Era ora. Finalmente è stato catturato dopo quasi quarant’anni di latitanza. Il delinquente pluriomicida terrorista rosso dei Pac Cesare Battisti arrestato in Bolivia estradato in Italia si trova ora rinchiuso nel carcere di Oristano dove sconterà l’ergastolo. L’ex primula rossa ha evitato  in questi decenni la galera dopo la condanna  per quattro omicidi riparando prima in Francia, poi in Brasile e infine in Bolivia.
Intanto ieri la Procura di Milano ha aperto una indagine  esplorativa con l’obiettivo di individuare la rete di protezione di cui avrebbe beneficiato questo criminale. Ora, al di là di ogni azione giudiziaria. possiamo comunque affermare con certezza che non solo ad aiutare ma anche a proteggere il terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo è stata senza dubbio la sinistra internazionale. E adesso che sta per sgretolandosi questo potere sinistro nei vari continenti guarda caso Battisti ce lo ritroviamo in Italia in manette.
Atterrato l’altro giorno a Ciampino l’assassino ha improvvisamente perso quella spavalderia, quel sorrisetto stampato in faccia che lo ha contraddistinto in tutti questi anni nei momenti in cui veniva intervistato o fotografato all’ombra di qualche spiaggia tropicale. Quell’atteggiamento da sbruffone tipico di chi è riuscito a farla franca ha umiliato per troppo tempo i parenti delle vittime  e i giudici che lo avevano condannato.  Ma adesso è finita davvero. Una latitanza, come detto, sostenuta e protetta oltretutto da  quella rappresentanza radical chic salottiera tutta italiana spalleggiata da quella  straniera costituita da politici e pseudo-intellettualoidi che vanno dal presidente francese Mitterrand a quello brasiliano Lula assieme ai soliti compagni come Roberto Saviano e il  vignettista Vauro. Non solo. All’allegra compagnia  degli irriducibili difensori di Battisti ritroviamo un altro personaggio noto negli ambienti sovversivi degli anni ’70 come Oreste Scalzone,  tra i fondatori di Potere Operaio, che con Battisti ha condiviso l’esperienza della latitanza dorata a Parigi sotto la protezione della famigerata “dottrina-Mitterrand” che ha sempre appoggiato i terroristi rossi. A difendere l’ex fuggiasco non poteva mancare l’ex deputato di Rifondazione Comunista Francesco Caruso. Per questo signore l’ex leader dei Pac andrebbe addirittura amnistiato. Mentre Piero Sansonetti, direttore del Dubbio, contesta con forza la condanna. Ne abbiamo dunque abbastanza per delineare  il quadro che rappresenta l’intellighenzia sinistra ancora presente nel nostro  Paese.
C’è poi un altro particolare, squisitamente politico,  legato a questa tormentata vicenda che non può essere sottaciuto. La cattura di Battisti non è merito di questo governo gialloverde o  di Salvini ma del nuovo presidente  del Brasile, ovvero Bolsonaro considerato – tanto per cambiare – dalla lobby sinistrorsa  come l’impresentabile, l ‘uomo   nero, il pericoloso fascista. Bene, questo uomo tanto nero si è invece dimostrato rispettoso dello stato di diritto restituendo  giustizia all’Italia consegnandoci Battisti. A differenza dei suo predecessore Lula, considerato da sempre un autentico mito e un eroe per la sinistra  italiana,  che   ha sempre protetto il terrorista  garantendogli la bella vita con tutti i privilegi. Insomma, in Brasile è cambiato il vento. Al potere per la prima volta nella storia del più grande Paese  del sud America c’è la destra: se questo cambio di rotta non ci fosse stato Battisti di sicuro sarebbe  ancora là a godersi il sole caraibico.