Fumata bianca a Bruxelles sull’accordo per la Brexit. Dopo l’intesa raggiunta con la Commissione, anche il Consiglio dell’Ue ha approvato il documento di divorzio tra Londra  e l’Unione. I 27 capi di Stato e di governo hanno dato dunque il loro sostegno approvando la dichiarazione politica sulle relazioni future.

Members of the European Parliament take part in a voting session at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, on April 19, 2012. A controversial deal enabling the longterm transfer of EU air passenger data to US authorities as part of the global fight against terror was finally approved today in the European Parliament. The agreement, intended to replace a provisional accord from 2007, sets the legal conditions for the transfer of air passengers' personal data to the US Department of Homeland Security.  So-called Passenger Name Record (PNR) information is provided by travellers and collected by air carriers during reservation and check-in procedures.   AFP PHOTO/FREDERICK FLORIN (Photo credit should read FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)

Va detto comunque che al momento non vi è nulla di certo sul risultato finale del complesso negoziato tra le parti. Le sorti dell’intesa sono infatti passate  ora nelle mani del Parlamento britannico e le prime reazioni all’annuncio del premier Boris Johnson, naturalmente soddisfatto dell’intesa, lasciano più di un timore sul fatto che Westminster possa bocciare (per la quarta volta) il documento sulla Brexit.

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“Abbiamo un grande nuovo accordo – ha sottolineato il premier britannico annunciando la svolta – che ci restituirà il controllo del nostro Paese. Ora il Parlamento deve lasciare che la Brexit sia fatta”, è stato l’appello, confermando che il voto di Westminster sarà sabato durante una seduta straordinaria. Il Parlamento dovrebbe quindi chiudere il divorzio dall’Unione domani “così potremo passare ad altre priorità come il costo della vita, il sistema sanitario, i crimini violenti e l’ambiente”, ha fatto sapere Johnson. Il voto di Westminster si terrà dunque nel corso di una seduta straordinaria.

Intanto gli unionisti nordirlandesi del Dup dopo aver appreso la notizia dell’accordo hanno fatto sapere che la loro posizione non è cambiata rispetto al comunicato in cui affermavano di non poter sostenere l’intesa proposta dal leader britannico. “L’Irlanda del Nord resta allineata ad una serie limitata di regole Ue, in particolare: le procedure per le merci saranno eseguite all’ingresso dell’Irlanda del Nord e non in tutta l’isola. E le autorità del Regno Unito saranno incaricate di applicare il codice doganale dell’Ue nell’Irlanda del Nord”, ha spiegato il capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier. A stretto giro è arrivata la risposta delle opposizioni che nutrono non poche riserve: dai Laburisti ai LibDem l’accordo sembra perfino peggiore di quello di Theresa May mentre altrettanto critico è l’antieuropeo Nigel Farage che lapidario commenta: “Brexit poco hard”. Dal canto suo il leader del Labour britannico Jeremy Corbyn ha invitato i deputati a respingere l’accordo sulla Brexit raggiunto con l’Ue. “L’intesa non riunirà il Paese e deve essere respinto. Il miglior modo di risolvere la questione Brexit è dare al popolo l’ultima parola con un voto popolare”.

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“Gran parte di questo accordo è quello già presentato nel 2018 ma c’è qualche elemento nuovo sull’isola d’Irlanda e sulla dichiarazione politica – ha commentato Michel Barnier – . Per questo motivo penso che ci possa essere il margine affinché l’accordo sia sostenuto e ratificato entro il 31 ottobre”. Il testo di accordo sulla Brexit fornirà di fatto certezza legale in ogni area in cui la Brexit senza accordo creerebbe incertezza, soprattutto per i cittadini europei nel Regno Unito e per i cittadini britannici nei Stati membri. In sostanza dopo tanta incertezza ora i diritti per i cittadini saranno garantiti in maniera sostenibile, così come i dati e la proprietà intellettuale.