Svolta storica in Medio Oriente. Fondamentale il ruolo di Donald Trump come mediatore in un accordo senza precedenti che vedrà Israele e gli Emirati Arabi Uniti aprire piene relazioni diplomatiche e Israele sospendere i piani di annessione in Cisgiordania. Immediata la reazione dei Palestinesi che liquidano l’intesa in maniera lapidaria definendola: “un tradimento”.
Israele ed Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo, con la mediazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per stabilire una “piena normalizzazione delle relazioni”. Gli Emirati sono il primo stato arabo del Golfo il terzo paese arabo, con Egitto e Giordania, a stabilire un accordo di pace con Israele. Da ricordare che non hanno mai riconosciuto finora l’esistenza dello Stato ebraico.
Immediata la reazione dei palestinesi che hanno definito l’intesa annunciata dopo un incontro in videoconferenza a tre tra Donald Trump, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabia, una “pugnalata traditrice alle spalle”.
Intanto Israele ha dichiarato in contemporanea di aver accettato di sospendere l’annunciata annessione delle terre palestinesi nella Cisgiordania occupata.
Si viene a sapere inoltre che le Delegazioni di Israele e degli Emirati Arabi Uniti si incontreranno al più presto per firmare accordi bilaterali su numerose questione di comune interesse per quanto riguarda, in particolare, investimenti, turismo, voli diretti, sicurezza, telecomunicazioni.
Anche Hamas, sotto il cui controllo cade la Striscia di Gaza, ha condannato l’accordo, mentre il movimento palestinese di Fatah ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti “stanno violando i propri doveri nazionali, religiosi e umanitari” nei confronti della causa palestinese.
L’accordo è considerato da alcuni analisti del mondo mediorientale un vero e proprio “sconvolgimento” della politica dei paesi arabi del Golfo anche se secondo altri non influenzerà nell’immediato il processo di pace in Medio Oriente perché il problema centrale di quel conflitto riguarda i palestinesi.
Tra i molti interrogativi va considerato anche il fatto che gli Emirati Arabi si sono distinti negli ultimi anni per la conduzione di una politica molto spregiudicata e ad ampio raggio che serve a tutelare i loro interessi dall’Africa al Mediterraneo. Questo spiega il ruolo preminente svolto nel conflitto che sta insanguinando lo Yemen ed anche in Libia dove Abu Dhabi sostiene il generale Haftar in lotta armata contro il governo di Tripoli, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale.