Versatile e controcorrente,
il giornalista e scrittore aveva 68 anni
Quando uno è bravo è bravo.
E basta, al di là delle opinioni.
Dopo una breve malattia che non gli ha purtroppo lasciato scampo Oliviero Beha è morto nella sua casa romana sabato sera a 68 anni circondato dall’affetto della moglie Rosalia, dei figli Germana, Saveria e Manfredi e dei tanti parenti e amici.
Giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico ha iniziato la carriera professionale come cronista sportivo a Paese Sera, straordinaria “palestra” che sfornò fior di giornalisti, per poi passare a Repubblica. Agli inizi degli anni Ottanta entra in Rai dove ha lavorato per parecchio tempo. Attualmente era editorialista de Il Fatto Quotidiano. Senza dimenticare che fu autore di un seguitissimo blog aggiornato fino a qualche ora prima di morire con un post dedicato ai tg “le parole sono importanti” e al modo in cui è stata raccontata la notizia sull’esplosione a Roma di un rudimentale ordigno.
Ma Beha, nel corso della sua carriera, è stato anche autore di testi teatrali, di numerosi saggi e poesie che hanno vinto diversi premi. Come tutte le persone controcorrente Beha è stato apprezzato e allo stesso tempo osteggiato e addirittura censurato. Qualcuno lo aveva soprannominato “Brontolo”, che in effetti non era altro che il titolo di una sua seguitissima e fortunata trasmissione andata in onda nel 2013 su Rai 3 e guarda caso chiusa tra le polemiche nel 2013.
L’esordio sul piccolo schermo è del 1987 insieme ad Andrea Barbato in Va’ Pensiero, contenitore culturale in onda su Rai3 tutte le domeniche. Ma la grande popolarità arriva nel ’92 con la trasmissione Radio Zorro, programma di servizio che aveva fatto il pieno di ascolti e nel ’95 si “gemellerà” con un altrettanto importante punto di riferimento radiofonico, 3131, trasformandosi così in RadioZero 3131. Un successo strepitoso e forse inaspettato preso letteralmente d’assalto dall’interesse degli ascoltatori che portò al record di 300 telefonate in un’ora e mezza di trasmissione.
In seguito RadioZero verrà portato anche in tv, con Video Zorro sul Rai3. Senza dimenticare altre produzioni di successo come “Attenti a quei tre”, programma del palinsesto notturno Rai, e poi ancora con la radio con “Radioacolori” e “Beha a colori”. Non solo. Arriverà poi La Gazzetta dello Spot, sempre su Rai3 sempre in coppia con il collega Barbato.
Grande appassionato di calcio, era tifoso della Fiorentina, fece un enorme scalpore nel 1984 la sua inchiesta sui Mondiali dell’82 nella quale sosteneva che la partita tra Italia e Camerun fosse stata combinata. Ma fu anche grande cultore del teatro, per il quale ha scritto testi, e poeta. Tra i suoi titoli ricordiamo All’ultimo stadio (Selezione Bancarella), Anni di Cuoio (Premio Chianciano) Inverso (Selezione Viareggio). L’ultimo libro, ‘Mio nipote nella giungla. Tutto ciò che lo attende (nel caso fosse onesto)’, pubblicato nel novembre 2016 con Chiarelettere, era dedicato a Michele, figlio di Germana.
“Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell’attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva in tv o in radio – commenta la figlia Germana – amato e odiato, lui era così“.
Nelle ultime settimane e’ capitato a Germana, come la stessa scrive sul blog del padre, di essere le mani di papa’ che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che Oliviero velocemente le dettava. “Si perche’ gli articoli lui li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi. Lui parlava ed io scrivevo perche’ animare, vibrare e far venire vere le parole papà l’aveva come dono. Scrivo queste righe perche’ con grande orgoglio, sono convinta che papa’ lascera’ un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perche’ a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, e’ stato, e’, e rimarra’ un giornalista libero. La “liberta’ e’ un lusso di pochi” mi ripeteva“.
“Era fiero di essere chiamato giornalista – prosegue – e di potersi definire tale. Mi diceva spesso che il compito di un giornalista e’ raccontare la verita’ perche’ e’ un diritto di chi legge sapere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sul vero e non “indirizzata” o “deviata”. Certamente, alla descrizione della realta’, papa’ non ha mai negato anche la sua opinione che e’ risultata spesso scomoda, ma si e’ sempre assunto, credetemi, la responsabilita’ di cio’ che pensava e credeva“.
I funerali a Roma, lunedì alle 11, nella chiesa degli Angeli Custodi in piazza Sempione.