Era prevedibile che lo scontro su Bankitalia non si placasse nel giro di poche ore. Il presidente del consiglio l’altro giorno è andato su tutte le furie, così come il ministro Padoan e il presidente della Repubblica Sergio Matterella,  quando Renzi con la sua solita spavalderia  aveva affermato che palazzo Chigi “sapeva ed era d’accordo” riguardo il contenuto della mozione di sfiducia del Pd contro la riconferma del governatore Ignazio Visco. Quando in realtà quella mozione ha colto in contropiede tutti, Quirinale compreso. Un blitz architettato al Nazareno che con ogni probabilità avrebbe avuto come punta di diamante lo stesso  sottosegretario alla presidenza Maria Elena Boschi: lei ne sarebbe l’ispiratrice, lei  ne avrebbe studiato la stesura di quel documento mirato a  far fuori il governatore, naturalmente  con la benedizione del suo mentore  Renzi. Del resto non possiamo dimenticare che l’affaire Banca Etruria ha visto direttamente convolto il padre della giovane e ambiziosa Maria Elena  provocando un acceso confronto sul fronte “conflitto di interessi”-
Con la mozione il premier è stato dunque messo con le spalle al muro. Resta comunque il fatto che qualsiasi decisione prenda, ossia che riconfermi Visco o ne decida la sostituzione, a condurre la musica è sempre lui, il segretario Pd. Gentiloni è a un bivio: o decide di chinare il capo al diktat di Renzi  oppure di mettersi contro il partito. Gentiloni ha affermato più volte  che la scelta del nuovo governatore non invaderà “l’autonomia” della Banca d’Italia ma è evidente che a questa storia nessuno crede, soprattutto  alla luce di ciò che si è scatenato nelle ultime ore attorno alla guida di palazzo Kock.
Tanto meno  è credibile Renzi quando dichiara che appoggerà il presidente del consiglio in merito a qualsiasi scelta che farà. visto che allo stesso tempo lancia bordate sostenendo che un Visco bis non sarebbe una sua sconfitta perché “io sto dalla parte dei risparmiatori e dei loro diritti non del galateo istituzionale”. Insomma, ritiene che i controlli da parte di via Nazionale sarebbero dovuti essere più severi visto il crollo di alcuni istituti di credito. Mera strategia elettorale, questa uscita del segretario dem, che in questo modo tenta  di mettersi al riparo dagli attacchi dei 5 Stelle che da mesi cannoneggiano proprio sulla questione banche (in primis il pasticcio si Banca Etruria) e che vedono in forte esposizione lo stesso Partito democratico.  Bisogna capire che siamo già in campagna elettorale e Renzi prova a rifarsi una immagine, cerca di conquistare consensi, vuole smarcarsi dalle polemiche dei disastri bancari, tenta di far dimenticare lo schiaffo ricevuto il 4 dicembre scorso. Operazione ardita, vedremo se gli italiani saranno disposti a credergli ancora.