Si sono aggravate, a causa di una insufficienza respiratoria, le condizioni cliniche dei due cinesi ricoverati presso lo Spallanzani di Roma. Per i pazienti è stato quindi necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. Il 17enne italiano di Grado (Gorizia) rimasto a Wuhan, invece, non ha il coronavirus. Lo hanno confermato fonti della Farnesina. Lo studente si trova in Cina per un soggiorno di lungo termine grazie al programma Intercultura. Era rimasto a terra, a differenza dei connazionali rimpatriati, perché trovato con una temperatura corporea di 37.7 verificata sia dalla parte cinese sia dai medici italiani arrivati a Wuhan per il rimpatrio. “Non preoccupatevi, sono seguito molto bene”, ha detto il ragazzo parlando con i parenti.

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Il test, effettuato in un ospedale universitario di Wuhan, ha fortunatamente dato esito negativo, lasciando aperta la più rassicurante opzione della febbre da raffreddore. Attualmente, la Farnesina è al lavoro per poterlo riportare in Italia il prima possibile, mentre sono in corso riunioni operative a vari livelli in tal senso. Il ragazzo si trova in un hotel di Wuhan. Il 17enne ha rassicurato sulle sue condizioni. Dice di essere “molto tranquillo” ma anche “molto stanco”: “Devo recuperare il sonno perduto, sono in piedi da due giorni”. Lo studente, che si è definito “sollevato” per i test che hanno dato esito negativo, ha poi aggiunto: “Aspetto solo di ritornare in Italia”. “Siamo in contatto con la famiglia da qualche giorno. Verrà predisposto un piano di rientro sereno a scuola, che tuteli innanzitutto la salute del ragazzo”. Lo ha detto la dirigente scolastica del Liceo Artistico Sello di Udine, Rossella Rizzatto, frequentato dal 17enne.

Intanto, sono 635 i pazienti totali dimessi dagli ospedali in Cina dopo essere stati trattati con successo contro il coronavirus: si tratta di 160 guarigioni nelle ultime 24 ore. Lo riporta la Commissione sanitaria nazionale  cinese, spiegando che poco più di 100 sono relativi alla provincia dell’Hubei. I decessi complessivi sono saliti a 425, mentre ammontano a 20.438 le persone in tutto il Paese alle quali è stato confermato il contagio.

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Un decesso ad Hong Kong – Hong Kong registra il suo primo decesso per il coronavirus. Si tratta di un paziente di 39 anni. L’uomo, residente a Whampoa Gardens, si era recato a Wuhan, focolaio dell’infezione, il 21 gennaio, prima di tornare a casa il 23 gennaio da Changahanan. Il suo era il 13esimo caso, sui 15 totali, di contagio nell’ex colonia: la scorsa settimana si era recato in ospedale avvertendo dolori muscolari e febbre, finendo poi in isolamento.

In quarantena nave da crociera giapponese, oltre 3mila persone a bordo – Una nave da crociera, la Diamond Princess della Carnival Japan, con 3.711 persone a bordo, è stata posta in quarantena nella baia di Yokohama, in Giappone. Dopo lo sbarco di un passeggero a Hong Kong risultato positivo al test per il coronavirus, almeno altre otto persone hanno manifestato sintomi di contagio e febbre. Lo ha detto il portavoce del governo giapponese Yoshihide Suga. Sulla nave è salito personale sanitario che sta effettuando controlli sui 2.666 passeggeri e 1.045 membri dell’equipaggio.

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Hyundai ferma impianti, carenza componenti – Hyundai Motor e la controllata Kia Motors hanno sospeso alcune linee di assemblaggio per la carenza di componenti dalla Cina a causa del coronavirus. Hyundai Motor ha fermato la produzione del brand Genesis all’impianto n.5 di Ulsan, in Corea del Sud. Azienda e sindacati hanno concordato la chiusura progressiva degli altri 4 impianti entro venerdì, giorno in cui si fermeranno altre due strutture, a Jeonju e Asan. Lo stop resterà fino al 10-11 febbraio, sempre che la società riesca a procurarsi i pezzi necessari per la cablatura da produttori locali.

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L’Oms: “Non è ancora una pandemia” – L’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che l’epidemia di polmonite virale da coronavirus “non costituisce ancora una pandemia”. Attualmente “non siamo ancora in tale situazione”, ha dichiarato Sylvie Briand, direttrice del dipartimento Preparazione mondiale ai rischi infettivi dell’Oms, parlando dell’ipotesi di pandemia, termine che si riferisce ad una situazione di propagazione mondiale di una malattia.

Cina, carcere per chi diffonde notizie false – I tribunali cinesi scendono in campo per “arginare” l’emergenza coronavirus. In particolare, linea dura dell’Alta Corte di Heilongjiang che ha previsto fino a 15 anni di carcere per chi diffonde “voci” sull’epidemia allo scopo di sovvertire l’ordine costituito. Pena di morte invece per chi è scoperto a diffondere intenzionalmente il coronavirus. Previsti infine fino a 7 anni di carcere per chi rifiuta la quarantena.

L’Alta Corte contro i farmaci contraffatti – Secondo quanto scrive il South China Morning Post, non è comunque chiaro cosa si intenda per “diffondere intenzionalmente il virus”. L’Alta Corte di Pechino, comunque, ha garantito che combatterà il traffico di farmaci contraffatti.

Licenziato dirigente Croce Rossa in Cina per “negligenza” – In Cina il numero due della Croce Rossa di Hubei, Zhang Qin, è stato licenziato: l’accusa è di negligenza in relazione alla gestione dei malati durante l’emergenza coronavirus. Qin, assieme ad altri due dirigenti Chen Bo e Gao Qin, avrebbero malgestito la distribuzione di fondi e materiali per contenere l’epidemia. Sarebbero inoltre responsabili della diffusione di informazioni errate.

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Chiesto alle linee aeree di non sospendere i voli – Pechino ha poi ordinato alle compagnie aeree di non sospendere i voli da e per i Paesi stranieri che non abbiano espressamente imposto un divieto ai viaggiatori cinesi. “Allo scopo di rispondere alle necessità dei passeggeri dentro e fuori il Paese, e per garantire gli approvvigionamenti in questo particolare periodo, l’amministrazione chiede alle linee aere di garantire la continuità dei trasporti verso nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio”, hanno fatto sapere le autorità.

“Aiuti Usa? Speriamo arrivino presto” – La Cina ha inoltre fatto sapere che gli Stati Uniti “hanno ripetutamente espresso disponibilità a offrire assistenza”. E di conseguenza “ci auguriamo che tale assistenza si possa concretizzare presto”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, nel corso di un briefing online con i media.  “Italia? Faccia valutazioni ragionevoli” – La stessa portavoce ha parlato poi anche del ruolo dell’Italia e di come ha reagito di fronte all’emergenza. “Abbiamo notato la risposta dell’Italia a questo focolaio. Speriamo che la parte italiana faccia una valutazione obiettiva, giusta, calma e razionale dell’epidemia, e comprenda e sostenga gli sforzi del governo cinese per contenerla e controllarla. Le misure pertinenti da adottare dovrebbero essere in linea con le raccomandazioni dell’Oms, non superare livelli ragionevoli, evitando di incidere sui normali scambi di personale”.

Sassaiola di Frosinone era fake news – La polizia di Frosinone ha denunciato un professore dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone per procurato allarme. L’insegnante aveva diffuso la notizia, risultata non vera, secondo cui un gruppo di studenti cinesi sarebbe rimasto vittima di una sassaiola. L’Istituto era stato temporaneamente chiuso per la presenza di una giovane cinese risultata poi negativa al test sul coronavirus dopo essere rientrata dalla Cina.