I Benetton brindano e a noi toccherà pagare il conto. Tanto ci costerà la soluzione raffazzonata sulla questione Autostrade che il governo e la combriccola grillozza sbandierano come una grande vittoria quando in realtà non è assolutamente così. Perchè chi ne esce vincente davvero è invece Atlantia, società controllata dalla famiglia di Treviso.
Conti alla mano lo dimostrano: dopo la riunione notturna del consiglio dei ministri il titolo della società è schizzato in borsa a Milano segnando un +26% invertendo la tendenza negativa degli ultimi giorni. Il titolo della holding delle infrastrutture ha registrato dunque un notevole balzo in una seduta caratterizzata da numerose sospensioni per eccesso di rialzo. Nonostante questo Giuseppi si pavoneggia a vincitore quando, dopo tante inutili chiacchiere e altrettante balle, non revoca la concessione come aveva raccontato fino a qualche ora prima del vertice. Mentre Atlantia vola sui mercati azionari e fa guadagnare in un colpo solo ben 805 milioni all’imprenditore trevigiano. Ma non è tutto. Anche gli altri titoli del gruppo incassano cavalcando il momento positivo. Intanto, in merito al risarcimento, ovvero i 3,4 miliardi previsti, non sono a carico della famiglia. Insomma, al paese i danni e le beffe. Ora c’è ancora qualcuno che ha dubbi su chi siano i veri vincitori di questa partita?
Ma andiamo con ordine. Mister pochette nelle prime ore del mattino ha chiuso il Cdm con la soluzione che non ha nulla a che vedere con la revoca della concessione annunciata in ogni occasione. E dall’altra parte i Benetton che, grazie al naufragio della revoca, si sono ritrovati ancora più ricchi intascando come detto 805 milioni di euro rispetto alla sera precedente. Non male per chi doveva essere cacciato dopo il crollo del ponte Morandi che costò la vita a 43 persone.
Ed è stato proprio grazie alla decisione di palazzo Chigi, ovvero non revocare la concessione, che il titolo di Atlantia si è impennato in poche ore facendo brindare il patron della “United Colors”. E come succede in questi casi l’euforia dei mercati ha positivamente contagiato a catena gli altri titoli quotati in borsa della famiglia: con Autogrill incassano 29,8 milioni di euro, con Generali altri altri 6,2 milioni e pure con Mediobanca si sono portati a casa 186 mila euro.
Quindi dopo quasi due anni di insopportabile pantomima, slogan banali annunci trionfalistici è caduta nel vuota l’ennesima promessa di questo malgoverno giallorosso costituito da incompetenti e presuntuosi voltagabbana buoni a nulla: Giuseppi e i grilluti non hanno assolutamente revocato la concessione ad Autostrade per l’Italia (Aspi) centinaia di volte annunciata provocando tra l’altro notevoli scossoni in borsa. Nel corso del summit notturno è stata rifiutata da un lato la proposta dei Benetton pronti a vendere l’intera partecipazione in Aspi alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) mentre dall’altro è stato approvato un piano che prevede la lenta progressiva uscita di Atlantia, società controllata dai Benetton, dal capitale di Aspi a favore della stessa Cdp e di nuovi investitori istituzionali.
A tale proposito un particolare elemento degno di nota che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, l’ipocrisia e la falsità della infornata parlamentare capeggiata dal comico genovese. La soluzione adottata dal Cdm l’altra notte era stata a suo tempo avanzata dalla stessa Cdp e presentata al governo già nell’autunno 2018. Tuttavia non se ne fece nulla e finì tutto in un cassetto. Il motivo? Ci fu una levata di scudi da parte grilluta che si oppose duramente poichè temeva di perdere la faccia qualora la soluzione proposta fosse andata in porto, soluzione in cui appunto non era prevista la revocava della concessione come promesso. Ma toh, e adesso questa compagnia di inetti vorrebbe spacciare come una vittoria quello che fino a ieri consideravano una perdita di credibilità. Ma quando mai l’hanno avuta la credibilità gente del genere. Prima ce ne liberiamo di questa marmaglia e meglio è.