Altro che scissione i dem sono allo sbando
e il M5S brinda
Se proprio si dovessero organizzare queste benedette primarie difficilmente dal partito potrebbe uscire un candidato in grado contrapporsi e battere Renzi ora dimessosi dalla segreteria nazionale. Tuttavia questi ha perso lo smalto che lo contraddistingueva, non è più credibile, la scissione è di fatto già avvenuta e l’ex inquilino di palazzo Chigi rischia adesso di essere lui stesso asfaltato dagli eventi. Soprattutto dall’elettorato il quale si sta sempre più allontanando dall’ostentato dinamismo del giovane e ambizioso fiorentino.
In attesa dell’assemblea che con ogni probabilità si terrà domenica prossima possiamo dire che Renzi ha (almeno fino a questo momento) dalla sua la maggioranza interna ma in Parlamento la musica cambia.
In questi ultimi tempi si è rafforzato il gruppo dei malpancisti, ossia coloro che mostrano una crescente “allergia” nei confronti di Matteo che, diciamo la verità, è uscito davvero malconcio dal disastro del referendum del 4 dicembre scorso.
Oltre ai soliti D’Alema, Bersani, Emiliano fermi oppositori al segretario uscente, a prendere posizione c’è anche Walter Veltroni che pur avendo manifestato simpatia fin da subito nei confronti di Renzi ora, alla luce del dramma che sta lacerando il partito, afferma che Renzi ha certamente dato uno scossone al Paese ma è mancato un disegno complessivo di lungo respiro. Ma in termini di equilibri in casa Dem bisogna guardare soprattutto all’asse tra i due ministri alla testa delle maggiori correnti interne, ovvero Andrea Orlando e Dario Franceschini. Asse che per qualcuno sembrava ultimamente indebolitosi mentre sta reggendo alla grande.
Diciamo che si tratta di capibastone da sempre vicini a Renzi tanto che quest’ultimo li aveva chiamati a far parte del suo Governo ma che adesso potrebbero girargli le spalle. In politica, si sa, il vento può cambiare improvvisamente come velocemente e per mille interessi possono cambiare le posizioni di alcuni personaggi che si stanno dando un gran da fare nell’agone politico. E fra questi ci sono proprio, guarda caso, Orlando e Franceschini. Il primo ha già di fatto abbandonato qual che rimane del rottamatore. Intanto si è detto contrario alle elezioni anticipate inoltre potrebbe essere lui a contendersi la segreteria con Renzi Mentre Franceschini, cresciuto nella vecchia scuola democristiana, potrebbe parlare per ore e alla fine non dirti nulla, da vero democristiano appunto. Infatti sembra stare alla finestra, non si è ancora capito che intenzioni abbia ma va altrettanto detto che il suo appoggio a Renzi non è così scontato.
Insomma gli interessi sono molteplici e il Pd, come lo intendavamo prima, non esiste più, troppe le divisioni insanabili, troppi i personalismi. In definitiva questa è la vera immagine che offre di se stessa la casta con i suoi intrighi e i sordidi tradimenti sempre più lontana dalle reali necessità espresse dalla gente costretta a farsi in quattro per far quadrare i conti. Altro che ricchi vitalizi e la tombola dei seggi parlamentari da assegnare agli amici di cui si discute tanto in modo bipartisan.
Poi non dobbiamo fingere stupore se le forze di destra o il Movimento 5 Stella fanno man bassa di consensi. Del resto è così anche nel resto dell’Europa. Vedremo quale direzione deciderà di prendere la Francia in primavera, con le presidenziali, e in autunno occhi puntati sulla Germania che non è cosa da poco visto il peso che ha nell’Unione.