Sospensione degli investimenti per il 2020, stop all’acquisto delle arance di Sicilia, rischio chiusura degli stabilimenti più esposti alla doppia tassazione prevista dalla nuova manovra. È l’effetto della sugar e plastic tax decisa dal Conte bis.
Nel concreto si prevede un aumento dei prezzi tra il 15 e il 20% a fronte di un calo dei consumi del 10%. La possibilità di chiudere lo stabilimento di Marcianise in Campania e il blocco degli investimenti. Insomma, Coca-Cola HBC Italia corre ai ripari e valuta le possibili misure da introdurre con l’arrivo della sugar tax e della plastic tax. Queste due nuove misure per l’azienda – circa 2mila dipendenti – sono in soldoni 160 milioni di euro di nuove tasse di cui 140 della sugar tax e all’incirca 20 per la plastic tax. Ora il colosso, in un momento di contrazione del mercato calato del 25% negli ultimi dieci anni e che con le due nuove tasse potrebbe subire un ulteriore calo del 10% sui volumi, ha annunciato il blocco degli investimenti pari a 49 milioni in Italia e dei piani di assunzione.
Non se la passa meglio per la Plastic tax anche il Gruppo San Pellegrino che stima un calo del 7% sui volumi di acqua minerale e del 14% sulle bibite. Ripercussioni pesanti che porteranno inevitabilmente l’industria a ripensare a eventuali investimenti.
Non solo. La sugar e la plastic tax secondo la Coldiretti rischiano di penalizzare proprio il made in Italy agroalimentare diventato la prima ricchezza del Paese con una filiera che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di occupati. L’obiettivo di riduzione della plastica, sempre a detta della Coldiretti, va perseguito nell’ottica di una visione strategica con incentivi premianti per lo sviluppo e la ricerca, piuttosto che con misure punitive soprattutto perché per alcune categorie di prodotto non ci sono al momento alternative.