Fino alle elezioni si distribuiranno sussidi a pioggia. Serve invece avviare piccoli ma immediati lavori, quali ristrutturazione di scuole e uffici pubblici e manutenzione ordinaria e straordinaria delle città.
I problemi urgono, ma urgono davvero, non capisco come si faccia a non capirlo.
Si tratta di rimettere in moto l’intero Paese, partendo da un assunto di base, peraltro evidente: si deve creare subito, al più presto, domani, una, magari piccola, ma certa fonte di reddito per una quantità enorme di persone che o a. sono rimaste senza lavoro, sia pure in cassa integrazione, ma chi sa fino a quando, se le aziende non dovessero riaprire; b. sono rimaste senza lavoro perché stagionali o altro, e a cui, a parte la riapertura delle aziende, comunque sarà assicurato un reddito di breve termine e quindi un sussidio di disoccupazione minore del ‘solito’, a parte che sarebbe meglio che potessero lavorare (magari altrove) tutto l’anno; c. che sono rimaste senza lavoro nero, una bruttura, ma che esiste, e che li rende invisibili alla stessa INPS, molti potenziali lavoratori che ora occorrerebbe non solo fare lavorare, ma fare lavorare in bianco; d. i non pochi professionisti e commercianti e artigiani che, a causa dell’arresto delle attività, oltre ad un periodo di fermo, ora scontano un grande rallentamento degli affari.
Ciò si deve fare in modo virtuoso, e cioè evitando con cura, laddove possibile, che si sopperisca al mancato reddito con sussidi di varia natura. Non solo per il fatto che sono umilianti e indegni di una persona civile moderna, ma anche perché oltre a ‘disabituare’ al lavoro, hanno un effetto pernicioso sul lavoro nero, perché inducono ad assumere in nero chi non trova reddito e, pur con un sussidio del tutto insufficiente, è disponibile largamente al lavoro nero.
E mi fermo qui, perché non sono un economista, né un esperto del mercato del lavoro. Sono soltanto una persona normale, che vive in modo normale, e che vede crescere a dismisura non solo l’evidente povertà di molti, ma la sempre più assillante e devastante presenza del lavoro nero.
Non essendo, appunto quello che ho detto prima, non so quanti posti di lavoro certi (seppure non a tempo indeterminato subito) occorreranno entro Settembre, ma so e vedo che ce ne vorranno molti, anche perché la ripresa delle attività commercial-turistiche, ha determinato, sì, una piccola ripresa, ma ha visibilmente mobilitato al massimo sia il lavoro nero che, attenzione, quello sotto-pagato. Non occorre un genio per vedere tutto ciò, né un computer grande come una città. Basta un poco, ma proprio poco, di buon senso e di occhi aperti.
Perché dico Settembre e non Ottobre? Ma per un motivo semplice ed evidente, benché disgustoso. Con una scelta demenziale, infatti, il Governo ha deciso di fissare le elezioni amministrative a Settembre e con esse il referendum. Il motivo e il trucco sono evidenti. Si cercherà in questi due mesi o poco più di distribuire a pioggia una quantità di denaro.
Non a caso pochette, propone e ci si impunta, una riduzione dell’IVA e chi sa quanti altri condoni e condonini più o meno nascosti saranno proposti e realizzati, sia per favorire i portatori di voto, sia per dare a vedere che i prezzi scendono e favorire così i ceti meno abbienti, che votano.
Al tempo stesso è partita una campagna, evidentemente orchestrata e ben diretta, intesa a dimostrare e a convincere gli italiani che la questione virus non c’è più, il pericolo è passato, e quindi eliminare una delle ragioni di timore e di poca propensione a spendere della popolazione: oggi che scoppiano focolai grossi a Bologna e a Mondragone, per citare solo quelli!
Infine, il referendum, confermativo, dovrà essere votato in gran parte dove non c’è il voto amministrativo e quindi sarà poco frequentato, favorendo così chi vuole che quella bruttura (ho spiegato più volte perché è tale secondo me e quindi non ci torno) sia approvata … A proposito: votare contro l’abolizione di tanti parlamentari, non è proprio il momento per ridurre ulteriormente gli spazi di democrazia già ridotti al lumicino. Certo, capisco bene che vedere certe scene, tanto per dire la cosa disgustosa di Sgarbi il 25 Giugno, portato via letteralmente a braccia dopo avere insultato, indovina chi?, un deputato donna.
Per mettere effettivamente al lavoro tanta gente, occorrono tre cose da fare subito e con grande chiarezza e decisione, addirittura puntandoci su con la massima forza.
Primo. Lanciare subito, domani stesso, un grande piano di ristrutturazione fisica di scuole e uffici pubblici (tetti, attintature, attrezzature, ecc.), affidando direttamente ai Presidi e amministratori i soldi per farlo e il potere di dare gli appalti a trattativa diretta, ma subito, da ‘buoni padri di famiglia’, come si dice. Vi sarà qualche imbroglio, qualche spreco, ma si mobiliteranno grandi risorse di piccole e medie aziende, che stanno affogando -gli Agnelli stanno benissimo e Bonomi, pure. Lo stesso per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria delle città, senza stare a discutere se vanno più soldi a Milano o a Catanzaro, ma solo se i progetti sono pronti e a mano a mano che siano pronti.
Ci vuole coraggio, dedizione, senso dello Stato e la convinzione che non necessariamente tutti gli italiani sono ladri. Al contrario predisporre controlli campione ben fatti. Si sgraverebbe anche l’Amministrazione da tutto il lavoro burocratico per gli appalti, convergendone le forze sui controlli ex post.
È un rischio? Certo, ma ne vale la pena.
Secondo. Decidere oggi, magari mettendo per un po’ a riposo la gentile signora Azzolina (che secondo la dottoressa Cuzzocrea è schiacciata da problemi più grandi di lei: a me pare che lei sia più piccola, e di molto, dei problemi), la data esatta della riapertura delle scuole e lanciare fin da ora un progetto per allungare l’orario scolastico, assumendo un maggior numero di docenti o magari anche solo di assistenti, che sorveglino gli studenti a scuola a ‘fare i compiti’ nelle ore post lezione, preparandosi così per un concorso non riservato. Un modo per tenerli a scuola, lasciando maggiore facilità ai genitori di lavorare. Certo, affidando alle autorità scolastiche periferiche il compito di decidere caso per caso. Ma evitando di eccedere nelle precauzioni. Sia come sia e, al di là delle oscene discussioni ormai quotidiane degli “scienziati”, è un fatto evidente che con le mascherine, una buona pulizia e una certa cautela, il contagio si controlla: nel frattempo dovrebbe arrivare il vaccino e a quel punto forse potrebbe convenire proprio di darlo prima ai giovani in età scolastica per evitare che, visto che sono a scuola, possano contagiare gli altri … ma su questo non mi pronuncio.
Terzo, per conseguenza. Ovviamente, bloccare radicalmente e definitivamente la circolazione del contante, che potrebbe voler dire due cose fondamentali: un aumento del gettito fiscale (e quindi la possibilità, allora sì, di ridurre le tasse) e una riduzione brutale del lavoro nero e quant’altro. Forse una cosa del genere potrebbe avere anche un effetto positivo sul controllo della criminalità.
Quanto ai grandi progetti e alle riforme, ci si può, sì, prendere un po’ più di tempo, ma certo mettendo a parlarne persone capaci e competenti e magari anche oneste. Qui davvero (lo dico senza ironia, purtroppo) si potrebbe nominare una commissione completamente esterna al Governo e ai partiti che decida i progetti e ne diriga lo svolgimento lasciando ai nostri ‘politici’ (molli e cedevoli) il tempo di governare … non ridete!
Follie? Non so, forse. Ma i grandi esperti li abbiamo visti e sentiti (basterebbe il discorso insulso di Savona l’altro giorno a chiudere il discorso) Colao pure e i grandi politici anche, tutti lì a litigare. Renzi contro Franceschini ma anche contro Conte, che a sua volta se la prende con Zingaretti, che strepita contro Giggino, attaccato da Dibba e protetto da Grillo, ma non da Casaleggio, che vuole la testa di Crimi e le palle della Taverna e così via.
Si potrebbe avere l’impressione che io non abbia molta fiducia in questo ceto politico? Per carità, lungi da me… non ne ho alcuna. Però, forse (non ci conto) una cosa si può tentare di dire a quelle facce di cartapecora.
Il Paese è allo stremo, i problemi sono molto seri e gravi. Il Paese si sta sfasciando, ci si arrangia come si può, si diventa sempre più cinici, ma specialmente lontani dalla realtà e dalla civiltà, l’analisi del Censis dell’altro ieri è devastante, mostra una società che si frantuma e che (prima volta forse nelle storia, salvo che nei romanzi di fantascienza) mette i giovani contro i vecchi. Eppure durante l’epidemia l’Italia ha reagito più e meglio, molto più e molto meglio, di politicanti e scienziati-prime-donne, di ras e capataz vari. Facciamo un atto di fiducia verso gli italiani tutti, giovani e vecchi, chiamiamoli tutti a collaborare, ad agire per il bene loro che è anche il bene comune, affidiamoci alla loro onestà e al loro buon senso: mettiamo nelle loro mani il futuro di noi tutti, togliendolo delicatamente, educatamente, con un sorriso, ma con fermezza, dalle mani grossolane e unte dei politici, tutti, nessuno escluso. Facciano anche loro, i politici, questo sforzo, mantenendo stipendi, prebende, autoblu, bandiere e quant’altro, ma affidando alla gente, al popolo, l’uscita dal tunnel: si può fare … se si vuole.
di Giancarlo Guarino – L’Indro