Il patto a quattro salta e lo scambio di accuse surriscalda il web

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Ieri avevamo anticipato che questa legge elettorale in qualche modo raffazzonata era a un passo dal baratro.  E del resto non serviva una particolare preparazione politica per comprenderlo.

Ora il fallimento si è concretizzato. Il patto a 4 è ormai sepolto.

Il motivo? Stando alla bagarre scatenatasi in Aula la fine del presunto accordo sarebbe da imputare al  voto segreto su un emendamento di Fi passato contro il parere della commissione. Emendamento che ha incassato  270 sì, 256 no e un astenuto. Non solo. A surriscaldare gli animi un episodio: per qualche istante sul tabellone elettronico di Montecitorio sono apparse le indicazioni rosse e verdi come se la votazione fosse palese mentre  in realtà non lo era. Un disguido, ha detto la presidente Laura Boldrini cercando di riportare la calma nell’emiciclo mentre questa farsa di legge torna ora in Commissione. La pagliacciata dunque prosegue.

La legge elettorale è morta“, dichiara il relatore della riforma Emanuele Fiano (Pd) scaricando naturalmente tutte le colpe sui grillini che a suo dire vogliono far fallire l’accordo. Stessa condanna arriva dal collega Ettore Rosato che se la prende  con i franchi tiratori.

Dal canto suo il ministro della giustizia dem Andrea Orlando tenta di riportare la calma tra le parti ma in realtà gongola visto che di questo passo le ventilate elezioni anticipate si allontanano con sua grande soddisfazione a dispetto di Renzi che le vuole in ogni modo.

Una accelerata arriva invece dai 5 Stelle che a questo punto vogliono andare a votare subito, come sostiene il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che aggiunge: “Questa legislatura finisce oggi. Era cominciata con 100 franchi tiratori che avevano affossato Prodi nella corsa al Quirinale e finisce oggi sempre con 100 franchi tiratori Pd che affossano la legge elettorale”. Pd e maggioranza “non devono neanche pensare lontanamente di addebitarci la responsabilità. Hanno oltre 300 deputati. Se c’è qualcuno responsabile sono loro. L’emendamento passato era un emendamento di giustizia per non consentire che il Trentino Alto Adige diventasse un feudo del Pd. È stato giusto farlo passare“, gli fa eco Danilo Toninelli.

La legge in votazione alla Camera è una soluzione di responsabile equilibrio che tiene conto del fatto che le leggi sulle regole devono ottenere la massima condivisione possibile. L’incidente di oggi in Aula, su un emendamento non condiviso dal quale Forza Italia ha preso immediatamente le distanze, non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso sul quale avevamo trovato una convergenza con il Partito Democratico, con i Cinquestelle e con la Lega“.  Questo lo scrive in una nota Silvio Berlusconi. Ma intanto si torna all’anno zero e il percorso del “tedescum” è disseminato di trappole per affossare definitivamente la legge.