Quando mancano due settimane alle elezioni regionali in Emilia Romagna anche i vescovi si mettono di traverso e lanciano l’allarme contro sovranismi e  populismi. Una chiara indicazione di voto a poco più di dieci giorni dalle urne attraverso la quale i prelati scendono dunque in campo con un documento della Conferenza Episcopale regionale in cui vengono messi in evidenza diversi i punti con una serie di argomentazioni.

Tra le prime indicazioni l’Europa che senza se e senza ma, lontano da ogni senso critico, va tutelata perchè dobbiamo ritenerla “casa nostra”. Sostanzialmente l’amore nei confronti dell’Europa deve essere coltivato concretamente poichè per la chiesa l’Ue significa “cura della nostra terra, delle possibilità di valorizzare un patrimonio umano, culturale, ambientale, religioso e lo studio e l’esperienza dei nostri giovani universitari e lavoratori: pensare di tutelare la Regione contro l’Europa è una tragica ingenuità e fonte di povertà”. Chiarissimo dunque l’appello alla partecipazione al voto, un voto che la chiesa – a conti fatti – suggerisce di esprimere contro tutti coloro che ritengono l’Ue uno  strumento usato esclusivamente per tutelare i propri interessi dalle grandi lobbies economiche, dalle banche, dai poteri forti – sono proprio invenzioni degli euroscettici queste? – in soldoni un voto che deve essere contro il capo leghista considerato il nemico da abbattere ad ogni costo e in qualsiasi maniera.

Stessa tesi per quanto riguarda l’attenzione per i poveri in cui i presuli puntualizzano che “ogni forma di corporativismo, di esclusione sociale e dalla partecipazione attiva, ogni discriminazione di uomini e donne, italiani o immigrati, persone e famiglie, indebolisce il cammino e lo sviluppo regionale”, si afferma nel documento attraverso il quale i vescovi richiamano l’attenzione dei candidati – ma soprattutto degli elettori – anche sul tema della solidarietà e delle differenze. Impegno sociale che per la chiesa, evidentemente, sarebbe completamente annullato qualora gli esponenti della destra andassero alla guida della Regione… ma siamo sicuri che siano  davvero così cattivi i cosiddetti sovranisti?

Non ultimo l’affondo finale che parte dai beni culturali per approdare alle tematiche ambientali ricordando le tragiche conseguenze del terremoto del 2012. “Le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna – afferma sempre il documento della Conferenza episcopale regionale – sono un’occasione importante perché la democrazia nel nostro Paese, che si realizza nei cammini e nelle scelte anche regionali, non venga umiliata e disattesa e i principi costituzionali ritrovino nelle nostre terre forme rinnovate di espressione e persone, delle diverse appartenenze politiche, impegnate a salvaguardarli, sempre”.

Il messaggio perciò è eloquente: i presuli emiliani non tollererebbero l’ondata populista e altrettanto eloquente è l’indicazione elettorale che ne deriva. Netta quindi la posizione assunta dai prelati  parecchio interessati – e parecchio preoccupati per l’avanzata delle destre – all’appuntamento elettorale, che vede contrapposti Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra, e l’uscente Stefano Bonaccini, sostenuto dal Pd e dal resto della sinistra.

La nota della Conferenza spazia quindi a tutto campo, dai problemi ecologici alla tutela della vita e da questi presupposti le attese dei vescovi che ripongono di fatto su un solo candidato: il dem Stefano Bonaccini che va sostenuto ad ogni costo dalla popolazione regionale. Pilotare il voto, questo sembra il nuovo slogan elettorale promosso dalle Curie che vogliono sbarrare la strada al vento sovrano-populista. Farà breccia l’appello tra gli indecisi e in quella parte di elettorato che diserta da tempo le urne? Si accettano scommesse.