Questioni roventi quelle sul fine vita e utero in affitto per le quali la nostra èlite politica dimostra di non avere spina dorsale, vergognosamente timorosa di perdere consenso in termini elettorali e perennemente ossessionata dal pericolo di essere presa di mira dagli anatemi del Vaticano. E allora si preferisce l’immobilismo assoluto, si fa melina, nulla si decide e il blocco legislativo nelle sedi parlamentari è, inconcepibile se non imbarazzante.
E poi c’è qualcuno che in questi ultimi giorni, con la triste vicenda di dj Fabo, scrive dell’eccessivo “protagonismo dei Radicali”. Ma quale protagonismo: i Radicali sono gli unici che da decenni conducono una battaglia in difesa dei diritti per rendere questo Paese più civile e al passo con il resto del mondo.
La distanza tra inquilini del palazzo e il sentimento che emerge dal Paese reale è sempre maggiore.
Il Governo si tiene alla larga da tali faccende e conferma di non avere nessuna volontà di intervenire nonostante i cittadini ne abbiano reclamato l’urgenza. L’incapacità, la debolezza dell’esecutivo e di tutta la classe della politica di porre le basi per un confronto su argomenti vitali è di nuovo emersa pochi giorni fa in occasione del dramma di dj Fabo. Ci mancava poi che proprio martedì scorso arrivasse la storica sentenza della Corte d’Appello di Trento che ha riconosciuto la maternità surrogata ai padri di due gemelli per rendersi conto ancor di più dell’impotenza delle nostre istituzioni che preferiscono girare le spalle a tutto e a tutti pur di non affrontare situazioni stringenti.
Insomma, come spesso è accaduto in altre circostanze, il vuoto legislativo creato da una classe dirigente inaffidabile e inconcludente viene riempito dai magistrati ai quali ormai i politici sembrano intenzionati a delegare tutto. Quello che non manca però agli esponenti dei vari schieramenti è l’abbondanza di parole, parole che si sprecano in discorsi colmi di insopportabile retorica.
Dal Quirinale comprensione umana ma nessuna azione concreta, nessun intervento da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella nonostante avesse ricevuto più messaggi da parte di dj Fabo che chiedeva un rapido intervento al fine di sbloccare la discussione sul ddl avanzato dai Radicali che permette l’eutanasia assistita.
Tuttavia l’altro giorno il presidente, in occasione della giornata dedicata alle malattie rare, ha detto che nessun malato deve sentirsi solo, abbandonato: che possano bastare queste nobili parole, che possano essere di conforto a chi è inchiodato in un letto da anni e vorrebbe solo essere libero di decidere della propria esistenza?
Tanto per cambiare altra solidarietà umana a fiumi è stata espressa dal ministro della salute Beatrice Lorenzin anche se la stessa si è affrettata ad evidenziare che spetta al Parlamento discutere nel merito. Confronto parlamentare doveroso, le fa eco il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Bene, a questo punto il risultato è che il Governo si sfila e rilancia la patata bollente alle Camere che a loro volta stanno alla finestra e non combinano niente. Con questo andazzo è dunque improbabile che si riesca a combinare qualcosa di buono in quest’ultimo scampolo di legislatura. Del resto come si potrebbe pensare il contrario quando da decenni il Parlamento non è stato neppure in grado di far approdare in aula un serio dibattito sul testamento biologico. Addirittura Marco Cappato, dei Radicali Italiani e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ricorda che ben quarant’anni fa il radicale Loris Fortuna portò in Aula una proposta di legge sull’eutanasia ma tutto purtroppo finì nel dimenticatoio, nel silenzio assoluto. E nel più completo silenzio da parte dei nostri politicanti è passata la sentenza di Trento. Materia che scotta, quella sulle adozioni gay, per le quali la politica, anche in questo caso, teme le ire clericali. Sarà quindi difficile che a breve si possa aprire un confronto in Parlamento su eutanasia, biotestamento e adozioni gay viste anche le condizioni oggettive in cui si ritrova questo Governo costretto a navigare a vista per l’incertezza politica che compromette la normale operatività legislativa.
Così saremo costretti ad assistere alle solite risse da cortile tra il fronte dei cattolici più integralisti e il fronte dei laici, scontri ideologici che valgono meno di zero.
Intanto, in tutta questa inutile perdita di tempo, è arrivata martedì la notizia che la legge sul testamento biologico sarà in aula alla Camera il 13 marzo come deciso dalla conferenza dei capigruppo a Montecitorio che dopo il lungo letargo forse pensava di spiazzare tutti facendo sfoggio di una ritrovata efficienza. Ma questo fulmine a ciel sereno non ha incantato nessuno.
Lapidario il commento di Cappato che non si fa certo incantare dal canto delle sirene: “Scadenze scritte sulla sabbia. Ieri mi era stato assicurato il 6. In 24 ore ci si è presi una settimana in più di ritardo. In queste condizione di mancanza di volontà politica, tutte queste scadenze sono scritte sulla sabbia”. Si tratta di un ennesimo rinvio, ammonisce Cappato “siamo al quarto e in questa situazione di fine legislatura una settimana non è poco. Ogni giorno che si perde aumenta consistentemente rischio di non arrivare alla fine dell’iter legislativo“.
Da ricordare, tra l’altro, che Cappato è adesso indagato dopo l’autodenuncia davanti ai Carabinieri per aiuto al suicidio in relazione alla morte di Dj Fabo avvenuta attraverso il suicidio assistito in una clinica svizzera.
Dal canto suo Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, afferma che Marco Cappato si sta assumendo la responsabilità ed il rischio di un processo il cui esito “potrebbe portarlo ad una condanna non lieve. Ma tale responsabilità è stata assunta in modo consapevole. Se aiutare una persona ad avere una morte senza dolore è reato la politica deve intervenire affinché ci sia una depenalizzazione del divieto con una norma precisa“.