Il Pd presenta una mozione contro la riconferma. L’ira del Quirinale e del ministro Padoan. Gentiloni spiazzato
Era tutto pronto, Gentiloni si preparava a riconfermare alla guida di Banca Italia Ignazio Visco, che concluderà il proprio mandato il 31 ottobre, quando  all’ultimo momento  si materializza il blitz di Renzi che altro non è che  la seconda forzatura istituzionale dopo il Rosatellum bis:  fa presentare ai suoi pretoriani alla Camera una mozione perché a palazzo Koch  venga indivduata al posto di Visco “una figura più idonea a garantire nuova fiducia”. E subito viene da pensare che chi tocca la faccenda Banca Etruria rischia di rimanere fulminato. Ma andiamo con ordine.
Il contro piede del segretario dem è di decisa rottura e ha tutto il sapore della sfida, di una invasione di campo su questioni che dovrebbero essere lontane dalle scelte partitiche dato che queste spettano esclusivamente al Presidente della Repubblica e al Governo. Una situazione che ha creato non poco imbarazzo a palazzo Chigi, in maniera particolare da parte del premier e del ministro delle finanze Padoan. Dal canto suo il richiamo del Capo dello Stato  Sergio Mattarella è netto. le scelte riguardanti la Banca d’Italia devono essere ispirate a “esclusivi criteri di salvaguardia dell’autonomia e indipendenza dell’istituto”. L’incursione di Renzi ha quindi innescato non solo una serie di inevitabili polemiche ma ha dato origine a uno scontro istituzionale che difficilmente si placherà in poco tempo.
Tuttavia il braccio di ferro ha tutto il sapore della campagna elettorale. Il Pd renziano ha la disperata necessità di imbarcare consensi:  l’ultima trovata di Matteo è quella del  tour per l’Italia con il treno “Freccia bianca”  (costo per l’affitto del treno 300mila euro). Ma il segretario non si ferma e alza la posta cercando di guadagnare voti anche su un terreno minato, in particolare per i dem, ossia quello delle banche e dei pasticci combinati che tutti conosciamo da tempo.  In sostanza Renzi vuole al più presto smarcarsi  dalle possibili responsabilità gestionali di alcuni istituti di credito caduti in disgrazia nel tentativo di rifarsi una immagine  per presentarsi poi davanti agli elettori. Infatti Renzi   fa inserire nella mozione, oltre alla storia della figura idonea per una nuova fiducia, la faccenda  che riguarda  “l’efficacia dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia che è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche che avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione”.

In definitiva con questa mossa alquanto azzardata che fa saltare  accordi che sembravano ormai chiusi Renzi si prefigge un risultato: scaricare tutte le responsabilità su Banca Italia puntando  il dito contro  la insufficiente azione  di vigilanza che di fatto ha prodotto le troppe crisi bancarie, sempre secondo il toscano. E se questa operazione dovesse funzionare  produrrebbe certamente un depotenziamento   dei grillini che proprio sul nervo scoperto rappresentato dallo scandalo Banca Etruria fanno fuoco incrociato contro Renzi, Gentiloni e il resto della compagnia dem. Insomma, se tutto dovesse andare come previsto dal piano Renzi affronterebbe la campagna elettorale in maniera meno esposta agli attacchi del M5S. Certo è che il rischio è alto, come del resto è da considerare lo scontro apertosi con le istituzioni, un conflitto voluto e creato dall’ex premier che riserva a questo punto esiti incerti.
Gentiloni, quindi, si ritrova improvvisamente spiazzato assieme al presidente Sergio Mattarella che in perfetta sintonia si erano più volte espressi per un Visco bis. E adesso? Difficile immaginare le contromosse. Di certo è che il giochetto congeniato da Renzi ha messo con le spalle al muro in un colpo solo Colle ed esecutivo. Ma c’è di peggio. Qualunque sia la decisione, cacciare il governatore o riconfermargli la fiducia, Gentiloni e Matterello lo farebbero in ogni caso chinando il capo o ribellandosi alla linea decisa al Nazareno. Non ci sono alternative. E in definitiva quello che avrà dato le carte è sempre lui, Renzi.
Ma questi trucchetti gli riusciranno ancora per molto?