La Spagna pagherà caro l’atteggiamento intollerante e violento assunto nei confronti delle legittime aspirazioni espresse dal popolo catalano.
“Vuoi che la catalogna diventi uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica?. E 2,02 milioni hanno risposto “sì”. Gli elettori chiamati alle urne superavano i 5 milioni. Mentre chi ha votato “no” sono 176 mila. La maggioranza assoluta non è stata raggiunta ma va considerato che ben 319 seggi non erano purtroppo operativi dato che sono stati chiusi con la forza dalla Guardia Civil. Il governo della Catalogna ha dunque annunciato che il 90% di quanti hanno partecipato alla consultazione non autorizzata da Madrid ha scelto l’indipendenza.
Era prevedibile che il premier spagnolo Mariano Rajoy liquidasse la consultazione referendaria come una “messa in scena” del tutto illegale. Parole gravi che peseranno nel prossimo futuro. A ruota gli fa eco il ministro della giustizia spagnolo Rafael Català il quale sostiene che non vi è stato nessun referendum per l’auto determinazione aggiungendo inoltre che il governo centrale userà “tutta la forza della legge” per impedire che la Catalogna dichiari l’indipendenza. Resta comunque il fatto che prima o poi le parti dovranno incontrarsi e affrontare la rovente questione.
Toni diametralmente opposti da parte di chi contava molto su questo importante appuntamento elettorale.
“In questa giornata di speranza e sofferenza i cittadini della Catalogna hanno vinto il diritto a uno Stato indipendente in forma di Repubblica”. Sono le parole a caldo del leader della Catalogna, Carles Puigdemont che non manca di lanciare un segnale anche all’Ue che fino a questo momento è rimasta alla finestra e aggiunge che Bruxelles non può fare finta che nulla sia successo.
Certo è che la repressione, gli scontri, le botte che hanno anticipato l’apertura dei seggi hanno lasciato il segno. Nelle prossime ore è stato organizzato uno sciopero generale proclamato da diverse categorie sindacali, per denunciare la grave violazione del diritto e delle libertà che in uno Stato democratico dovrebbero essere sempre principi garantiti. Ma evidentemente in Spagna c’è qualcosa che non funziona, in particolare il dialogo, la mediazione l’incapacità di comprendere le ragioni dell’altro.. Tra manifestazioni di protesta e manganelli della polizia migliaia di catalani si sono radunati pacificamente davanti a palazzi delle amministrazioni locali di tutta la regione per denunciare l’inaccettabile e dura repressione da parte delle forze dell’ordine contro i seggi.
Intanto nelle ultime ore L’Ue ha battuto un colpo ma nello stesso tempo sembra volersene lavare le mani della Catalogna.
Il presidente della commissione europea Juncker ha ribadito che “questa è una questione interna della Spagna, che deve essere gestita dall’ordine costituzionale in Spagna”. A conti fatti l’Unione sembra avere piena fiducia nella leadership del primo ministro Mariano Rajoy che, secondo i burocrati in Belgio, saprà gestire la faccenda nel pieno rispetto della Costituzione spagnola e dei diritti fondamentali dei cittadini”. E sull’uso della violenza da parte della polizia cosa dice il caro Juncker?