Il vicepresidente della Camera come Trump: li ha tutti contro. Dicono che spara strafalcioni, che non conosce il condizionale, che non ha adeguata preparazione scolastica tantomeno politica. Forse può anche essere in parte vero eppure se ci si guarda intorno il mercato non offre tanto di meglio. Anzi, se dovessimo riflettere sulle “teste pensanti” che attualmente ci governano e che ci hanno governato precedentemente non si individuano fenomeni particolari da portare come esempio.
 Se poi   vogliamo dirla tutta queste “aquile” non hanno prodotto nulla di buono se non per le proprie tasche che si sono riempite di soldi: la politica paga bene al di là dei meriti e degli studi fatti. Del resto il Parlamento è ricchissimo di personaggi che in fatto di impreparazione e ignoranza sono eccellenti autorità  per il solo essere state miracolate dalla politica.
Con  un    tale andazzo non deve certo sorprendere    che il solco tra cittadino e la casta si sia ulteriormente   allargato favorendo di conseguenza  la nascita di formazioni politiche nuove, diverse, alternative ai partiti tradizionali.
Sulle prime nessuno avrebbe scommesso un soldo  sul  Movimento 5 Stelle mentre ora tutti temono questo squadrone di     giovanotti incazzati con l’establishment   che potremmo ritrovarci a capo del Governo. E allora? E allora proviamo, sicuramente peggio di chi ci ha governato finora non potranno fare. Inoltre Di Maio potrebbe anche sorprendere. Il nuovo non deve spaventare, basta con la scusa  accampata dall’intervistato di turno  che sostiene la necessità di avere facce rassicuranti… rassicuranti per chi?
Ora si comincia a respirare aria di elezioni e i nostri eccellenti   rappresentanti parlamentari hanno un solo pensiero: cercare disperatamente  qualsiasi opportunità  pur  di  essere ricandidati garantendosi così   per un altro quinquennio il seggiolone. E per ottenerlo sono disposti a tradire chiunque. I voltagabbana dell’Aula ne sono un fulgido esempio.
Questa è la preoccupazione vera dei nostri  onorevolissimi altro   che pensare al bene del Paese magari elaborando una decente riforma elettorale o avere il coraggio di  affrontare la questione vitalizi, lo ius soli – che la sinistra ora rimanda a data da destinarsi temendo di perdere consensi – oppure il problema occupazione. Senza dimenticare  la riforma della giustizia o  l’indecente e illegale  condizione  carceraria su cui solo il Partito Radicale si sta impegnando da anni mentre il ministro Orlando finge di ascoltare le richieste dei  pannelliani perché in realtà troppo impegnato a depotenziare Renzi
Intanto  sull’appuntamento con le urne per la prossima primavera Luigi Di Maio sarà il candidato premier per i pentastellati, nonché capo politico del movimento. Lo hanno deciso gli iscritti che come vuole la tradizione 5 Stelle si affidano alla rete. Poco importa se i votanti sono stati meno del previsto o se gli altri sette sfidanti erano perfetti sconosciuti e quindi il risultato era scontato. Volendo essere onesti potremmo dire  che è   meglio così piuttosto che vedersi a palazzo Chigi presidenti che nessuno ha eletto o, peggio ancora,  accettare di votare candidati sconosciuti  paracadutati a livello locale dalle varie segreterie di partito. Largo dunque a Luigi e speriamo sia all’altezza.