I buonisti che vanno a braccetto con le Ong esultano mentre nelle prime ore del pomeriggio la nave fuorilegge forza il blocco dei militari violando così il divieto allo sbarco imposto dal governo italiano facendo rotta verso Lampedusa.

La giovane e spavalda capitana della nave Sea Watch 3 ha preso dunque la decisione di non rispettare la legge – lanciando soprattutto una sfida al ministro dell’Interno Matteo Salvini – ed entra in acque territoriali proprio il giorno dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. In questo modo l’imbarcazione non solo viola i nostri confini contro il parere del Governo italiano ma si scontra anche con la sentenza della Corte europea di Strasburgo che proprio ore fa ha stabilito che l’immigrazione non è un diritto fondamentale degli esseri umani ossia vale a dire che le persone a bordo non possono sbarcare sulle coste italiane Italia se il governo è contrario.

In sostanza si tratta di un’altra prova di forza per Salvini  dal quale ci si aspetta che  faccia rispettare le regole, quelle stesse regole che le organizzazioni non governative credono bellamente di poter ignorare a loro piacimento. Non solo. Le normative relative al diritto internazionale stabiliscono addirittura che in questi casi la nave potrebbe essere sequestrata e l’equipaggio arrestato.

I 42 migranti da 13 giorni a bordo della nave olandese della Ong tedesca Sea Watch 3 si erano appellati alla Corte di Strasburgo sperando così di scavalcare l’Italia ottenendo il via libera, ovvero il permesso di attraccare in Italia. Ma la Corte ieri ha respinto l’appello degli integralisti pro-immigrazione indiscriminata. Tuttavia la pasionaria fanatica capitana della nave Carola Rackete non molla e ha preso la decisione di entrare in acque italiane dopo un lungo periodo di trattativa.

Intanto la reazione di Salvini non si fa attendere e via Twitter scrive: “L’immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L’Europa? Assente, come sempre”.

Mentre nel merito della decisione della Corte il ministro ha dichiarato che anche da Strasburgo “si conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici”.

Ricordiamo che il 15 giugno scorso Salvini ha firmato  il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane che il 12 giugno aveva soccorso persone da un gommone al largo della Libia e aveva rifiutato di dirigersi verso il porto di Tripoli perché non lo considera come sicuro. E allora la rotta rimane sempre verso l’Italia mentre l’Ue fa spallucce. Ma adesso il vento è cambiato… e non solo in mare.