Sull’onda dei fatti di Macerata, Emma Bonino ha preso carta e penna e ha mandato a Repubblica una lettera, come nel suo stile, tutt’altro che di circostanza. Le tesi sono forti e destinate sicuramente ad accendere la polemica. La prima è che la diminuzione degli sbarchi dei migranti non ha placato il malcontento di quanti li additano come dei potenziali delinquenti. Anzi, per la prima volta dalle parole la protesta è passata ai fatti, con il giustiziere Traini che scatena a pistolettate una caccia al nero tra le strade della cittadina marchigiana. Quindi, afferma l’esponente radicale, la xenofobia non nasce come reazione ai fenomeni migratori ma è figlia, da noi come nel resto d’Europa, di un deprecabile quanto pericoloso rigurgito nazionalista.
CRIMINALITÀ INVERSAMENTE PROPORZIONALE AGLI SBARCHI. La seconda è che nei Paesi occidentali particolarmente toccati dall’ «invasione», il numero di episodi criminali è inversamente proporzionale a quello degli immigrati presenti sul territorio. Una tesi che Bonino corrobora con i numeri: nel 2016 in Italia gli sbarchi hanno raggiunto l’apice e gli omicidi, compresi quelli frutto di violenza alle donne, hanno segnato il punto più basso. Un dato che fa riflettere, anche se occorre ricordare che alla base dell’ostilità verso gli extracomunitari non ci sono solo gli omicidi ma una variegata tipologia di reati – dai furti alle estorsioni, fino allo sfruttamento della prostituzione – per altro nell’ultimo anno, secondo le statistiche del ministero degli Interni, in leggero calo.
SERVE UNA OPERAZIONE VERITÀ. E qui viene l’affondo dell’ex commissaria europea. Il ministro Minniti dovrebbe fare più il politico e meno il poliziotto, sostenendo chiaramente che tra sbarchi e problema della sicurezza non v’è alcun rapporto. E invoca dal Viminale un’operazione verità come quella che il Pd ha fatto sui vaccini. Se, numeri alla mano, l’impegno del partito di maggioranza nello sfatare i luoghi comuni legati all’immigrazione fosse stato pari a quello con cui ha combattuto i no vax, non sarebbe nella scomoda ambiguità in cui si ritrova. Un occhio a non scontentare troppo la pancia dell’elettorato conservatore, l’altro alle ragioni di umanità e accoglienza che sono connaturate alla cultura della Sinistra. Se la critica poi viene non dai transfughi di Liberi e Uguali, ma da un autorevole esponente della coalizione con cui il Pd si appresta a chiedere il voto degli elettori, la cosa dovrebbe ancor più preoccuparlo.
L’ATTENDISMO DEL PD NE PREGIUDICA L’IDENTITÀ. Al di là di tutti i distinguo, qualcuno magari non peregrino, il non aver aderito alla manifestazione di Macerata è stato un grave errore. Su questo a altri temi il partito si è chiuso in un attendismo che finisce per pregiudicarne il profilo identitario. Aspetto a vedere come butta e poi decido, sembra essere la massima invalsa al Nazareno, come se il timore per una débâcle elettorale avesse fatto smarrire il coraggio delle opinioni.
Paolo Madron – LETTERA 43