Gli uomini della Gdf non usano mezzi termini: Abbiamo rischiato di morire schiacciati da un bestione di 600 tonnellate, sono stati momenti di puro terrore nella notte. Dicono di salvare vite umane e poi rischiano di ammazzare uomini dello Stato. Da parte del comandante è stata un’azione criminale. Punto”. Questo è il racconto rilasciato all’Adnkronos di quanto accaduto la notte scorsa davanti alla banchina del porto di Lampedusa.
Poco dopo le due di notte una motovedetta delle Fiamme gialle ha tentato di ostacolare la manovra di ingresso della Sea Watch nel porto ma la nave ha proseguito – infischiandosene delle regole e del pericolo – la folle manovra rischiando di schiacciare l’imbarcazione dei finanzieri sulla banchina. “Se ci fosse stato maestrale come questa mattina sarebbe stata una tragedia. Non sappiamo come sarebbe finita”, aggiungono i militari.
Imbarazzanti, inutili e davvero vergognose le scuse della comandante criminale – divenuta la nuova icona dei soliti radical chic sinistrorsi – la capitana della Sea Watch Carola Rackete alla Guardia di Finanza: “Chiedo scusa, ma non era nelle mie intenzioni venirvi addosso“, queste le balle che ha raccontato la spaccona fuorilegge quando in realtà era perfettamente a conoscenza del grave reato che stava commettendo e delle conseguenze che la manovra nautica poteva comportare. La stessa che trova infatti una secca risposta sempre da parte del gruppo operativo della Fiamme Gialle di Palermo: “Ha compiuto un atto di forza inaspettato e irresponsabile. Una manovra che ti puoi aspettare da un narcotrafficante su un motoscafo o da un contrabbandiere, non certo dalla nave di una Ong. Certo non si è trattato proprio di un’azione gandhiana o pacifista”.
Tuttavia la pirateria appassiona tanto la sinistra – che in questa maniera perderà sempre più consensi – poichè tra i primi ad esultare per il finale della tragicommedia si distinguono i compagni deputati sinistri saliti giorni fa a bordo della Ong in nome della “disobbedienza civile”. Protagonisti della passerella “rossa” i parlamentari Graziano Delrio e Davide Paragone (Partito Democratico), Riccardo Magi (+Europa) e Nicola Fratoianni (La Sinistra). Chissà cosa avranno pensato questi buonisti dell’accoglienza senza regole quando la nave guidata dalla loro eroina ha speronato l’imbarcazione della Gdf rischiando di uccidere i militari che stavano facendo il loro dovere: semplicemente quello di far rispettare la legge.
Duro il commento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti: incredibile”. Fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto, si è rischiato il disastro», ha aggiunto il vice presidente del consiglio su Facebook, parlando di “atto criminale” compiuto dalla Sea Watch, che “ha cercato di schiacciare contro la banchina del porto una motovedetta della Guardia di Finanza, di stritolarla”.
Ma dobbiamo aggiungere che la sfida lanciata della capitana Rackete, trentunenne dai capelli rasta – “io sono nata bianca, ricca e tedesca e ho deciso di fare volontariato nel Mediterraneo” così si era presentata spavaldamente alle telecamere la sedicente pasionaria – non è solo a Salvini, ma anche al decreto sicurezza bis che ha subito trovato applicazione con il divieto di ingresso, transito e sosta della Sea Watch 3 nelle acque italiane. Divieto notificato dalla Gdf alla comandante della Ong tedesca battente bandiera olandese da sempre poco incline a rispettare la legge. E anche questa volta lo ha “brillantemente” dimostrato.
Ora la capitana è ai domiciliari a Lampedusa e rischia una pena da 3 a 10 anni. Mentre dalla Francia e dalla Germania arrivano forti accuse all’operato italiano sulla vicenda… come se da questi noi dovessimo prendere lezioni.