Resta comunque il fatto che l’imboscata per far fuori il governo Conte potrebbe finire per ritorcersi proprio contro la casta ispiratrice del piano. Potrebbero rivelarsi inutili
GOVERNO LEGA 5 STELLE? MATTARELLA RISPONDE COL GESTO DELL’OMBRELLO
L’elettorato si aspettava il cambiamento e il Quirinale beffa l’elettorato rispondendo con il famigerato gesto dell’ombrello. Altro che popolo sovrano. Da come sono andate le cose questa è una certezza che possiamo tranquillamente affermare. Cottarelli o non Cottarelli è iniziata così una crisi senza precedenti, almeno dal secondo dopoguerra. Un momento di grossa difficoltà considerando oltretutto che tale condizione va oggi al di là dei confini nazionali coinvolgendo inevitabilmente le dinamiche che reggono l’establishment dell’Ue, visto che la maggioranza degli italiani – il 4 marzo scorso – senza se e senza ma si era chiaramente espressa per imprimere una netta svolta nella politica di Bruxelles perché questa Unione così come è non va. Tutto qui.
In sostanza il quadro che emerge è molto semplice da comprendere: la casta composta da i vari poteri che negli ultimi decenni ha pilotato il nostro sciagurato Paese non intende assolutamente mollare. Debito pubblico alle stelle, nuove povertà, disoccupazione, le ingiustizie nel sociale, le criticità della scuola, la sicurezza, l’immigrazione, è la vera eredità di quella cerchia di potentati legati fra loro da una fitta rete di interessi e che non vuole assolutamente andarsene. Ancora più vergognoso e imbarazzante è che questa èlite politico-bancaria che tiene in pugno l’Italia accampi oggi la scusa dello spread, il tracollo dei mercati o il pericolo per i risparmiatori. Balle, solo balle. La verità è che questi personaggi che hanno portato l’Italia a questi risultati non vogliono cedere, giocano disperatamente anche la carta del terrore cercando così di rendere inutile, di neutralizzare, di cancellare la volontà popolare emersa in maniera netta dalle urne.
Ancora più sorprendente è che questo atto di forza abbia avuto l’avallo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dimostratosi tragic amente prono – a dirla alla Fantozzi – ai diktat di Germania e compagnia cantante. Basta poi con la falsità plateale che avrebbe inchiodato e alla fine impedito la nascita del governo Lega M5S, ossia la designazione al Ministero dell’Economia del professor Paolo Savona entrato nel mirino del Capo dello Stato per le sue teorie anti-euro.
Insomma, Savona al dicastero di via Venti Settembre sarebbe stato una iattura, una autentica calamità per l’Ue e dunque il governo del cambiamento andava fermato subito, sul nascere senza tergiversare un attimo. Altra balla colossale utilizzata come ricatto configurando all’opinione pubblica scenari addirittura apocalittici quando invece lo stesso economista aveva cercato di tranquillizzare sostenendo che si sarebbe in realtà impegnato per una Europa più giusta, più equilibrata, più attenta alle necessità reali della gente. Ma nulla è servito, la decisione era già stata presa – da tempo – e da Berlino e Bce a Francoforte è arrivato il secco niet sul governo voluto dalla maggioranza degli italiani, Savona è stato solo l’espediente per fare saltare il tavolo. E il nostro Mattarella ha ubbidito in silenzio senza battere ciglio. Così nonostante ci fosse una maggioranza, un presidente incaricato, Giuseppe Conte, e una squadra di governo pronta per essere operativa siamo tornati in alto mare. L’obiettivo – centrato – è stato quello di bloccare il nuovo governo a prescindere. E basta. La volontà dei cittadini è stata perciò calpestata per ordini provenienti dall’estero trovando la grave complicità della più alta carica dello Stato.
La faccenda, tra l’altro, si è fatta ancora più sporca quando, subito dopo che Salvini e Di Maio hanno tenuto duro rifiutando di cedere alle pressioni arrivate da oltre confine che imponevano una alternativa a Savona, si è capito che il buon Mattarella aveva già in tasca il piano b: un governo del presidente chiamando in campo Cottarelli. Ma l’ex ministro del governo Letta incaricato a formare un esecutivo sarà in grado di trovare una maggioranza? Vada come vada di sicuro saremo spettatori di uno scontro istituzionale durissimo che vedrà da una parte quelli che hanno vinto le elezioni sempre più incazzati perché scippati del diritto e dovere di governare mentre sul fronte opposto ci sarà la classe politico-economico- finanziaria che ha e che vuole continuare a dominare questa nazione. E con la solita scusa dei pericoli provenienti dai mercati che di fatto devono avere la priorità su tutto. Anche sulla volontà popolare. Bene, a questo punto ci si chiede che senso abbia allora andare a votare. Ci mancava poi l’ennesima insopportabile ingerenza dell’euro-burocrazia delle ultime ore con la dichiarazione del commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger : “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto”. Questa la lezione che ci vorrebbero impartire tedeschi e i loro sodali.
Naturalmente Lega e 5 Stelle sono sul piede di guerra. I pentastellati addirittura avanzano l’ipotesi dello stato di accusa proponendo di avviare la procedura di impeachement per attentato alla Costituzione. Proposta che ha trovato l’appoggio anche da Fratelli d’Italia. Ricordiamo che nel passato questa situazione si verificò due volte: la prima contro il presidente Leone e la seconda con Cossiga. Tuttavia lo stato di accusa non ebbe seguito poiché entrambi si dimisero prima del voto. Ma questa volta le cose sono molto più complicate, per Mattarella sarebbe più difficile sfuggire dal banco degli “imputati” considerando poi che tra Lega e M5S i numeri per inchiodare l’inquilino del Quirinale alle sue responsabilità ci sono, eccome.
Intanto la situazione è liquida, come si usa dire. Si avverte un clima di democrazia sospesa. Vedremo se Cottarelli andrà a palazzo Chigi, quale sarà il programma concordato con Mattarella – dopo la supervisione di Germania e Bce, naturalmente – e quando saranno fissate le prossime elezioni. E soprattutto con quale legge si andrà al voto.