Il dado è tratto: Luca Palamara è fuori dall’Associazione nazionale magistrati, di cui è stato presidente negli anni dello scontro più duro delle toghe con il governo Berlusconi
L’Associazione nazionale magistrati ha confermato con 111 voti a favore l’espulsione del pm Luca Palamara dal sindacato delle toghe, per gravi violazioni etiche. Su 130 accreditati, hanno votato in 113. L’assemblea ha respinto il ricorso del magistrato contro l’espulsione deliberata lo scorso giugno nei suoi confronti dal direttivo Anm in relazione ai fatti emersi dagli atti dell’inchiesta di Perugia.
“L’Anm a cui pensa Luca Palamara non esiste più e questo è un buon risultato. Se intendeva dire che dopo di lui l’Anm svolge un altro ruolo, non di autocollocazione, sono contento”. Così il presidente del sindacato delle toghe Luca Poniz ha concluso gli interventi. Il riferimento è a un’intercettazione in cui Palamara diceva che l’Anm, di cui lui è stato presidente, non conta più nulla.
Poniz: “Caso Palamara ha causato sfiducia nei magistrati”
“I fatti disvelati dall’indagine di Perugia hanno provocato conseguenze drammatiche per il sistema, ed innescato una crisi profonda, i cui effetti non sono del tutto prevedibili, oltre alla già percepibile, gravissima perdita di credibilità del nostro ruolo, con ciò che esso significa nel rapporto tra giustizia e cittadini” ha affermato Poniz, aggiungendo che la fiducia stessa dei cittadini è drammaticamente precipitata.
Palamara: “Mai barattato la mia funzione”
“Da magistrato e da cittadino che crede profondamente nel valore della giustizia equa ed imparziale ribadisco che le decisioni devono essere rispettate. Con altrettanta forza ribadisco di non aver mai barattato la mia funzione”, ha dichiarato Palamara dopo la conferma della sua espulsione.
La ricostruzione della carriera di Palamara
“Sono stato travolto e nella fiumana mi sono perso, ma non mi sento di essere stato indegno moralmente. Fino al 2008 ho fatto lo scribacchino di atti, prima a Reggio Calabria poi a Roma poi la mia posizione nella vita politico-associativa mi ha dato un altro ruolo. Ho vissuto un’altra vita, una vita di rappresentanza, se ho fatto bene o male non posso dirlo io” ha dichiarato Palamara.
Palamara ha ammesso i rapporti con la politica:
“Ho avuto rapporti con la politica. La frequentazione con la politica, il confronto sulle nomine è sempre esistito”, ha detto l’ex magistrato. E sul famoso appuntamento, quello all’hotel Champagne afferma che “non era un incontro clandestino” ha spiegato, riferendosi alla riunione in cui si parlò di nomine (in particolare del nuovo capo dei pm di Roma) alla quale, il 9 maggio 2019 parteciparono, oltre a Palamara e a 5 togati del Csm poi dimessisi, i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri.
A fine agosto la procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex consigliere del Csm Luca Palamara. In seguito alle accuse Palamara era stato espulso dall’Anm, accusando l’associazione di non averlo voluto ascoltare. L’inchiesta su Palamara, accusato di diversi episodi di corruzione, ha scosso il Csm, portando, come detto, alle dimissioni di diversi consiglieri per via delle intercettazioni telefoniche e telematiche.