più potere nella spartizione dei fondi. Sì, avete letto bene, ‘spartizione’, perché semplicemente e solo di questo si tratta. Renzi e i suoi, ormai -e anche questo lo dico da settimane- alla canna del gas perché non decollano, cercano disperatamente di mettere le mani su un po’ di soldi per sperare, gettandoli in giro, di recuperare qualche voto o almeno (più probabile) qualche posto di sottogoverno per loro.
Dicono i commentatori che se ne intendono che sarebbero, queste, solo le prime mosse per fare cadere il Governo dopo l’approvazione del bilancio. Per ora si tratta solo di mettere le mani su qualche progetto. Dopo, si abbatterà il Governo.
Che pena, però: nel suo bell’articolo critico di questo bailamme, anche dei suoi amici grillini, Antonio Padellaro ‘dimentica’ i grillini che, mentre noi stavamo a litigare con le mascherina a guardare terrorizzati i vicini di casa, a piangere gli ormai quasi 60.000 morti, mentre loro stupidi nella loro superficialità manichea, stanno facendo terra bruciata da mesi per respingere i 37 miliardi del MES, per dire cavolate sulla patrimoniale, ma tacere sulle tasse che nessuno paga (loro o amici loro, inclusi?) … Che peccato: quando si è di parte, non si dimentica mai!
Alla caduta del Governo io ci credo poco. Un governicchio così fa comodo a tutti, Renzi in testa. Dovrà solo faticare un po’ di più a strappargli qualche miliardo, come Giggino che lo aspetta al varco (Conte, non Renzi), o Andrea Marcucci con i suoi alberghi, ecc. Tutti a proporre e sperare di mettere le mani in progetti avveniristici e folli ‘gestiti’ da Enel, Eni, Leonardo, per fare o meglio progettare (ma non realizzare) cattedrali, ma lisciare la strada a Conte per il suo futuro.
E infatti, questo Governo non è certamente gradito alla UE, che ormai, secondo me, non riesce più a capire chi dice cosa in Italia, e siccome i cordoni della borsa alla fine li hanno loro, si stanno preparando ad una strizzatina. Ma nemmeno alla gente, il popolo, quelli di cui parlavano con D’Alema. Quel popolo che non trova lavoro anche perché il meraviglioso Giggino è riuscito a fare pasticci tali che gli uffici del lavoro (già pessimi di per sé) ora non fanno più nulla, per cui abbiamo cinque milioni di disoccupati (in grandissima parte precari prima e poveri ora) che non trovano il lavoro (quasi un milione di posti, dice la Gabanelli) che le aziende cercano e non trovano. Direte, lavoro super qualificato. No, lavoro normale, perfino addetti alle pulizie, ma il pasticcio è tale che le aziende non trovano i lavoratori.
Sono questi i problemi reali di questo Paese, non solo per oggi, ma per domani: la politica si può fare solo pensando e programmando il domani e il dopodomani e, magari, sapendo di che si parla. Caro D’Alema, non basta dire che si deve farlo, bisogna farlo. E certo Renzi è la persona meno adatta, per non parlare di Giggino e via dicendo. Tanto più che i soldi del fondo di rinascita, ammesso che arrivino, non saranno senza condizioni: anzi!
di Giancarlo Guarino