Carissimi lettori e lettrici vi scrivo soprattutto perché la consapevolezza di quanto sta avvenendo nella nostra amata Patria italiana ci addolora, annebbia la nostra capacità di intendere ogni volta che, durante la giornata, riusciamo a parlare con qualche familiare, con qualcuno di Voi che ci testimonia il dramma che l’Italia sta vivendo in queste ore.
Il decreto governativo di manzoniana memoria che impedisce l’ingresso e l’uscita nelle regioni del Nord Italia funestate dal virus, e’ l’ultimo e forse il penultimo tassello della incapacità umana di prevedere e poi arginare gli sconvolgimenti che Madre Natura elargisce all’improvviso cancellando in un sol colpo i titoli a più colonne che sino ad ora avevano caratterizzato le storielle sociali e politiche delle nostre gazzette.
Il metro di distanza imposto nei luoghi pubblici tra esseri umani, l’auto quarantena suggerita soprattutto per le persone anziane, l’incapacità di prevedere il termine di questa tremenda vicenda stanno modificando i nostri stili di vita.
Ma quello che è più inquietante stanno creando tra noi, alla ricerca di una minima salvaguardia, “altissimi muri di incomprensione” che rischiano di stingere nel rifiuto di collaborazione, di condivisione affettiva, di impegno sociale.
Questo è un problema che riguarda anche noi residenti negli Usa che viviamo in un contesto di irresponsabilita’ che si va sgretolando di ora in ora rendendo evidente che chi avrebbe dovuto, ad ogni livello istituzionale, sanitario e politico prevenire e soprattutto organizzare la verifica e il censimento dei malati affetti da Corona virus, si è trincerato dietro negligenze spazzando sotto il tappeto una realtà che sarà presto analoga a quella che voi, carissimi fratelli italiani, state vivendo.
Il costo di un tampone da queste parti e’ di 3300 dollari a carico del privato. Ecco perche’ i casi denunciati sono ancora pochi.
Anche questa nottata dovrà passare come dicono i napoletani forti della millenaria saggezza che li contraddistingue.
Ma cerchiamo di non chiuderci nel nostro nocciolo duro di raffinato egoismo.
Ognuno di noi, nella sua sfera quotidiana, ha la possibilità di rendersi utile nei confronti di un prossimo dilaniato dalla preoccupazione di sopravvivere alla malattia, difendere i propri cari a cominciare dai bambini e dagli anziani.
Medici, infermieri, assistenti sociali, cittadini che hanno riscoperto un assonnato senso civico: avete gettato le vostre vite al di là dell’ostacolo della malattia profondendo il vostro impegno. Siete un esempio di altruismo e di amore cristiano.
A chi ci legge giunga il nostro abbraccio digitale transoceanico per quel poco che vale in termini di concretezza ma per quel tanto che vale in termini di conferma del nostro volerci bene.
Viva (e’ proprio il caso di dirlo) la nostra Italia.