Voci di palazzo sussurrano che Paolo Gentiloni sarebbe preoccupato dopo la rottura che si sarebbe consumata tra Massimo D’Alema e Giuliano Pisapia, strappo che potrebbe avere ricadute negative sulla già insicura maggioranza. Ma il premier, se così fosse, può dormire sonni tranquilli visto che ormai questa compagnia che guida il Paese ha dimostrato che se perde pezzi da una parte ne guadagna altri dall’altra. Ultimo esempio l’approvazione del documento finanziario che ha trovato il soccorso del solito Denis Verdini.
Sul Def il Mdp ha votato a favore dello scostamento mentre ha disertato, opponendosi dunque al fronte Pisapia, la votazione sulla risoluzione di maggioranza della manovra finanziaria. Gentiloni così è riuscito in qualche maniera a superare anche questo passaggio ma i dubbi, le preoccupazioni sulla tenuta dell’esecutivo rimangono. Del resto lo scontro tra l’ex sindaco di Milano e D’Alema non solo finisce con l’indebolire il governo ma rischia di provocare il fallimento del progetto che ha come obiettivo l’unificazione della sinistra.
Progetto al quale non sono in molti quelli disposti a scommetterci: i litigi, le rivalità si sono fatti sentire già all’inizio e in questa maniera la storia insegna che non si va molto lontano. Addirittura i massimi esponenti della parti in causa sono già ai ferri corti (come a dire il vero lo erano qualche decennio fa all’interno della sinistra): l’altra mattina Pisapia ha chiesto a D’Alema di mettersi da parte dichiarando “dovrebbe fare un passo di fianco”. L’avvocato meneghino è convinto che in questo momento serve unità mentre D’Alema è uomo che divide. Ma crediamo davvero che baffino sia disposto a farsi da parte perché glielo dice Pisapia? Semmai D’Alema non uno ma tre in avanti ne fa di passi. Altro che uscire di scena.
Si tratta dunque di uno scontro politico che va al di là della tenuta dell’attuale governo. D’Alema è disposto a fare carte false pur di far fuori Renzi e il resto dei sui fedelissimi e, non ultimo, affossare definitivamente il Rosatellum che se passasse metterebbe in forse la rielezione degli scissionisti del Pd nella prossima legislatura. Alla fine è sempre una questione di poltrone. Mentre sul versante opposto ci sono le velleità dell’operazione Pisapia che vorrebbe ricucire con il Pd sognando addirittura un altro Ulivo. Operazione talmente inverosimile che persino lo stesso Pisapia ora comincia a rendersi conto che non vale la pena continuare.