STAMPA ROMANA: «UN ULTERIORE SCHIAFFO ALLA CAPITALE»
Il tavolo sindacale nazionale per gestire la chiusura della redazione romana di Libero e il conseguente trasferimento di 14 colleghi a Milano si è chiuso senza accordo. L’azienda, pur spostando al primo ottobre la data del trasferimento, ne ha ribadito l’ineludibile necessità editoriale. A questo ha aggiunto un rifiuto nell’indicare condizioni del trasferimento che determinassero il consenso dei giornalisti.
A dare la notizia è la segreteria dell’Associazione Stampa Romana, che riverisce di aver contestato le ragioni della chiusura della redazione romana e spiega: «Un quotidiano, che ha fatto del racconto senza veli del Palazzo il suo asset principale, a pochi mesi dalle elezioni politiche decide di silenziare il Palazzo, sottraendolo al racconto e alla presenza professionale dei colleghi. L’azienda così non tiene conto delle storie professionali di colleghi coltivate e maturate nella Capitale e dalla rilevanza del racconto del Paese da Roma».
Inoltre, «di fronte al tentativo del sindacato – prosegue la nota – di indicare per tutta la platea rappresentata una modalità di esercizio della prestazione lavorativa che potesse essere svolta anche in remoto da Roma, pur con sede di lavoro a Milano, azienda e direttore hanno saputo dire sempre e solo no. L’ineludibile necessità organizzativa si scontra con la storia del giornale e con la sua recente cronaca quando, nell’azzerare la solidarietà quattro mesi fa, l’azienda ribadiva di non voler chiudere il presidio della Capitale».
Il sindacato regionale conclude dunque: «Questi continui cambiamenti di prospettive e scenario potrebbero nascondere altri obiettivi, made in Angelucci, proprietari del Tempo. Certamente non rassicurano i colleghi sulla solidità del nuovo progetto editoriale. Quando l’obiettivo è recuperare 5mila copie vendute sarebbe stato normale e corretto lavorare con il consenso di tutta la redazione per fare squadra e non con una riorganizzazione calata dall’alto e per nulla condivisa».
L’Associazione di Stampa assicura che continuerà a seguire la vicenda, offrendo puntuale assistenza ai colleghi. (Fnsi)