BERLUSCONI RINGALLUZZITO, RENZI CON UN COLPO SOLO RISUSCITA BERSANI, D’ALEMA, LETTA, PRODI E PISAPIA.
Amministrative, il centrodestra fa il pieno e vince anche nelle roccaforti rosse Genova, La Spezia, Sesto S. Giovanni e Pistoia
Forse era preparato a perdere ma sicuramente non in maniera così netta. La più nefasta delle previsioni si è materializzata, l’incubo è divenuto realtà con il verdetto dei ballottaggi.
Dopo la batosta subita il 4 dicembre scorso nella tornata referendaria ora un’altra severa punizione. E adesso il Renzi-partito – meglio chiamarlo così dato che del Pd non è rimasto che il logo – non potrà certo fare finta che nulla sia successo.
A spingere sull’acceleratore della resa dei conti saranno proprio quelli che il fiorentino credeva di aver rottamato e che adesso non vedono l’ora di fargliela pagare: Bersani, D’Alema, Pisapia, Letta e Prodi stanno preparando il riscatto e c’è da scommettere che non concederanno sconti all’ambizioso giovanotto che gli aveva scippato “la ditta”, come la chiamava Bersani, tra i fondatori del Pd. A soffiare sul fuoco della vendetta anche Cuperlo, rimasto con un piede dentro e l’altro fuori dal Renzi partito, che evidenzia quanto sia ormai grave la profonda spaccatura sia nell’elettorato che nello stesso establishment e mette in guardia il segretario sul fronte delle politiche in cui si profila l’ennesima disfatta, se non si deciderà un cambio di passo.
Una débâcle quindi incontestabile che fomenta quindi il conflitto interno e rimanda alla questione del congresso reclamato da più parti e dove se ne vedranno di belle.
Ma incredibilmente Renzi continua a snobbare tutto e tutti, finge di non dare importanza al risultato di questo giro elettorale, liquida tutto minimizzando le conseguenze e l’autocritica è pari a zero. Anzi, con il solito piglio arrogante rilancia sostenendo che le politiche sono tutt’altra cosa… se lo dice lui.
Tuttavia la sconfitta pesa, questa è la verità e Renzi ne è ben consapevole.
Il suo partito aveva in mano 14 capoluoghi e ora ne ha solo 4. E ancora peggio è che le sue truppe crollano nei feudi storici del comunismo come Genova, La Spezia, Pistoia, Piacenza. Una catastrofe terribile, inutile che il buon Matteo faccia finta di niente, che arriva a un anno dalla caduta di Roma e Torino. E se vogliamo aggiungerci il referendum la disfatta è completa.
Al NazaRenzi nessuno ha il coraggio di esporsi, significherebbe andare contro il capo e dire addio a candidature in Parlamento e nomine varie ben retribuite. Tuttavia i mugugni si avvertono e la fronda dei malpancisti è in fermento ma prima o poi un colpo dovrà batterlo. Intanto però Renzi continua a bleffare e come sempre si affida ai social scrivendo che il Pd non è andato male come altri affermano.