Legge elettorale,
il tanto sbandierato accordo
a un passo dal baratro:
dal sistema “tedescum”
si passa al “fallimentum”.
In un’Aula semideserta di Montecitorio che contava una ventina di parlamentari è iniziato l’esame di questa nuova legge elettorale che parte in salita. Impostazione nata dell’intesa tra Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega, 4 partiti che hanno sempre sostenuto quanto tale accordo fosse il miglior compromesso possibile. Eppure sono in molti a non esserne convinti affermando invece che si tratti solo di una sorta di collaborazione che nasconde in realtà meri interessi di bottega. Altro che parlare del bene del Paese.
Tra i primi a mettersi di traverso all’inciucio il presidente emerito Giorgio Napolitano nettamente contrario alle ventilate elezioni anticipate che “minano la credibilità politico-istituzionale del Paese” e prendendo di mira Renzi, Berlusconi, Grillo e Salvini ha aggiunto parole pesanti: “Vedremo il risultato di questa grande impresa di quattro leader di partito che agiscono calcolando le loro convenienze“. Stessa musica arriva da Romano Prodi convinto che il proporzionale devasti il Paese perché non consente di sapere “già la sera delle elezioni chi ha vinto”.
Non solo. Il professore ha aggiunto che con il sistema in discussione si è obbligati a cercare “alleanze tra partiti con diversità inconciliabili e vi è un’infima possibilità di un governo stabile”. Dunque stronca immediatamente l’ipotesi di una alleanza post-elettorale con Silvio Berlusconi ventilata spesso da Renzi.
Intanto sono 209 gli emendamenti alla legge elettorale che dovranno essere votati all Camera. Una trentina sono stati presentati da Mdp e dal Pd, il M5S ne ha presentati 15 mentre 20 sono di Ap, 16 di Ala e 15 da Civici e innovatori.
Una situazione che già rischia di compromettere l’intero impianto e in casa renziana tremano al solo pensiero di rimanere stritolati da questo sbarramento non certo improvvisato e che allontanerebbe ancora una volta l’appuntamento anticipato con urne. E questo va contro i piani di Renzi che ha una gran fretta di andare a votare, costi quello che costi.
Perchè la cosa più importante per il segretario è tornare a palazzo Chigi. E basta.
Tornando in sede parlamentare si evidenzia l’esame e il conseguente voto degli emendamenti presentati dai grillini per inserire preferenze e voto disgiunto, il passaggio nevralgico che rischia di far saltare il tavolo.
In sostanza i pentastellati puntano alle preferenze e al voto disgiunto ma se passano le preferenze Berlusconi se ne va. A questo punto a rimanere con il cerino in mano è sempre lui, Renzi e il resto del suo club, meglio chiamarlo in questo modo visto che del Pd originario non è rimasto pressoché nulla.
Le previsioni non promettono quindi nulla di buono e Renzi avverte che le cose potrebbero precipitare da un momento all’altro. E allora che fa? Si affida come sempre a Facebook e mette le mani avanti pronto a scaricare le colpe di un possibile fallimento sugli altri con le solite batture condite di noiosa retorica: “Sulla legge elettorale se qualcuno si tirerà indietro, gli italiani avranno visto la serietà del Pd che ha risposto all’appello del Capo dello Stato. Non è la nostra legge ma noi serviamo le istituzioni. Adesso è sovrano il Parlamento. Se passerà, bene“.
Gli fa eco il suo fido scudiero Emanuele Fiano, relatore della legge: “Abbiamo fatto un accordo a quattro, è ovvio che se qualcuno si sfila cambia tutto, ma siamo ottimisti che non succederà“. Tuttavia non nasconde preoccupazioni e in una intervista alla Stampa dichiara: “La prima dichiarazione di Grillo il quale diceva che stiamo facendo una legge elettorale che non capisce più nessuno” – è stata un fulmine a ciel sereno, immagino sia stato un messaggio inviato ai suoi internamente. Poi però è arrivato il post su Facebook con la conferma che si va avanti: ci atteniamo a quello.
La legge non è perfetta, come ogni legge elettorale, e ognuna delle quattro forze che hanno partecipato avrebbe voluto cambiare qualcosa. Ma fino adesso tutti hanno rispettato gli impegni e non ci sono al momento grandi cambiamenti che pensiamo possano essere fatti in Aula”.
Sarà così?
Si accettano scommesse.