La storia della razza umana nel suo complesso può essere vista come la realizzazione di un piano nascosto della natura inteso a portare a compimento una costituzione politica intimamente perfetta, la quale è l’unica condizione possibile affinchè tutte le capacità naturali dell’umanità trovino il loro perfetto sviluppo.
Se un simile piano esiste davvero difficilmente verrà alla luce nel corso di questo secolo dominato da confusione e disordine. I modelli diplomatici tradizionali hanno dimostrato una sola lezione riguardo la gestione di questo mondo: essi sono totalmente insufficienti. Le poche potenze guida mondiali come l’America, il Brasile, la Cina, la Russia, il Giappone e poche altre, stanno ancora cercando di misurare i confini oltre i quali non possono andare senza ledere i reciproci interessi, invece di spendersi a trovare orizzonti comuni nei quali i singoli interessi non contino più.
Ogni volta che ci si rivolge a una leadership – che sia il Consiglio di sicurezza dell’ Onu o il summit sul clima di Copenhagen – restiamo privi di risposta. Quando uno Stato fallisce arriva sempre una grande potenza pronta a sorreggerlo anziché rifarlo totalmente. In questo modo stiamo accelerando la nostra corsa verso una tempesta perfetta.
Nessuno dei grandi modelli globali sulla scena tiene conto del fatto che la rappresentanza – democratica o di altro tipo – non è sufficiente a soddisfare il viscerale bisogno dell’uomo di avere il controllo dei propri diritti. Ceti di governo e organizzazioni internazionali, un tempo irraggiungibili, sentono che il terreno comincia a traballare per il movimento che proviene dal basso: dai sindacati e dai coltivatori di coca dell’America latina, dal sottoproletariato del Medio Oriente, dai meno abbienti dell’Asia centromeridionale, dai gruppi tribali dell’India e dallo sconfinato numero dei lavoratori migranti della Cina.
I burocrati internazionali non si devono aspettare nulla di meno di una rivolta generalizzata contro i loro piani, una rivolta cha ha dalla sua la forza della tecnologia. Attualmente l’Europa è fatta di nazioni, ma virtualmente non ha confini, una metafora beneagurante per il nostro universo neo medievale fatto di comunità autonome ma legate una all’altra da contratti.
Più importante ancora l’Unione Europea non è un modello definitivo ma un processo e un esperimento costante. Come hanno scritto di recente due esperti del settore, “non esiste l’Europa, esiste l’europeizzazione”. Un esperimento per la globalizzazione totale!
Aldo Cisi – Presidente Movimento Politico Italia