La débâcle alle amministrative c’è stata
ma la partita nazionale
è tutta un’altra storia
In molti danno ormai per spacciato il movimento 5 Stelle dopo il risultato deludente delle amministrative in cui i grillini sono fuori dai ballottaggi. Ma al di là delle convinzioni partitiche di ognuno va considerato che nelle realtà locali l’elettorato ha punti di riferimento molto più diretti, più vicini se non addirittura personali su cui indirizzare il proprio voto.
Diverso è lo schema delle politiche dove in gioco vi sono realtà e interessi diversi, come diversi sono i leader che rappresentano le forze in campo. Un passaggio dunque da non trascurare e che potrebbe permettere al grillismo di prendersi una grossa rivincita alle prossime politiche.
La débâcle del movimento comunque è un dato di fatto e non si discute.
Tuttavia analizzando la situazione post voto non va dimenticato che il Pd di Renzi, certamente rinvigoritosi con questa tornata assieme al centrodesta, è riuscito sì a piazzare i propri uomini, ma solo attraverso i consueti salti mortali che trovano come massima espressione le liste civiche, ovvero grossi apparentamenti di convenienza dove si trova tutto e il contrario di tutto. Intese elettorali con le quali si tenta di nascondere all’elettore le vere appartenenze ai partiti-casta rispetto ai quali i cittadini dimostrano sempre più avversione.
Intanto destra e sinistra cantano vittoria e tra una analisi e l’altra alcuni autorevoli commentatori ritengono che in Italia ci sia un ritorno al bipolarismo. Potrebbe essere, ma forse si sta correndo un po’ troppo. E poi va tenuto presente che dai risultati emersi in quest’ultima tornata elettorale è evidente una forte frammentazione: l’affluenza è stata del 60,07%, in calo rispetto al 66,85% delle precedenti consultazioni.
Sono eletti al primo turno solo in tre: per il centrosinistra Orlando a Palermo e Borgna a Cuneo, mentre il centrodestra vince a Frosinone con Ottaviani. Sfiora il successo a Gorizia il candidato del centrodestra, Ziberna, con il 49,8%. Il ballottaggio del 25 giugno riguarderà dunque 22 capoluoghi.
In sintesi con il Pd al 16,6%, il M5S al 9% e la Lega al 7,8% che batte Forza Italia ferma al 7% si ha il quadro completo dei voti di lista espressi in 142 Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.
Indicazioni che inevitabilmente influiscono in maniera decisiva sugli equilibri a livello nazionale e che non possono essere certo ignorati dalle segreterie centrali. Come non dovrebbero dare per morto il M5S.