L’egoismo è sempre stato la peste della società e quanto è stato maggiore tanto peggiore è stata la condizione della società. La politica, fatta con passione, disinteresse, impegno, spirito di servizio, è una forma nobile, di teoria, prassi e pratica che ha per oggetto la Costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica, per rendere migliore la città e lo Stato stesso. Essa è una forma alta di conoscenza sociale, di relazioni sociali, di incontri positivi per rendere “ l’abitat “ in cui viviamo migliore, sia sotto il profilo ambientale, sia sotto il profilo economico, sociale, urbanistico, civile democratico. Soltanto un rinnovamento potrà permettere alla politica di una società di uscire dalle secche, dai limiti, dai ritardi in cui si è impantanata.
La politica resta l’unica prospettiva seria per cambiare noi stessi, gli altri, il mondo; per porre basi di un percorso diverso dal passato, per restituire al termine stesso il suo significato più profondo, senza aspettare la morte per molti che hanno subito eventi incolpevolmente come a Genova. La politica, così come è stata sino al marzo scorso, lascia l’amaro in bocca, lascia, per molti aspetti, sgomenti e attoniti. Priva di ideali, di capacità concrete di misurarsi sui problemi reali, di dare risposte ai bisogni della popolazione, da un lato a vivacchiato senza innalzare teoria e prassi a livelli superiori, in grado di uscire dalla “ mediocritas ; dall’altro, nel peggiore dei casi, dominata dalla corruzione, dagli interessi ‘ particulari ‘, dalla contiguità in Italia, in maniera lampante, con la criminalità organizzata.
Nel 2011 il Parlamento italiano, che dovrebbe essere specchio di moralità, coerenza, pulizia etica, modello per i giovani, si è ridotto ad un mercato delle vacche, con parlamentari che, per motivi di interesse personale, hanno imboccato la strada di “ mercenari “, esempi negativi davanti all’intero Paese. Uno dei momenti più tenebrosi, oscuri, bui, della storia Patria, nel 150° dell’Unità d’Italia, vicende e storie di fango, di melma che ormai vengono assorbite con indifferenza, mancanza e carenza di sdegno morale, di ribellione, in un crescendo sempre più traumatico e incomprensibile. Soltanto un rinnovamento (già in corso ?) della teoria e prassi politiche possono far uscire l’Italia da queste secche. Ma cosa vuol dire rinnovamento e nuova politica? .
Rinnovamento della politica vuol dire, in primo luogo, spostare, con una rivoluzione copernicana, dai particolarismi personali e di bottega, individualismi, narcisismi, affarismi, la politica verso i cittadini, la gente, il popolo e avere come centro della prassi politica tutto ciò che concerne il miglioramento della condizione sociale, economica, culturale, democratica, civile dei cittadini stessi, il rispetto e l’aiuto dei deputati dell’opposizione verso la nuova maggioranza parlamentare votata dai cittadini che, con diritto, rispetto e responsabilità sono andati a votare.
Il rinnovamento della politica, vuol dire sviluppare sempre di più la democrazia per permettere a tutti i membri della comunità di poter partecipare ed essere protagonisti attivi del fare, del costruire, dell’edificare, dell’erigere, per il bene comune e supremo della collettività. La nuova politica vuol dire impegnarsi perché la politica divenga non un connotato negativo, come era ieri, una parola da cui rifuggire e vergognarsi, un luogo comune da bar Sport che getta fango sul concetto stesso ma una parola di cui essere fieri in grado di suscitare passione per tutti ed in particolare da parte dei ceti medi, deboli, degli emarginati, degli ultimi, dei disperati, dei poveri, di coloro che non hanno voce né speranza e che con una nuova politica possono finalmente ritornare a sperare, ad individuare un futuro di atti positivi. Oggi, per la nazione e per il domani globalizzato, è sempre più necessario far funzionare il “cervello collettivo“ che sia in grado di costruire una teoria adeguata ai tempi presenti e futuri .
Aldo Cisi Presidente Movimento Politico Italia